Borgnano in festa per la patrona Santa Fosca

Domenica 16 la comunità di Borgnano celebra la patrona Santa Fosca preceduta da un triduo di preparazione. Un solenne concelebrazione eucaristica è in programma alle 15, presieduta dal direttore del Centro missionario diocesano don Giulio Boldrin. Al termine della Messa, seguirà la processione, con l’immagine della santa patrona lungo le vie del paese (la Messa delle 11 viene sospesa). La prima citazione di  Santa Fosca risale al 6 settembre 1427 e la si trova in un atto notarile per la divisione dei beni comuni fra le sorelle Margherita e Benvenuta, figlie di Giovanni Plazajti, appartenente a una famiglia udinese che da anni si era trasferita a Cormons. Nell’atto, siglato a Udine in Borgo Aquileia,  tra i vari beni si cita “un campo sotto S. Fosca confinante con eredi del q. ser Antonio di Cormons, la via di Medea, la via per Boaria”. Da ciò si presume che in quella data esisteva già la chiesetta sul colle. Ma chi era santa Fosca? La storiografia ufficiale non dà certezza sulla reale origine della santa, che rimane così avvolta nella leggenda. Secondo i martirologi tardo medievali, Fosca e la sua nutrice Maura sarebbero vissute a Sabrata, una città dell’odierna Libia, nel III secolo. Fosca, figlia di genitori  pagani,  giunta all’età di 15  anni volle farsi  battezzare contro il parere della sua famiglia. Venuto a conoscenza del battesimo, il padre denunciò Fosca e Maura al prefetto Quinziano affinché le arrestasse. I soldati inviati a trarle in arresto le trovarono in casa in compagnia di un angelo, cosicché non osarono condurle con sé. In seguito le due donne si consegnarono spontaneamente alle autorità. Poiché entrambe si rifiutavano di abiurare il Cristianesimo furono prima torturate. poi  uccise con un colpo di spada nel fianco, un 13 febbraio. I loro corpi ebbero sepoltura nelle grotte presso Sabratha (odiena Saqratha).Quando la Libia fu conquistata dai musulmani, le loro spoglie furono portate a Torcello, un’isola della laguna veneta, da un marinaio di nome Vitale. Le spoglie di Santa Maura sono attualmente raccolte nel transetto di destra della chiesa di Santa Maria di Lourdes in Milano. Di certo, comunque, il più antico libro degli anniversari della basilica di  Aquileia, codice scritto a partire dalla fine del  XIII secolo, riporta, sotto la data del 13 febbraio e con la mano del primo copista (che termina le sue registrazioni nel 1308), la seguente frase: Fusce virg. et mart. passio.Non ci sono elementi per datare la morte di santa Fosca, ma gli agiografi posteriori, ratificati dal Martirologio romano, ritengono che il martirio sia avvenuto durante la persecuzione deciana, supponendo che il prefetto Quinziano sia lo stesso “consularis provinciae Siciliae” da cui fu martirizzata sant’Agata. Che le reliquie poi siano venute a Torcello dall’Africa è confermato anche dai due nomi, Fosca e Maura, usati allora in Italia come aggettivi per indicare individui africani: Fosca sta per scura e Maura per originaria della Mauritania;  e questo ci assicura una volta di più che le martiri di cui si credette di trovare le reliquie erano anonime in un primo tempo, e quindi sconosciute. Santa Fosca, che è considerata protettrice dei malati di reumatismi, è rappresentata nell’iconografia ufficiale con in mano la palma del martirio. O anche con una spada.  I borgnanesi, che popolarmente chiamano la santa “la nestre frute” e la celebrano il 13 febbraio giorno del martirio,  hanno dedicato a lei entrambe le chiese oggi esistenti: l’antica chiesetta sul colle e la parrocchiale, nel centro del  paese, edificata a più riprese  nel 1800 e consacrata dall’arcivescovo Luigi Mattia Zorn il 27 settembre 1890.