Riconversione e riqualificazione

La caserma Monte Pasubio fu costruita a Cervignano tra il 1936 e il 1937 e i circa 10 ettari di terreno saranno oggetto di riconversione e riqualificazione, la cui progettazione è stata affidata dal Comune alla Corde architetti associati di Sacile, creando un polmone verde salvando i grandi alberi che insistono sull’area. La caserma si compone di vari edifici, diversi per dimensioni, epoca di costruzione, tipologia e funzione, organizzati secondo uno schema ordinato lungo percorsi interni razionali. Sei capannoni per alloggio truppe e una serie di fabbricati polifunzionali. L’area è circondata da un muro di cinta, costituito da pilastri di cemento e muratura lungo la via Terza Armata e in parte di via Chiozza. Vi sono anche alcune garitte per la guardia di giorno e le altane per la guardia notturna. Attualmente gran parte dell’area è infestata da piante e arbusti che coprono interi edifici. Dalla parte di via Chiozza si trova la palazzina circolo ufficiali posta perpendicolarmente al fabbricato comando in prossimità del muro di cinta, che assieme alla palazzina comando e all’ex alloggio per le truppe del corpo Lancieri d’Aosta è oggetto di vincolo da parte della Soprintendenza e saranno gli unici edifici che non verranno demoliti. L’ex circolo sarà la prima palazzina a essere riqualificata e andrà a ospitare la nuova sede del centro per l’impiego. All’interno della costruzione si trova ancora la sala da ballo con un grande camino. La parte oggetto di vincolo, la più significativa e interessante del complesso, è rappresentata dalla palazzina di comando che dà sulla via Terza Armata e che ospitava gli uffici e l’alloggio del colonnello comandante. Sopra il portale di pietra che sovrasta la porta d’ingresso spicca ancora il nome della caserma. Tra gli edifici che invece saranno demoliti, vi è la grande mensa, su due piani, e lo spaccio-chiesa dal quale verrà salvato lo storico altare prelevato nel dopoguerra dalla scuola missionaria presente a Cervignano e la lapide commemorativa dei militari della banda di rappresentanza deceduti in un tragico incidente a Casarsa nel 1966. Infine, stessa sorte anche per altri alloggi militari, la stazione radio e i diversi depositi.