Joannis ha sciolto il voto a Barbana

Era il 6 novembre 1884 quando iniziò il pellegrinaggio alla Beata Vergine Maria di Barbana per un perpetuo voto della parrocchia di Joannis per ottenere la loro salute e la liberazione dall’afta epizootica bovina, e decisero di farlo il primo lunedì dopo la festa dell’Assunzione della Vergine Maria al cielo. Anche quest’anno la comunità della bassa friulana assieme alla comunità di Medea ha rispettato il voto fatto 137 anni fa. Arrivati sull’isola i pellegrini sono stati accolti dai monaci ed in processione si sono recati al santuario. Dopo le confessioni è stata celebrata la Santa Messa Solenne da parte del parroco delle due comunità don Federico Basso, che nell’occasione durante la celebrazione era attorniato da un gran numero di giovani ministranti. Alla fine della funzione religiosa c’è stato il pranzo comunitario, un momento felice di aggregazione e l’occasione per stare tutti assieme in allegria. Prima di lasciare l’isola un altro momento importante, le due comunità si sono ritrovate nuovamente in basilica per il saluto alla Madonna con la recita del Santo Rosario e l’impegno di continuare questa tradizione. I vecchi raccontano che tanti, tanti anni fa, i pellegrini partivano da casa e a piedi andavano fino a Terzo d’Aquileia, dove prendevano le barche a remi per arrivare fino al Santuario. Portavano con sé quel poco che avevano da mangiare e si fermavano a Barbana a dormire. Man mano che cambiarono i tempi, si cominciò ad andare con i carri, ci si alzava alle 2 di notte per dirigersi ad Aquileia. Dato che i cavalli andavano piano, piano, per la strada si pregava e si cantavano le litanie. Alle ore 6 di mattina bisognava essere già puntualmente al porto di Aquileia, dove ci si imbarcava sul vaporetto che conduceva a Barbana. All’arrivo, nell’isola di Barbana, c’era Padre Corrado ad attendere i fedeli; con la Croce in mano iniziava la processione fino in chiesa, accompagnata dai canti mariani. Prima ci si confessava poi alle 10 iniziava la S. Messa cantata (il giorno del pellegrinaggio l’organista non è mai andato a lavorare, ma sempre rimasto fedele al voto). All’offertorio, tutti i pellegrini presentavano un’offerta che poi il sacerdote consegnava al padre del santuario. I tempi cambiarono ancora, venne la guerra e nel 1944 nessuno andò al santuario di Barbana, soltanto don Pino Deluisa, di nascosto e seguendo un percorso secondario, ci riuscì, passando da Belvedere. Quando, anni dopo, si tornò a stare meglio ricominciò il pellegrinaggio, imbarcandosi, ora, a Grado. Si cominciò a usare la corriera, la bicicletta, la moto, fino ad arrivare ai giorni nostri, all’automobile.