90° di consacrazione della Chiesa Arcipretale di Mossa

La Comunità di Mossa ricorderà quest’anno con particolare solennità il 90° della consacrazione della chiesa parrocchiale di Sant’Andrea apostolo. Così papa Benedetto XVI diceva in un rito di dedicazione. “Cari fratelli e sorelle, stiamo dedicando una Chiesa -un edificio in cui Dio e l’uomo vogliono incontrarsi; una casa che ci riunisce, in cui si è attratti verso Dio, ed essere insieme con Dio ci unisce reciprocamente.” Il significato è chiaro, la chiesa è l’avere una casa in comune dove incontrarsi con Dio e con i fratelli. Quanti sforzi nel costruirla, nell’abbellirla, nel mantenerla, se poi pensiamo a quegli anni lontani, quando c’era tutto da ricostruire a causa della Prima Guerra mondiale, la cosa diventa ancor più un vero “miracolo”. Ma la nostra chiesa, come quella della vicina e di tante altre in questa zona che è stata purtroppo il “fronte di fuoco” di aspri combattimenti, è anche un simbolo di grande valore, non solo della ricostruzione del paese, ma della ricostruzione del tessuto sociale, morale che ogni guerra rovina se non distrugge.  Grande merito va al parroco di allora don Eugenio Pividor che davvero espresse tutte le sue energie ed è stato in tutti i sensi un vero ricostruttore di Mossa. Leggendo la cronaca di 90 anni fa, tratta dal giornale dell’epoca “L’Idea del Popolo”, precisamente del 21 agosto 1927, vi si legge, come integralmente riportato in questa pagina, che in quei giorni vi fu uno straordinario concorso di popolo. Ormai a quelle masse di ferventi partecipanti e fedeli non siamo più abituati e sicuramente non ci saranno, ma comunque, la sera di lunedì 14 agosto 2017, nel corso della Messa solenne, si rivivranno quei momenti con spirito di gioia e rinnovata riconoscenza.

La chiesa è il centro della vita di una comunità

Mi chiedo se la data del 14 agosto per inaugurare la chiesa sia stata casuale o volutamente scelta per abbinarla alla celebrazione dell’Assunta. Mi permetto di avanzare un’ipotesi che potrebbe essere sia infondata che verosimile. La chiesa, più volte si è affermato, è il centro della vita di una comunità. Soprattutto un tempo in cui il paese si identificava con la comunità parrocchiale e si era unanimi nel riconoscere la fondamentale importanza della fede per la vita individuale e comunitaria. L’edificio della chiesa, ricostruito dopo i nefasti anni della guerra, rappresentava in sintesi la ripresa della vita del paese. In esso si celebravano i principali avvenimenti di ciascun abitante: dalla nascita alla morte. Con esso rinasceva la speranza e rifioriva il paese. Con esso prendeva vigore la volontà di vivere, di lottare, di rialzarsi dai lutti e dalle nostalgie del passato. Perché la vita terrena, a prescindere da come si manifesta e si sviluppa, aveva e ha una meta che è il “Cielo”! La celebrazione dell’Assunta fa presente in ciascuno la consapevolezza di questa comune finalità. Maria è assunta in cielo e indica qual’è il vero destino di ogni uomo. La meta a cui tendere e per la quale ogni situazione, anche la più difficile e scabrosa, merita di essere vissuta. Questa ragione era propria dei nostri padri. Essi l’hanno conservata e trasmessa come patrimonio per la comunità di Mossa di ogni tempo. Mi auguro, quindi, che la celebrazione per i 90 anni della consacrazione della chiesa, possa essere l’occasione per dare continuità, con la nostra partecipazione e collaborazione, alla preziosa eredità del passato.

don Valter Milocco, parroco

Il programma

11 agosto– ore 7,30 S. Messa in onore della Madonna del Preval;– ore 20,00 concerto spirituale “Magnificat per Maria” con la partecipazione corale di Enza Pecorari e Mirjam Pahor, all’organo don Federico Butkovi¤ e le letture a cura di Maja Monzani

12 agosto– ore 20,00 Recita del Rosario, canto delle Litanie e diponibilità per le confessioni e S. Messa prefestiva.

13 agosto– ore 10,00 Santa Messa; Ore 20,00 Recita del Rosario, canto delle Litanie e concerto d’organo del maestro Massimo Luongo

14 agosto– ore 18,00 concerto di campane a cura del “Grup cultural furlan scampanotadors Mossa”– ore 19,00 Messa solenne, commemorazione del 90° e benedizione dei nuovi stendardi donati per l’occasione alla chiesa. Segue momento conviviale per tutti, premiazione dei bambini e concerto corale dei cori, “Coral di Lucinis”, del Quintetto del laboratorio musicale, diretti dal maestro Roberto Lizio e del Barski Oktet

15 agosto– ore 12,00 angelus e benedizione degli autoveicoli– ore 17,30 recita del Rosario– ore 18,00 S. Messa solenne cantata dalla corale “San Marco” e processione della Madonna Assunta. A conclusione l’omelia e la benedizione. Segue negli spazi esterni della chiesa la cena comunitaria e l’estrazione della Lotteria parrocchiale.

16 agostoa Lucinico Festa di San Rocco a Pubrida– alle ore 20,00 S. Messa solenne, seguirà la proiezione e illustrazione degli antichi affreschi della chiesetta che poi si potranno visitare. Infine ci sarà per tutti un fraterno convivio

Storia di una ricostruzione

Le carte delle parrocchie non lasciano mai indifferenti. La Chiesa e la Comunità di Mossa subirono danni incalcolabili durante il primo conflitto mondiale, con la distruzione di beni immobili, mobili e dell’archivio stesso, però dai documenti esistenti si ha la fortuna di individuare un bel fondo archivistico ricco di spunti per la ricerca.

L’Archivio parrocchialeL’occasione delle celebrazioni legate al 90mo di consacrazione della Chiesa parrocchiale hanno fatto venire alla luce un fascicolo con una serie di documenti degli anni 1925 – 1945, nei quali trovano spazio la corrispondenza, i progetti, disegni, le lettere e gli articoli di giornale, legati proprio alla ricostruzione della Chiesa del paese.Sembrava una occasione importante e propizia questo anniversario per portare alla luce i documenti che chiarificano quanto lavoro, competenza, tempo, fatica e, soprattutto, quanta fede, ci siano stati dietro la ricostruzione della Chiesa parrocchiale. Si comprendere dalla lettura di queste carte quanto la comunità di Mossa si adoperò affinché la casa di tutti potesse tornare ad accogliere il suo popolo di fedeli e quanto il parroco di allora don Eugenio Pividor lavorò per rendere ancora più bello il nuovo tempio. Nel fascicolo sono conservati anche l’atto ufficiale di consacrazione e alcune lettere del 1944 a firma della pittrice Emma Galli per le decorazioni dei soffitti che poi vennero affidati al lucinichese Leopoldo Perco e ad alcuni suoi allievi.Il fascicolo si apre con un piccolo ritaglio di giornale dedicato al plebiscito popolare voluto per la scelta dell’ubicazione della nuova chiesa.     

Il plebiscito del 1925Il giornale “L’Idea del Popolo” racconta i dettagli di questo plebiscito popolare che avrebbe deciso i modo inequivocabile la posizione . – La questione dell’ubicazione della chiesa parrocchiale da ricostruirsi è stata molto dibattuta e certamente ha anche ritardata la ricostruzione stessa.Per far cessare i contrasti e le discussioni l’amministrazione parrocchiale indisse per domenica scorsa un plebiscito nel quale erano invitati a votare uomini e donne dai 21 anni in su.Si doveva votare per due posti: uno dove era la chiesa prima della guerra, ottimo per la sua posizione ma incomodo per la maggioranza dei fedeli perché a pochi metri dal confine di Lucinico, l’altro nel centro del paese.Si presentarono molti a votare, si può dire la totalità dei centristi, uomini e donne, ed i voti erano tutti meno uno per il posto centrico. Che faranno ora le autorità? Accontenteranno il desiderio della popolazione? Verrà dato in breve principio ai lavori? Speriamo ed attendiamo.

Osservazioni sul progettoIl 24 luglio 1926 il vicario generale dell’Arcidiocesi di Gorizia monsignor Leonardo Sion scrisse alla parrocchia alcune annotazioni non positive sul progetto dell’architetto Barich. Ci furono diverse modifiche al progetto primigenio per giungere all’attuale assetto della Chiesa parrocchiale.Il progetto dell’Ing. BARICH non corrisponde per i seguenti motivi:La disposizione e l’architettura della chiesa, per quanto studiata, pare poco economica e si allontana dalla tradizione della Regione. La simmetria ricercata e la forma alquanto pesante, hanno carattere di modernismo tedesco. Vale questo per l’esterno e l’interno e in special modo per gli ambienti complicati vicino l’entrata.Corrisponderebbe meglio all’uso e bisogno: p.e. riunire le due piccole sagrestie e tralasciare il corridoio intorno al presbiterio. Nella facciata sarebbe raccomandabile un cambiamento dell’architettura e della decorazione un po’ grottesca del portale che non corrisponde alla serietà del santuario.

Il contrattoIl 10 agosto 1926 venne stipulato il contratto per la costruzione della nuova Chiesa parrocchiale di Mossa: si addiviene in quest’oggi alla stipulazione del presente Contratto mediante il quale l’amministrazione parrocchiale di Mossa a mezzo del Re. Parroco sac. Eugenio Pividor e due fabbriceri Giovanni Zorzenon e Francesco Soica affida e l’Impresa Giovanni Medeot e com.o assume la costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Mossa da erigersi sulla Part. Mapp. No di proprietà della Amministrazione parrocchiale e ciò tutto in base ai piani di eseucuzione I:50 e piani di dettaglio elaborati e da elaborarsi dall’ing. Arch. Silvano Barich di Gorizia nonché in base al computo offerta presentato dall’impresa e per un importo complessivo ed a “Forfait” di lire 310.000 (trecento e dieci mila).Venne anche stabilito che i pagamenti saranno effettuati in rate di Lire 25.000  

Dal Commissariato per le riparazioni dei danni di guerraIn data 24 giugno 1927 il Commissariato per i danni di guerra comunica che: in risposta alla nota sopradistinta si comunica che quanto prima saranno impartite disposizioni per la ricostituzione delle pale e delle statue distrutte o danneggiate dalla guerra rappresentanti i Santi titolari delle chiese della Venezia Giulia.Sui fa presente però che per avere diritto al contributo per le spese di ricostruzione di cui sopra occorre che la perdita della pala o della statua sia stata denunciata regolarmente ed in tempo debito, che questo Istituto si riserva di accertare Questa annotazione ufficiale riserverà una brutta sorpresa nell’anno successivo, il 14 gennaio 1928, lo stesso Commissariato darà parere negativo per la ricostruzione della pala del Santo protettore in quanto: la perdita di tale pala non è stata regolarmente denunciata. Infatti nell’elenco dei beni mobili perduti per fatti di guerra al n. 116 d’ordine trovansi indicate solo n. 4 pale degli altari laterali per l’importo di L. 2000. Si restituisce pertanto il bozzetto allegato alla lettera sopradistinta che, per quanto sopra, non può essere preso in esame.

La consacrazione della Chiesa nuova Dall’Idea del Popolo del 21 agosto 1927Il settimanale Goriziano diede ampio spazio al grande evento della consacrazione della nuova chiesa di Mossa. Contardo Ferrini, il santo professore universitario, pensava con sgomento ad un paese senza concerto di campane e senza chiesa. Ebbene, il nostro paese era quasi nelle stesse condizioni paventate dal Ferrini. Eran 10 anni che il fievole rintocco d’una piccola campana piangeva presso le rovine dell’antica Chiesa. Le frazioni lontane dalla provvisoria e troppo umile cappella non intendevano il suono dell’Angelus, e la Messa, nelle feste solenni, doveva essere celebrata come al campo, in tempo di guerra.Tutti i villaggi, uno dopo l’altro, innalzavano le torri campanarie, costruivano le Chiese. Le ultime vestigie della guerra sparivano il giorno in cui nella Chiesa risorta e benedetta prorompevano dai petti i primi canti, uscivano dai cuori le prime preghiere. Solo a noi pareva fosse negata per sempre questa gioia. Un cumulo di circostanze e di cause ci aveva messi sul punto di perdere ogni speranza; s’era giunti a credere fatalmente tutto perduto. Non così era nella mente di Dio. Il nostro parroco, don Eugenio Pividor, giunto provvidenzialmente nel nostro paese, si dette subito all’opera. I primi tentativi naufragarono. Sarebbero bastati per farlo scoraggiare. Ma no: si trattava della salvezza morale e religiosa d’un intera popolazione e sentì tutta la tremenda responsabilità di fronte a Dio e alla sua coscienza. Lavorò ancora e molto per mesi e mesi e, grazie alla valentia del commendator Pettarin, che si prestò anche perché sentiva nella sua nobile anima di far un’opera di bene riuscì. E riuscì bene, magnificamente, sopra ogni migliore aspettativa.Dopo un anno dalla posa della prima pietra, la Chiesa fu terminata.Costruita su disegno dell’architetto Barich, sopra un luogo nuovo, nel centro del paese, in una posizione splendida, si eleva maestosa e bella. La facciata anteriore, col rosone, il magnifico portale e i fregi ornamentali, forma un tutt’uno che raccoglie lo spirito e lo dispone alla meditazione del sacro luogo. L’interno, in stile barocco, ma con un non so che di conncezione personale, è lavorato con finezza ed arte. Belli i lavori di pittura eseguiti dal lucinichese Perco, dove la luce penetrante attraverso due finestre, in altro rende d’un bell’effetto la volta azzurro – stellata. Il campanile, unico nel suo genere nella nostra regione, è di stile veneto. L’architetto Baroch, come disse in Chiesa monsignor Castelliz, lega buona parte della sua attività artistica alla nostra Chiesa.La costruzione è stata fatta dalla locale ditta Giovanni Medeot i di cui meriti sono stati posti degnamente in risalto da monsignor Castelliz.Domenica mattina la Chiesa fu consacrata, alle 7.30 giunse S. A. il principe Arcivescovo. Nel cortile della canonica lo attendevano il parroco, il decano di Lucinico, alcuni altri sacerdoti, il podestà barone Enrico Codelli, i maestri, la scolaresca e numeroso popolo. Il podestà porse il saluto a nome della popolazione, una fanciulla offerse un mazzo di fiori e porse il saluto della scuola. Recatasi alla volta della Chiesa, cominciò la funzione della consacrazione che durò fino alle 11.30. la messa, dopo la consacrazione, fu celebrata dal nostro parroco, mentre la Chiesa era letteralmente affollata. Le due campane, la piccola e la grande – manca la terza, distrutta e perduta dopo il crollo del vecchio campanile – suonavano riempiendo l’aria dei primi rintocchi dopo 12 anni di silenzio. Il paese era rifatto, aveva riavuto l’anima e questo si capiva dalla espressione dei volti.Il centro che unifica il paese, la Chiesa, cominciava a operare, a svolgere la sua missione.

L’atto di consacrazioneD.O.M.Anno MCMXXVII (Millesimo nongentesimo vicesimo septimo) die vero 14 (decimaquarta) Augusti, quae fuit Dominica X. Post Pentecostem, Ego FRANCISCUS BORGIA SEDEJ, Archiepiscopus GORITIENSIS, consecravi Ecclesiam hanc eiusque altare maius, in quo Reliquias SS. Clementis Pp. Hilarii, Tatiani, Chrisanthi MM. Inclusi, in honorem S. Andreae Ap. ac singulis Christifidelibus hodie unum annum et in die anniversaria consecrationis, quae Sabbato ante Dominicam III. Octobris cuiusque anni recoletur, illam visitantibus centum dies de vera indulgentia in forma Ecclesiae consueta concessi.Datum in Residentia Nostra archiepiscopaliGoritiae, die 14 Augusti 1927

Il decreto di consacrazione da pubblicare nella chiesa per tutti i fedeliMultum Reverendo Officio parochiali in MOSSAInclusum instrumentum peractae consecrationis Ecclesiae parochialis in MOSSA eiusque altaris maioris hisce transmittimus mandantes, ut in archivio parochiali sollicito asservetur.Adnexa copia in congruenti theca lignea vitro clausa reponatur et in Ecclesia neoconsacrata parieti appendatur, ita ut quisque illam commode legere valeat. Succursu vero temporis, quando nimirum occasio sese praestiterit, sequentia ferme in lapide insculpantur:D.O.M.“Anno MCMXXVII, die vero 14. Augusti, Ego FRANCISCUS BORGIA SEDEJ Archiepiscopus GORITIENSIS, consecravi Ecclesiam hanc eiusque altare maius in honorem S. Andreae Ap.”Ab Ordinariatu pr. ArchiepiscopaliGoritiae, die 14. Augusti 1927

La prima processione dell’AssuntaCosì racconta l’”Idea del Popolo” riguardo la prima processione dell’Assunta il giorno successivo alla consacrazione: L’indomani della consacrazione della Chiesa fu per Mossa un’indimenticabile giornata. Il mattino fu tenuto pontificale da monsignor Castelliz con l’assistenza di molti sacerdoti. Dopo il vangelo tenne un discorso come capita pochissime volte di sentire. Monsignor Castelliz parla non solamente bene, ma, quello che conta, parla col cuore che vibra più di grande amore, con profonda convinzione, aiutato da un vasto sapere. Nel pomeriggio si svolse la processione. La statua della Madonna fu rilevata nella vecchia e provvisoria cappella e portata nella nuova Chiesa con un concorso straordinario di popolo: circa 3000 persone vi han preso parte. Tenne il discorso mariano il valente predicatore, sacerdote Varmerin di Udine. Nel mattino, il coro locale misto cantò egregiamente la Messa Pontificale prima, del Perosi.

Vanni Feresin