Gradisca: un tesoro da preservare

Nonostante i tanti appuntamenti che avvicinano al Natale e la serata feriale, mercoledì 17 dicembre una folla delle grandi occasioni ha riempito in ogni ordine di posti il Duomo di Gradisca.Una piacevole e gradita sorpresa anche per gli organizzatori della serata, che voleva rappresentare la conclusione dei lavori di riordino dello storico archivio parrocchiale di Gradisca.I saluti del parroco della città don Maurizio Qualizza e del sindaco dott.ssa Linda Tomasinsig hanno introdotto la serata, che ha visto l’apprezzato intervento organistico del maestro Dimitri Candoni.A spiegare nei dettagli il lungo riordino sono stati gli archivisti Giada Piani e Vanni Feresin, preceduti dall’intervento del Soprintendente archivistico per il Friuli Venezia Giulia dott. Pierpaolo Dorsi, che ha esortato la comunità a custodire con attenzione questo patrimonio che rappresenta uno dei più grandi fondi archivistici per ricostruire la storia di una comunità importante come quella gradiscana.L’archivista Giada Piani ha ripercorso, anche con l’ausilio di molte immagini, i vari momenti che hanno consentito la ricostruzione delle serie archivistiche, sottolineando la grande varietà della documentazione presente, che è stata suddivisa in Anagrafe ecclesiastica, Registri di protocollo, Amministrazione della chiesa, Ufficio della camerarìa, Instrumenti, Fondazioni Sante Messe, Beni della chiesa, Carteggio, Le cronache, Danni di guerra, Nuovo cimitero, Attività pastorale, Documenti diversi e Archivi aggregati (confraternite, scuole, cinema ricreatorio Coassini). Molto interessanti anche le fotografie che hanno fatto vedere ai presenti i grandi danni provocati alle carte dall’umidità e dall’acqua.L’archivista Vanni Feresin ha illustrato, invece, alcuni splendidi documenti che successivamente tutti hanno potuto visionare nella piccola mostra realizzata per l’occasione. Tra questi come non menzionare i preziosi documenti sui banchi della Chiesa, con gli stemmi della famiglie della nobiltà cittadina, o il carteggio relativo ai balconi che collegavano il Duomo con il Palazzo Torriani.Questa imponente “operazione culturale” come è stato ripetutamente ricordato, rappresenta veramente il salvataggio di buona parte della storia di Gradisca, e solo il tempo dirà l’importanza e il valore di questo impegno, che – come è stato sottolineato – è stato compiuto anche come volontariato, e di questo bisogna essere grati a chi, in tempo di crisi, ha desiderato portare a termine l’opera. Come non menzionare anche l’apporto della Fondazione Carigo e di tanti privati che hanno voluto donare alla comunità gli armadi e di chi per diversi anni ha liberato e riordinato i locali per ospitare l’archivio.Se tutto questo è stato reso possibile, è doveroso il ringraziamento al decano don Michele Tomasin, che nel 2006 era vicario parrocchiale a Gradisca. Proprio nei momenti precedenti all’inizio del cantiere di restauro della casa canonica, don Michele si occupò personalmente e con grande lungimiranza, di preparare e trasferire oltre cinquanta scatoloni di documenti dalla canonica al Ricreatorio Coassini, preservando così l’antico archivio parrocchiale e decanale. A don Michele Tomasin il grazie più sentito dell’intera comunità gradiscana.