Il Burkina Faso raccontato da Ivana

Incontro breve ma ricco, a Capriva, quello della missionaria Ivana Cossar che non potendo più vivere il suo impegno missionario nell’amata Burkina Faso, ormai soggiogata in gran parte dai fondamentalisti islamici, percorre la diocesi dove chiamata a farsi voce di un popolo povero, ma ricco di umanità e di fede. Così il suo raccontare pacato, ai ragazzi della cresima di Capriva e Moraro, ha creato un’attenzione che solo quando un testimone esterno entra nel gruppo sa creare. Ivana raccontava fatti del recente passato, ma proprio nello stesso giorno della sua presenza a Capriva, un gruppo jihadista dello Stato Islamico che opera nella regione del Sahel ha rivendicato la responsabilità dell’agguato perpetrato contro l’esercito del Burkina che ha provocato la morte di 160 terroristi e 51 militari. I ragazzi sono stati colpiti da tanti particolari, in particolare ha scritto Giulia, dal fatto che tantissimi bambini non possono andare a scuola e delle classi numerosissime che qui in Italia sarebbero impensabili. Noemi invece ha apprezzato che i ragazzi orfani siano riusciti a laurearsi per uno sbocco lavorativo importante in loco, anche grazie all’aiuto dei missionari, ma ancor di più è rimasta colpita, come Rebecca, dal racconto della missionaria aquileiese riguardo un papà musulmano che, accudito amorevolmente dalle suore di Madre Teresa di Calcutta, prima di morire ha auspicato che la vita migliore per sua figlia sarebbe stata quella di diventare suora come loro. Alcuni sono stati poi particolarmente colpiti, come Denis e Aberto, dall’inaudita e gratuita violenza dei terroristi. In fondo ha detto Riccardo, è stato bello sentire le parole della missionaria. Deve essere difficile lasciare tutto per andare via, poi però aiutare gli altri è molto bello. Io ho provato questa esperienza alla colletta alimentare all’Eurospin di Capriva. Mi piacerebbe farlo ancora perché mi ha fatto sentire bene essere utile per gli altri. Mentre Chiara è rimasta colpita dal fatto che le missionarie hanno dedicato la maggior parte della loro vita e del loro impegno ai bambini e ai giovani bisognosi. Secondo me hanno realizzato con la loro opera quello che Gesù ha insegnato ai suoi discepoli: l’importanza di testimoniare la fede e la carità non solo con le parole, ma anche con gesti concreti. E concludeva, anche noi, nel nostro piccolo, dobbiamo seguire il loro grande esempio.