Impegno di evangelizzazione e promozione umana

Quindici giorni di certo non bastano per conoscere una realtà complessa e diversa dalla nostra quale quella ivoriana, ma di certo stimolano ad approfondire e…a ritornarci quanto prima!Da diversi anni, in cuor nostro, avevamo una gran desiderio di recarci in Africa per conoscere la ricchezza di quella realtà e le tante belle opere che la nostra Diocesi ha costruito in tanti anni di presenza in quelle terre. La presenza di Claudia Pontel, missionaria laica, amica e compaesana, ha sicuramente aumentato il nostro desiderio di scoperta che abbiamo concretizzato in un viaggio di quindici giorni in Costa d’Avorio.La nostra esperienza si è equamente suddivisa fra la vita all’interno della casa famiglia di Bouaké e la visita ai villaggi e realtà connesse con la nostra diocesi.  La casa famiglia “Notre Dame des Sources”, fondata da Denise, una laica locale, da molti anni ospita e accompagna con amore nella loro crescita, bambini che non hanno famiglia. Claudia opera proprio in questa bellissima struttura che ospita circa cinquanta bambini di diverse età (dal mese di vita ai diciannove anni) che vengono accolti con amore e attenzione alle singole caratteristiche di ognuno. Da diversi anni l’associazione di Aiello della quale facciamo parte, gli “Amici del Mondo”, sostiene questa realtà: poterla vivere in prima persona è stato davvero bello ed emozionante. La nostra permanenza nel centro è stata scandita da ore di coccole, baci, carezze, giochi e intrattenimenti varii, rivolti ai piccolissimi ospiti; è stato bellissimo stare in loro compagnia ed essere travolti da un affetto senza misure e da una tenera ricerca di attenzioni. Questi bambini sono davvero custoditi come piccoli gioielli: sono paffuti, vestiti con abiti personali e colorati, sono lavati più volte al giorno per alleviare gli effetti del caldo. Nonostante ciò richiedono tante attenzioni  e cercano con grande trasporto quanto di più importante nella vita di ogni essere umano: l’amore. Un aspetto molto importante è che il centro offre un impiego a diverse donne del luogo che possono lavorare in cucina, nell’assistenza diretta ai bambini e nelle pulizie: questa funzione è molto importante, perché crea un indotto che consente a diverse famiglie di poter contare su uno stipendio mensile che altrimenti potrebbe mancare.L’altra faccia dell’esperienza ivoriana, ci ha concesso di visitare le tante realtà locali. Il nostro accompagnatore e guida impareggiabile è stato don Michele Stevanato, missionario diocesano da più di trent’anni in quelle terre. Con lui abbiamo potuto visitare villaggi sperduti, partecipando alle animate celebrazioni liturgiche assieme ai locali e condividendo momenti di incontro e di confronto fra culture diverse. Particolarmente interessante è stata anche la visita a Yamoussoukro, città affascinante, caratterizzata dalla presenza  della Basilica “Nostra Signora della Pace” che ricalca la magnificenza di quella di San Pietro . Sono stati però i piccoli villaggi che ci hanno particolarmente coinvolto, con le loro capanne, le piccole attività commerciali, i numerosissimi  bambini che ci correvano incontro e ci accompagnavano, quasi come una scorta, nelle nostre visite fra le loro case. È stato come  immergersi in un mondo diverso, distante, ma ricco di spunti di riflessione e di fede. Un’esperienza indimenticabile!È stato davvero bello poter vedere con i nostri occhi le tante opere che la Diocesi di Gorizia ha costruito in quelle terre lontane e avere l’impressione di conoscerle già, grazie ai racconti interessanti che molte volte abbiamo sentito da monsignor Baldas e don Soranzo. Non solo chiese e luoghi di preghiera, ma anche molte scuole in cui studiano centinaia di bambini e ragazzi. Ricordiamo ancora, con nostalgia, il piccolo salvadanaio gialla che durante la quaresima il Centro missionario inviava nelle parrocchie; noi bambini guardavamo quei sorridenti bambini e cercavamo di rinunciare a qualcosa per poterla riempire di monetine. Era gratificante riportarla piena la Domenica delle Palme ed è stato altrettanto bello oggi, con gli occhi da adulte, vedere e toccare con mano quanto i piccoli-grandi sacrifici di tanti, abbiano concesso a tante persone di condividere un progetto importante che ci unisce e rende fratelli in Cristo.