“Incuintri dai furlans tal mont”

Con i suoi circa 150 sodalizi attivi, operativi in sedi anche di proprietà, e con 22.000 soci di ogni età affiliati in ogni continente. L’Ente Friuli nel Mondo svolge un’azione di sostegno morale, culturale e materiale, stabilendo ogni utile forma di collaborazione anche con le istituzioni internazionali e le autorità diplomatiche italiane al fine di mantenere e promuovere l’identità culturale friulana, il dialogo interculturale. La cittadina collinare, tra il 1° e il 2 agosto, è stata luogo di molti incontri culturali tra cui la proiezione del video sulla Grande Guerra del giornalista  Gianni Bisiach e la relazione del professore Mauro Pascolini dal tema luoghi e memoria: il valore di uno spazio condiviso. C’è stata anche la possibilità di ascoltare a cent’anni dalla Prima Guerra Mondiali alcune riflessioni sulla Grande Guerra e sull’impatto che ha avuto nella migrazione dei friulani grazie al professor Matteo Ermacora, che ha riflettuto su “Pane e lavoro. Emigrati e operai friulani nella crisi del 1914-15”, e grazie al professor Angelo Floramo, che ha parlato dei friulani con la divisa imperiale da soldati a prigionieri, da prigionieri a emigranti.  Nel fine settimana gli emigranti friulani hanno potuto visitare la Cantina Produttori Vini cormonese e ascoltare musica friulana con lo spettacolo musicale Strolic del Coro “Natissa” di Aquileia. Domenica dopo la deposizione di una corona al monumento ai  caduti in Piazza Libertà il corteo formato dalle autorità civili, da gruppi folcloristici, tra cui il Gruppo Folkloristico Danzerini di Lucinico, si è diretto presso il Duomo di Sant’Adalberto dove il Vescovo emerito di Udine Pietro Brollo ha presieduto una Celebrazione Eucaristica in lingua friulana. Monsignor Pietro Brollo ha riflettuto sulla società attuale dicendo che siamo tutti di corsa e non riusciamo più a fermarci per chiederci che cosa significa essere uomini e quali sono i valori che stanno alla base della nostra umanità. Se noi corriamo sempre per costruire e migliorare la nostra mente scientifica e tecnologica e non ci fermiamo l’anima non riesce a seguirci. Già l’Arcivescovo Battisti dopo la ricostruzione post terremoto del 1976 e dopo la riedificazione delle fabbriche, delle case e delle Chiese ha chiesto ai friulani di non perdere l’anima e i valori che contraddistinguono il popolo friulano. Nel pieno della crisi economica argentina un grande animatore dei Fogolâr Furlan  in Argentina diceva che i friulani emigrati nel Paese Sud Americano sono più efficienti e produttivi degli altri argentini, ma hanno corso troppo e non hanno voluto ritagliarsi degli spazi per pensare e alla lunga sono rimasti i più colpiti dalla crisi. Per non perdere l’anima e i valori cristiani i friulani nel mondo devono ricordarsi proprio dei Fogolârs che sono il simbolo della famiglia friulana: il luogo ove la famiglia friulana si riuniva intorno al fuoco. Proprio i valori insiti nella famiglia friulana sono quei valori che non dobbiamo mai perdere.L’incontro dei friulani del mondo si è concluso con i saluti delle autorità davanti al Municipio cormonese, Palazzo Locatelli, e il pranzo presso la Cantina Produttori Vini.