Cormons: la Luce che arriva da lontano

Dal 1986 un lupetto dello scoutismo austrico si reca nella Basilica della Natività a Betlemme per accendere una lampada dalla fiamma perennemente accesa nel luogo dove è nato Gesù, l’Emmanuele il Dio con noi. Questa luce per volontà delle associazioni scout triestine viene portata in tutta Italia.Grazie alla comunità cormonese adulti scout Aldo Braida del MASCI la Luce di Betlemme è stata accolta anche nel Duomo di Cormòns la sera di venerdì 19 dicembre. La quarta domenica di Avvento gli esploratori del gruppo AGESCI Cormòns 1° hanno distribuito la Luce nelle altre comunità parrocchiali dell’Unità Pastorale cormonese. Nella veglia di preghiera dell’accoglienza della Luce di Betlemme monsignor Paolo Nutarelli, il parroco, ha sottolineato che Betlemme nel tempo in cui è nato il Salvatore era la periferia dell’Impero Romano.Gesù che viene nel mondo sceglie le periferie, come Papa Francesco ci invita ad andare e portare il Vangelo. Andare nelle periferie significa non voler stare tranquille e immobili nelle proprie certezze, ma essere sempre in movimento.Donpi ha ricordato che l’umanità progredisce grazie a uomini e donne ricchi di valori. Donne e uomini che, come ci insegnava don Lorenzo Milani, dicono “I care”. “Mi interessa” proprio il contrario di “a me che importa” urlato da Papa Francesco nel Sacrario di Redipuglia.Servono quindi uomini e donne di valore che sanno abbattere i muri che si frappongono tra uomo e uomo. I muri fisici, di mattoni, di cemento, sono facili da abbattere, un esempio è il muro della caserma di Cormòns che in questi giorni è stato demolito. Più difficile è abbattere i muri che innalziamo tra di noi ad esempio tra marito e moglie o tra genitori e figli.