Un Patto per lo sviluppo della Bassa orientale

Nell’ambito della Bassa friulana si sta delineando quali saranno le collaborazioni all’indomani dell’Uti e l’amministrazione comunale di Cervignano del Friuli, in questo senso, si sta facendo capofila di un progetto che mira a continuare la collaborazione tra gli enti. Il nuovo assetto si chiama Patto per lo sviluppo della Bassa orientale e prevede al proprio interno un gruppo di sei Comuni così articolato: Aiello, Campolongo-Tapogliano, Cervignano Fiumicello-Villa Vicentina e Terzo. Cervignano e Terzo hanno già deliberato nelle scorse settimane il loro ingresso nella nuova realtà, gli altri Comuni lo faranno nel breve termine. Le principali finalità sostanzialmente ricalcano quelle delle precedenti Associazione intercomunale del Cervignanese e poi quella dell’Uti, per ridisegnare e reinventare il territorio in un’ottica di gestione comune e condivisa.Nello specifico, si passerà anche a linee di indirizzo comune nella gestione degli organismi partecipati, nella programmazione e attuazione di politiche di area vasta, proponendo anche eventuali riforme degli organismi stessi. Inoltre, saranno essenzialmente tre i campi di intervento nelle politiche sociali: ciclabilità e trasporti, risorse energetiche e sviluppo turistico. Anche la Polizia locale e la gestione dei tributi saranno viste in un’ottica di collaborazione. In attesa dell’assemblea dei sindaci che ratificherà i programmi e gli incarichi, sono state individuate quattro cariche per la gestione del citato Patto: il presidente sarà a rotazione e inizialmente sarà individuato nella persona del sindaco di Cervignano; la Conferenza dei sindaci, il Coordinatore tecnico – correlato al tavolo di supporto tecnico – e i Tavoli tematici degli assessorati. Con una certa cadenza, gli assessori dei vari Comuni si incontreranno per decidere sulle tematiche di loro competenza. La Conferenza dei sindaci approverà annualmente un piano di sviluppo con particolare riguardo alle previsioni di spesa economiche. Il Patto avrà durata quinquennale, ma in ogni caso le amministrazioni comuinali avranno diritto di recesso, comunicando la decisione di uscirne almeno tre mesi prima.