Visco: un memoriale per le nuove generazioni

L’ex caserma Luigi Sbaiz di Visco ha ospitato sabato scorso l’annuale celebrazione del giorno della memoria alla presenza di tanta gente e numerose autorità italiane, slovene e croate.Il saluto del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia è stato portato dal vicepresidente Igor Gabrovec che ha sottolineato come in questo luogo desolato e desolante, rieccheggino ancora antiche memorie.Memorie di dolore e sofferenza, rabbia e paura, speranza e anche morte per quelle che qui succedeva in un solo, piccolo frangente di tempo nei terribili anni del secondo conflitto mondiale, quando uomini hanno ritenuto di perseguitare altri uomini, assumendosi arbitrariamente il diritto di disporre della loro, dignità, libertà e anche della loro vita.In questo lager dell’Italia fascista per prigionieri civili in seguito all’invasione della Jugoslavia – ha ricordato Gabrovec – realizzato su una superficie di 130mila metri quadrati verso la fine del 1942 e l’inizio del 1943, furono rinchiuse mediamente 3/4.000 persone e si raggiunse un picco di 8.500, tra cui molti bambini e donne, brutalmente rastrellati nei territori occupati dalla Slovenia al Montenegro. Nel gennaio del 2004 – ha aggiunto – fu celebrato il terzo Giorno della Memoria con l’apposizione di una lapide a ricordo delle vittime inermi. Una seconda lapide a memoria di quanti morirono o soffrirono nel campo di Visco fu apposta dal governo sloveno a fine gennaio 2010. Molti storici e personalità della cultura nazionale ed europea si sono negli anni attivati affinché il campo di concentramento di Visco divenga un Memoriale che raccolga e illustri la documentazione riguardante tutti i campi fascisti, prendendo a esempio quanto è stato creato in altre parti d’Europa, soprattutto in Germania a perenne memoria e soprattutto monito affinché non debbano più ripetersi i capitolo più bui del secolo scorso. Un monumento di valenza nazionale e internazionale, che proprio qui faccia luce su un capitolo importante e poco conosciuto della storia contemporanea. Un centro più didattico che museale in senso classico, sulla scia e l’esperienza di strutture analoghe realizzate in Europa a perenne memoria delle atrocità del nazismo. Un investimento da regalare alle nuove generazioni, affinché ciò che è stato non si ripeta mai più.La Soprintendenza ai beni culturali ha fatto la sua parte. Il presidente della Repubblica ha fatto sapere tramite la Prefettura di Udine già nel luglio del 2010 di aver “interessato il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia per le valutazioni di competenza in ordine a possibili interventi volti al recupero storico-culturale di quel compendio”. Da tempo si è già attivata l’associazione Terre sul Confine, guidata da Ferruccio Tassin, che ha salvato la storia del campo di Visco da un molto probabile oblio, sostenuta con forza e autorevolezza, tra gli altri, dallo scrittore triestino sloveno Boris Pahor. E tanti sono gli uomini di cultura, rappresentanti istituzionali e storici affermati, grazie ai quali il sostegno alla creazione di un Memoriale a Visco ha avuto eco anche sulle pagine di importanti quotidiani nazionali.Vi è quindi l’impegno a promuovere a breve un primo tavolo tecnico-politico in Regione affinché la memoria del campo non rimanga soltanto un mesto e rituale pellegrinaggio di poche volte all’anno tra la macerie di un ex caserma. Un Memoriale rivolto ai giovani e quindi ideato e creato secondo le più moderne tecniche comunicative ed espositive. Non delle teche di vetro mute e immobili, ma esposizioni interattive che parlino alle nuove generazioni di ciò che era e non deve più essere, magari attualizzando e integrando il ricordo della tragedia delle persecuzioni fasciste con la narrazione di tanti altri drammi che si ripetono fino ai giorni nostri in ogni angolo del globo.