Visco ricorda tutte le vittime della violenza e del razzismo

Oltre al primo cittadino di Visco, Elena Cecotti, erano presenti i sindaci di Udine, Palmanova, Bagnaria Arsa, Porpetto, Savogna d’Isonzo, San Vito al Torre, Chiopris-Visocne, il vicesindaco di Carlino; inoltre l’europarlamentare Isabella Demonte, Riccardo Riccardi consigliere regionale e Pietro Fontanini, Presidente della Provincia di Udine, il prefetto di Trieste, Adelaide Garufi, e quello di Udine, Delfina Raimondo.Con questa giornata si è inteso ricordare tutte le vittime dell’odio, delle guerre e di ogni forma di violenza e razzismo. La cerimonia ha preso l’avvio con il rito dell’alzabandiera dei vessilli europeo, italiano, sloveno e croato, accompagnati dal suono dei rispettivi inni, e innalzati verso un cielo improvvisamente soleggiato, dopo la nevicata di mezz’ora prima.Da parte slovena erano presenti, fra gli altri, la signora Dragica Bec direttrice del Direttorato per gli invalidi, veterani e vittime di guerra, in rappresentanza del Ministero del lavoro, famiglia, affari sociali e pari opportunità, la console generale Ingrid Sergaš e la Console Eliška Kernsi?.Presenti invece il corpo degli alpini di Visco, gli aviatori, la protezione civile, i donatori di sangue e alcuni paesani accorsi per l’occasione; per la minoranza del Comune erano presenti il prof. Luciano Andrian e Marina Bonetti. Altre associazioni pure invitate non hanno inteso accettare l’invito del sindaco che desiderava vedere tutti impegnati per un’opera comune di collaborazione e di doverosa commemorazione verso chi è stato vittima di soprusi in questa vasta area che vide il passaggio nel 1943, per alcuni mesi, di più di tremila civili dell’ex Jugoslavia.Il commendatore Franco Misceo ha diretto il ricordo facendo eseguire da un trombettiere il silenzio e recitando la preghiera in onore dei caduti. Dopo la formazione del corteo, con tutti i sindaci, rappresentanti vari e associazioni, è seguita la deposizione delle tre corone floreali presso il monumento commemorativo, dopo aver percorso un tratto di strada impervio e fangoso, reso in parte accessibile per l’occasione grazie all’intervento dell’Amministrazione Comunale, che ha cercato di rimuovere fronde, dossi di cemento, pietre e fango e livellare alcune buche troppo pericolose provocate dalle radici degli alberi.L’unico intervento, significativamente, è stato quello del sindaco di Visco che riportiamo integralmente a parte.Quindi il parroco don Giorgio Longo ha recitato le preghiere della liturgia in memoria dei defunti e dato la benediizone.Una giornalista della Radio Televizija Slovenija che cura i programmi televisivi per la comunità nazionale italiana ha voluto intervistare proprio don Giorgio per farsi spiegare la storia di questo campo.Don Giorgio ha risposto lasciando parlare il “Registro degli atti di morte nella zona delle operazioni militari” redatto dal cappellano del campo “Internati Civili di Visco”: una fonte di notizie importante per ricostruire il tipo di internamento che dovettero subire a Visco migliaia di persone qui rinchiuse.Dalle note di questo registro (ma anche dalle informazioni dei paesani che abitavano difronte) esce l’immagine del campo allestito a Visco – nel pieno del secondo conflitto mondiale – innanzitutto come luogo transitorio di prigionia per i civili.Un ambiente dove anche la popolazione locale e il decano don Trevisan cercavano di portare aiuto e conforto, assieme al cappellano militare che celebrava ogni giorno la Messa e conferiva i sacramenti dell’unzione alle persone più deperite e in pericolo di morte.Da questo registro, certa fonte storica, si apprende, fra l’altro, che dall’8 marzo al 3 settembre 1943 decedettero nel campo 22 persone, sepolte nel cimitero internati del camposanto di Visco, mentre 3 persone morirono all’ospedale di Palmanova e furono sepolte nel cimitero civile di quella cittadina.Dall’esame dei dati si evince poi che dei 25 deceduti (di cui viene riportato il nome e cognome, paternità e maternità, età, nazionalità, ora, luogo e causa del decesso) 9 provenivano dalla provincia di Lubiana, 4 da Fiume, 5 dalla Croazia, 7 dalla Dalmazia. I morti avevano un’età compresa fra i 20 ed i 79 anni.Le cause di morte possono essere così sintetizzate: 2 per insufficienza cardiaca, 2 per collasso cardiaco in soggetti deperiti, 2 per nefrite, 2 per arteriosclerosi diffusa, 2 per emorragia cerebrale, 5 per broncopolmonite e insufficienza cardiaca, 1 per paralisi cardiaca, 1 per gastro enterite, 2 per tubercolosi polmonare, 2 per bronchite cronica riacutizzata, 4 per deperimento organico e altre cause. Di questi 3 sono morti nell’Ospedale Civile di Palmanova, 2 nel Preventorio del campo Concentramento di Visco, 20 nell’Infermeria del campo Internati Civili di Visco: tutti gli atti furono redatti e firmati dai tenenti medici di turno e dal cappellano militare Beniamino Frasnelli.