Le rogazioni ci ricordano che noi non siamo il Creatore

Hanno ancora senso oggi le Rogazioni? Sì mi ha detto una persona che nel Collio coltiva in modo intensivo le viti e che in questi giorni hanno patito fortemente la stretta del freddo improvviso che ha bruciato non poco le prime germinazioni. E ha continuato, anche con tutta la tecnica di oggi, noi non possiamo governare la natura e anche questi fatti spiacevoli se non dolorosi ce lo ricordano. Ci ricordano che il creatore non siamo noi, che la tecnica non è Dio, che non dobbiamo dimenticarci di che cosa abbiamo ricevuto e non è nostro, ma che dobbiamo consegnarlo alle generazioni future. Sono rimasto felicemente colpito da queste sue parole e così il discorso è andato sull’enciclica Laudato si’, e su quel “metodo e percorso” perché diventi il veicolo che promuove il bene comune attraverso quel “dialogo autentico, onorato e trasparente”, come dice ancora il Papa. E così il discorso dalle “rogazioni” è andato a quell’egoismo che ha fatto sì che nel mondo milioni persone soffrano la fame e che restino senza protezione sociale, una situazione che invoca un cambiamento.Da una parte, per usare ancora le parole del pontefice, una chiamata alla riflessione su due parole che Egli nel testo rimarca, quali: gratitudine e responsabilità. “Gratitudine per aver ricevuto in dono la Terra che ci permette di far fronte alle nostre necessità”, da legare alla “responsabilità reciproca” e alla “solidarietà verticale” con i fratelli vicini e le future generazioni. Per questo l’agricoltura e le nuove tecnologie debbono essere utilizzare “non per il profitto – continua l’Enciclica – ma per dar da mangiare a tutta l’umanità”. Alla fine il coltivatore del Collio è ritornato sulle Rogazioni, “ma voi le fate”? Certo ho risposto, ma ho aggiunto, ci vorrebbe qualcosa di più, riflettere davvero sul sacro obbligo di proteggere il nostro pianeta, magnifico dono di Dio e poi cercare d’impegnarsi sul serio. Il primo è più facile, ha ribattuto il mio interlocutore, ma bisogna partire da lì. E allora perché non farlo proprio qui in Preval?Dal desiderio forse nascerà un impegno, ho pensato, salutandolo.