Romans premia Germano Pupin con il “Cûr e Pais”

In occasione del tradizionale incontro natalizio coi cittadini, per ripercorrere gli eventi dell’anno e scambiarsi gli auguri, l’amministrazione comunale di Romans d’Isonzo ha rinnovato, nella sala di Casa Candussi – Pasiani, l’annuale consegna del premio “Cûr e Pais” (Cuore e Paese).Giunto alla sua quattordicesima edizione, stavolta il premio è stato assegnato al popolare Germano Pupin, presidente della locale associazione gruppo di ricerca “I Scussons”.Si tratta di un riconoscimento che l’amministrazione comunale ha istituito nel 2007, per premiare e riconoscere il merito dei concittadini o delle persone che nei diversi settori della vita pubblica, dell’impegno civico, associativo, collettivo e comunitario, si sono distinte per disponibilità, capacità e contributo attivo.Viene assegnato per riconoscere gli esempi che la comunità apprezza e individua come significativi e utili a tutto il paese, sulla base delle segnalazioni raccolte e valutate dalla Commissione cultura.Il premio, un’artistica targa in legno con sopra impresso il simbolo del Comune,  è stato consegnato a Pupin dal sindaco Michele Calligaris, affiancato dagli assessori Alessia Tortolo, Alessio Bosch, Francesca Bellanca e Matteo Gargaloni.Sopra la targa era pure incisa la scritta dedicata a Pupin: “Per la costante opera di ricerca e la passione nella valorizzazione della storia locale e delle tradizioni”.Da tanti anni, infatti, con il suo impegno a largo raggio, Pupin rappresenta un grande esempio di amore e attaccamento al proprio paese e alla sua gente.Alla guida de “I Scussons” sì e speso molto per la valorizzazione del patrimonio longobardo dopo la scoperta della necropoli di via Molino, così come si impegna per valorizzare la storia locale e mantenere vive le più antiche tradizioni e storie, che spesso, varcando l’ingresso delle scuole del territorio, racconta agli scolari (“il nonno” di tutti i bambini delle scuole di Romans).Promuove molte iniziative e fa pure parte della compagnia teatrale dei “Sis Scussons scussâts”.