Quei dodici scalini per conoscere le cose profondamente umane

È ormai un appuntamento tradizionale, l’11 luglio, quello che vede i monaci benedettini ricordare il loro fondatore, San Benedetto da Norcia. Non è una giornata, dunque, solo per ricordare la vigilia dei Santi Patroni Ermacora e Fortunato ma anche per fare memoria del Patrono d’Europa e del fondatore del monachesimo occidentale. Fortunata coincidenza, quest’anno San Benedetto è “caduto” all’interno di una domenica e, così, i vari fedeli che hanno raggiunto l’Isola Santuario per la celebrazione domenicale hanno potuto vivere un momento di spiritualità in più. A celebrare la Santa Messa Solenne il priore, padre Benedetto Albertin Osb, alla presenza dell’arciprete parroco di Grado, monsignor Michele Centomo che ha concelebrato. “Oggi celebriamo con tutta la Chiesa e con tutti i monaci in cielo e in terra San Benedetto, fondatore del nostro santo ordine benedettino”, ha ricordato padre Benedetto Albertin Osb durante l’Omelia. “Se la ricercherai la troverai, la sapienza di Dio. Siamo tutti cercatori di Dio, anche chi si definisce ateo è, a modo suo, cercatore di Dio, anche per, nella sua ingenuità, negarlo. È innata in noi la sorgente del luogo da dove proveniamo”.Il monaco “è colui che, nella ricerca di Dio, pone lo scopo di tutta la sua vita. Nella santa regola il nostro santo padre pone come requisito per l’accettazione di un confratello in comunità, la “vera ricerca di Dio”. Conoscendo Dio si arriva a conoscere sé stessi. Tutta la regola di San Benedetto evidenzia come solo nella ricerca di Dio la vita assume un significato”, sono ancora le parole del priore. “La ricerca di Dio è un’azione di coraggio ed è questa la grande parola per la ricerca di Dio. In questo camino è necessario mettere il cuore, “coragiter”, in latino, significa azione del cuore – ha proseguito padre Benedetto – la santa regola, ancora una volta, lascia intuire i numerosi segni, devi cercare Dio nella via del silenzio e della meditazione, nel volto dei fratelli e delle sorelle con i quali condividi il cammino di comunità, nel volto dell’ospite, del pellegrino, dello straniero, di chi non conosci ma sei chiamato ad accogliere. Cercalo nella natura, che col lavoro sei chiamato a custodire e a far crescere. Cercalo nella Sua Parola che nella preghiera, nella lectio e nello studio sei chiamato a conoscere”. Una è la via, “quella dell’umiltà. San Benedetto propone dodici gradini non per salire a lui ma per scendere, per conoscere ciò che è profondamente umano, verso il piccolo, il mite e umile di cuore che è Gesù. Che ci invita ad andare a lui per trovare ristoro. Alla fine della regola il nostro Santo Padre Benedetto sottolinea e chiede di non anteporre nulla a Cristo. Così, passo dopo passo, tutto può trovare unità, una spinta in avanti, verso un Dio che Gesù ci ha rivelato. Che tutto avvolge. Sia anche questo il nostro cammino”, ha concluso padre Benedetto.