Isola Morosini: pagine di storia

“Isula Cenni storici, onomastica e tradizioni di Isola Morosini”, edizioni della Società Filologica Friulana. Il sostegno è venuto dal Comune di San Canzian d’Isonzo e dalla Cassa Rurale FVG Credito Cooperativo Italiano rappresentata dal consigliere Franco Baiutti, che ha evidenziato l’importante ruolo della Cassa Rurale al servizio delle comunità. Gli autori, Adriana Miceu e Maurizio Puntin, nei  loro interventi, hanno presentato il lavoro, ringraziando chi ha fornito il materiale fotografico e testimonianze orali.La Miceu si è occupata di storia moderna e contemporanea fin dopo la II guerra mondiale. Interessante il racconto sulla famiglia Brunner e la figura di Guido: nella I guerra mondiale perse la vita combattendo per l’Italia; il suo eroismo fu coronato da una medaglia d’oro alla memoria. Protagonista, la famiglia Brunner pure nella II guerra mondiale col sostegno alla Resistenza. Momenti grami per gli Isolani nel primo ’900: è il 1924, quando  il dott. Tomasin, che cercava di arginare la malaria in quelle terre, racconta che “parecchie case coloniche sono peggiori delle stalle”. Agricoltura razionale sì, produzione moderna che si incanala verso i mercati di Trieste ma, se c’è chi dichiara che “in fondo a Isola stavano tutti bene”, un giovanissimo sindacalista, e preparato, come Rolando Cian fu tra le guide di uno sciopero durato più di un mese e sostenuto spiritualmente e in parte finanziariamente dal principe arcivescovo di Gorizia Carlo Margotti. Emerge, fra le altre la figura di un sacerdote a lungo parroco a Isola, come don Giacomo Billiato. Adriana Miceu mostra spaccati di vita del paese, facendo parlare “la povera gente” e raccontando tanti fatti di dolore, non tralasciando i pellegrinaggi a Barbana e la fede nei momenti di gioia e dolore.Maurizio Puntin, esperto in toponomastica e onomastica, fa scoprire il paesaggio nei nomi dei luoghi: Cason (abitazioni che saranno fin nell’Ottocento), Boion, Bosco, Fiume, Fossa, Isola, Paludo, Nemus (bosco), Levada (strada di alzaia), Pascoli, Pradi, Rapar, Risiera, Pantiera (luogo recintato)…Riporta parole friulane tipiche del luogo, e così ti pare di andar a vedere tutto questo nel tempo, schivando i “scos” (pozzanghere nelle strade), magari con addosso la “calia” (una nebbiolina che bagna), e scorgere un “zop” (sorta di piroga) che scivola nell’acqua… Apprezzato l’intervento conclusivo del prof. Ferruccio Tassin che ha  inquadrato ed esaltato il lavoro degli autori definendolo convincente e avvincente, un libro da leggere con l’orgoglio di essere friulani aperti oltre i confini al mondo. Tassin ha ripercorso, in un viaggio a ritroso nel tempo, la storia dalle origini di Isola, che emerge da un documento nel 1188 .Interessante l’aspetto multiforme del nome: in slavo Otok, italiano Isola Morosini e Isola Malipiera , latino Insula Maurocena e Petra Rubra; in friulano semplicemente Isula. Notevole il lavoro di Puntin in un ventaglio di toponimi che parlano di famiglie, proprietà, contiguità culturali, popoli. Qui sui confini orientali i popoli si incontrano e, perfino dopo gli scontri, lasciano qualcosa di comune. Tutto questo, dall’appartenenza medievale ai benedettini dell’Abbazia di S. Gallo a Moggio, a quella più pesante della  Repubblica di Venezia, e poi all’Austria, viene analizzato attraverso documenti antichi, nomi di luoghi, nomi di persone, nomi di famiglie e, dal mosaico, escono le immagini: una narrazione che vede uomini e donne faticare, in diversi strati sociali, nel laborioso viaggio della vita.Bellissimo pomeriggio in una chiesa gremita da Isolani che, come ogni anno, nella ricorrenza del Patrono, si ritrovano nella per assistere alle cerimonie religiose per poi far festa. Quest’anno, il ritrovarsi ha avuto  un sapore più intenso, con questo bel lavoro di Adriana Miceu e Maurizio Puntin, che riesce a far rivivere vecchie emozioni e fa conoscereIl passato.