Relitto “Grado 2”: un museo in fondo al mare

Un relitto emerso dalle pieghe del tempo, scoperto ormai più di 20 anni fa. Fino ad oggi, però, il “Grado 2” è rimasto inabissato nell’Adriatico, dove si trova da oltre mille anni, dopo essere affondato con tutto il suo carico. Lì vi rimarrà ma è proprio questa la particolarità del progetto “UnderwaterMuse”, finanziato dall’Unione europea. Diversamente dal passato, infatti, si è deciso di mantenere i resti sott’acqua, proteggendoli con una speciale rete che li difenda da possibili predatori.Un lavoro che ha visto impegnati i ricercatori delle Università di Udine, del Salento e di Ca’ Foscari. Quest’ultima ha realizzato un’app, che consentirà di ammirare il relitto senza immergersi, anche perché il tutto non verrà fatto riemergere – come invece accaduto – per il “Grado”, che troverà collocazione nel futuro Museo del mare dell’Isola d’oro -.L’unico modo per ammirarne i resti dal vivo è immergessi nel punto in cui è stato lasciato, ma per farlo bisogna essere sub esperti o guidati da uno di loro, poiché il tutto si trova a 19 metri di profondità e non è segnalato in alcun modo.Sulla possibilità di avviare visite guidate, la soprintendente regionale Simonetta Bonomi ha messo in chiaro alcuni elementi: “Bisogna organizzare il modo per accompagnare i turisti, facendo accordi con operatori del settore”.Questi non dovranno solo aiutare le persone a scendere in acqua, ma dovranno anche garantire una spiegazione storica sul relitto, sul carico di anfore che trasportava – databile attorno al III a.C., il più antico dell’Adriatico centrosettentrionale – e sul contesto storico in cui è inserito. Elementi che certamente non si improvvisano.Inoltre, c’è l’aspetto della manutenzione della griglia posta sul “Grado 2”, un’ampia struttura studiata per resistere anche agli effetti della pesca ma che ha attirato l’attenzione della fauna ittica.Accordi con le realtà di sub ancora non ci sono, ma il coordinamento regionale presente alla presentazione del progetto “UnderwaterMuse” ha dimostrato la volontà a collaborare in questo senso. In alternativa, comunque, c’è la realtà virtuale: uno degli auspici è che una postazione possa essere collocata anche nel polo museale gradese, così da ampliare l’offerta culturale presente.Il progetto, inserito nel Programma di cooperazione transfrontaliera Interreg Italia-Croazia 2014-2020, ha visto come capofila l’Ente Rregionale per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia, in partnership con l’Università di Venezia Ca’ Foscari, la Regione Puglia, l’agenzia Rera – Spalato e il Comune di Kaštela. Come evidenziato dal professor Massimo Capulli dell’ateneo di Udine, il lavoro di scavo svolto è stato complesso proprio per le condizioni in cui si è operato. Vi si poteva rimanere solo per 50 minuti, dando poi il testimone ai colleghi.

(Foto Università degli studi di Udine)