Il “grazie” ai volontari che si donano al prossimo

La comunità cormonese si è ritrovata in Duomo per festeggiare il patrono Sant’Adalberto nel giorno che ricorda il suo martirio. Adalberto, vescovo di Praga, venne ucciso in Prussia dai pagani il 23 aprile 997. Non si conosce con precisione da quanto è venerato a Cormons, si sa solo che il suo nome è citato in un atto del 1289.  A suo nome era intitolata anche la pieve precedente all’attuale Duomo. Oltre ai fedeli erano presenti, come avviene da alcuni anni, anche le rappresentanze delle associazioni di volontariato che operano sul territorio. “E’ un giorno questo – ha ricordato all’inizio della Messa il parroco monsignor Stefano Goina – per ritrovarci insieme a festeggiare Sant’Adalberto, ma anche a rendere grazie a coloro che nelle nostre comunità fanno del bene, anche in modo silenzioso, le fanno crescere attraverso l’amore”.”Celebriamo una persona, il patrono così lontano nel tempo da noi – ha affermato il parroco – ma anche per usi, costumi e lingua, Ma siamo uniti a lui attraverso il fatto che tutti siamo figlio di Dio”.Anche all’omelia il sacerdote commentando il brano evangelico di Luca, riferendosi a Gesù, ha detto che “per noi sembra lontano, duemila anni fa, ma lo incontriamo e ci sentiamo uniti nello spezzare il pane. Nella nostra vita è importante rendersi conto che Gesù è presente con noi e questa consapevolezza ci aiuta a vivere nell’amore, nella pace. Il Signore è presente anche se noi non ce ne rendiamo conto”.La celebrazione eucaristici, che è stata accompagnata dai canti eseguiti dal coro dei giovani e dalla corale Sant’Adalberto, ha visto la presenza anche delle autorità comunali con in testa il sindaco Roberto Felcaro. Il rito si è concluso con l’inno di Sant’Adalberto eseguito dalla corale che porta il suo nome.