Un “Eccomi” ripetuto da 35 anni

Nella messa dell’ultimo giorno del mese di maggio, oltre all’omaggio alla Vergine Maria a cui è dedicato tutto il mese, c’è stato un momento di gioia perché la parrocchia di Cervignano ha ricordato il 35° anniversario di consacrazione di Suor Paola Scarpin, cervignanese, ora attualmente in città per essere vicina alla madre, ma che presta la sua opera da cinque anni in Senegal. Per Suor Paola il cammino vocazionale è stato caratterizzato da una ricerca di Dio, incontrato poi in un’esperienza del Suo Amore. Un Amore che le ha chiesto tutto e per sempre, nell’amore del Signore e dei fratelli e delle sorelle come Orsolina dell’Unione Romana. Le sue prime esperienze sono state in provincia di Varese, dove ha insegnato, e a Roma, dove è diventata responsabile di un pensionato universitario. Nelle Marche, poi, ha prestato il suo servizio in una parrocchia. Un momento importante nella sua vita religiosa è stato cinque anni fa, quando è stata chiamata alla missione in Senegal, a Pandiènou – Lèhar, nella parrocchia dei Santi Carlo Lwanga e compagni martiri, dove vi ha lavorato a tempo pieno, a insegnare religione nella scuola delle Suore a Thiès. Due anni fa le è stato dato un nuovo servizio come Responsabile della sua comunità del Léhar e di quella di Thiroye, in periferia di Dakar. Entrambe queste comunità hanno dei dispensari, in cui ci si occupa dei poveri e, in uno in particolare, dei malati di AIDS e dei bambini denutriti e malnutriti. A suor Paola abbiamo rivolto qualche domanda per conoscere come trascorre la sua esperienza nel paese africano.

È vero che la Santa Messa in Senegal è molto diversa da quelle che vengono celebrate qui? Il Rito è ovviamente sempre quello Romano, come da noi. Le celebrazioni certamente sono molto più partecipate e animate di quelle che si vivono qui: è la loro cultura, il loro modo di fare che li spingono ad essere così vivaci. La festa è veramente festa!”.

A proposito di cultura, certamente è molto diversa dalla nostra, come ti sei confrontata con queste popolazioni?Le tradizioni e la cultura sono molto diverse dalle nostre. Sto imparando ad entrare nella loro realtà e lo faccio in punta di piedi: imparo molto da loro e per me è estremamente arricchente. Ricevo molto più di quanto io stessa possa dare!

Nella popolazione c’è una preponderante presenza di musulmani, mi pare si aggiri sul 95%: come riuscite a convivere con loro essendo in netta minoranza? Viviamo in pace e serenità, soprattutto perché tutte le famiglie hanno membri di entrambe le religioni. C’è grande rispetto reciproco, c’è un dialogo costante: ad esempio nelle feste della cristianità vengono invitati i capi musulmani e viceversa, perciò c’è questo continuo dialogo inter-religioso che porta frutti positivi.

Suor Paola come vedi il tuo futuro? Il mio impegno in Senegal durerà ancora almeno per tre anni, poi il buon Dio provvederà, sempre per portare la Sua Parola e il Suo Amore là dove mi chiamerà.