Rinnovato omaggio della comunità alla Regina della Laguna

Dopo un anno di stop la comunità cristiana di Grado si è nuovamente ritrovata a Barbana in occasione del 1° maggio. Una ricorrenza celebrata come pellegrinaggio dei pescatori gradesi e, nelle ultime edizioni, come omaggio alla Regina della Laguna da parte dei fedeli, nata negli anni ’50 per volere dell’allora arciprete, monsignor Silvano Fain e ora portata avanti dalla parrocchia gradese. A celebrare la funzione nel santuario l’arciprete parroco di Grado e Fossalon, monsignor Michele Centomo, con la partecipazione del vicario parrocchiale don Nadir Pigato e la presenza del reverendo padre priore, Benedetto Albertin Osb. È stato proprio il padre priore a salutare la comunità, giunta numerosa in una delle prime uscite pubbliche al santuario mariano per la stagione turistica in arrivo, all’inizio della celebrazione. Le note dell’inno alla Madonna di Barbana e, poi, della Messa a tre voci d’uomo di Giovanni Battista Candotti, eseguite assieme al Regina Coeli di Franz Xaver Kubik da una Corale Santa Cecilia in forma ridotta, distanziata e con i Dpi necessari, hanno accompagnato la preghiera dei fedeli. Tra i presenti, oltre al sindaco, Dario Raugna, e l’assessore alla cultura, Sara Polo, anche una rappresentanza della locale squadra di Protezione Civile. L’arciprete ha, poi, ricordato le figure di Maria e San Giuseppe nella giornata dedicata a San Giuseppe Lavoratore. “Giuseppe lavoratore è proposto dalla Chiesa a modello di ogni lavoratore”, ha sottolineato monsignor Centomo. “Dovette essere fedele e generoso nel suo lavoro. Avrà sentito anche la responsabilità di avere Gesù accanto a sé a cui dare esempio di laboriosità e a cui trasmettere l’arte della propria professione. In questa sua memoria vogliamo porre sotto la protezione di san Giuseppe tutto il mondo del lavoro con i suoi molteplici e gravi problemi; raccomandargli tutti i lavoratori; raccomandargli i disoccupati in cerca di lavoro; chiedergli che aiuti chi ha particolari responsabilità in campo economico per impostare le cose non sull’onda del mero profitto egoistico, ma sulla base della giustizia, dell’equità e della solidarietà. San Giuseppe ci aiuti”.”Oggi – ha proseguito monsignor Centomo – siamo qui anche per iniziare il mese di maggio, il mese della sposa di Giuseppe e Madre di Dio e Madre nostra, Maria. Siamo qui davanti a Lei, Regina degli Angeli, Regina della Laguna, non solo per una fugace visita o per assolvere ad un “precetto” solo perché è tradizione. Siamo convenuti perché vogliamo imitarla nel dono di Colei che offre Gesù a ciascuno di noi. Infatti, Maria ci aiuta a dare un senso nuovo alla vita iniziando dalle cose semplici, umili, quelle di tutti i giorni, perché Lei è l’inizio, l’aurora della redenzione e Gesù ne è il meriggio”.”Oggi, in questa isola di Barbana, s’incontrano pellegrini che dicono la loro gratitudine alla Madre del Signore: è bello che in questo lembo di terra, Maria sia congiunta al suo popolo che guarda a Lei, la percepisce vicina e la vuole al suo fianco, sapendo di essere protetto dal suo sguardo materno. E, particolarmente, pensiamo a quanti, nel momento del pericolo, si sono rivolti a Lei come all’ultimo appiglio considerandola come la stessa presenza e tenerezza di Dio nella loro vita”, ha concluso il parroco.Il ricordo, durante la celebrazione, anche nei confronti di dom Benedetto per la scomparsa prematura del fratello, Stwart de Lyra Albertin, scomparso in Brasile qualche giorno fa e per la cui perdita l’intera comunità si è stretta attorno al padre priore.