Le reliquie di Marco e Odorico a Barbana

Domenica 1° settembre, a corollario delle celebrazioni per il venerabile Egidio, un altro sentito appuntamento, ancora di indole francescana, animerà il santuario dei frati di Barbana. Accompagnate dalla predicazione di monsignor Guido Genero, vicario generale dell’arcidiocesi di Udine (alle messe delle ore 10, 11 e 15.30), saranno esposte alla venerazione dei fedeli le reliquie dei beati Odorico da Pordenone e Marco d’Aviano, entrambi francescani e friulani.Si tratta, oltre che di santi dal forte carisma e per di più taumaturghi, anche di personaggi storici di primaria importanza: l’uno viaggiò a Oriente e fino in Cina sette secoli fa approcciando culture quasi sconosciute; l’altro fu, come si sa, apostolo di pace in Europa oltre tre secoli orsono garantendo al nostro continente la sua identità culturale oltreché religiosa. La loro passione francescana si espresse dunque in un coraggioso impegno missionario in contesti difficili. Furono grandi evangelizzatori e sono emblemi della fede della nostra terra proiettata vitalmente a superare steccati e confini indotti dalla storia recente e chiamata a essere luogo di incontro fra etnie e popoli nella costruzione di una fraternità universale della quale la Chiesa, perché cattolica, è grembo fecondo. A tali tematiche si è ispirata la festa del Beato Padre Marco (13 agosto) celebrata con un programma diffuso (una ventina di momenti) che per l’intero agosto ha abbracciato la regione (fino al crocevia di lingue che è il Tarvisiano) e parte del Veneto, con una proiezione a Vienna, visitata nel mese per iniziativa del Comitato pro causa di canonizzazione del cappuccino che studiò a Gorizia e qui apprese i “cromosomi” europei. Del valore “Marco d’Europa” si è parlato anche in città il 10 agosto (nella foto) quando si sono riunite infatti all’Istituto “Sacra Famiglia” di via don Bosco delle Suore Scolastiche Francescane di Cristo Re, congregazione che compie 150 anni, le religiose della città, ripetendo l’esperienza dello scorso anno dalle Suore di Nostra Signora e prima ancora in Convitto a un ritiro USMI. Rappresentate due comunità di lingua slovena, una di lingua italiana, una mista e una di lingua tedesca, con le profonde convinzioni sottolineate dal Comitato a premessa della liturgia d’intercessione trilingue presente la reliquia del beato, baciata al termine anche dalle ospiti dell’annesso pensionato. Essa prosegue ora il suo tour verso Trieste dove Padre Marco “tornerà” nel pomeriggio di sabato 14 settembre in occasione della collocazione di un suo ritratto nel Tempio di Monte Grisa. In mattinata il messaggio del frate venerato dalla Casa d’Austria risuonerà a Duino. Un pellegrinaggio da Pordenone e Gorizia farà sosta prima a San Giovanni in Tuba (ore 9.30), quindi nel castello della Torre da lui visitato due volte (1689, 1693) per la sua amicizia con il conte Francesco Ulderico, capitano di Gradisca e ambasciatore dell’imperatore Leopoldo I a Venezia: ben 250 sono le lettere da qualche anno ritrovate in castello che illustrano un rapporto non solo umano ma che lega tuttora Marco d’Aviano all’Isontino e a Trieste.