Il campanile “restituito” alla comunità di Perteole

Liberato dai ponteggi che l’avevano fasciato per diversi mesi, ora svetta massiccio e solenne il campanile della Chiesa parrocchiale di San Tommaso Apostolo di Perteole. Conclusi i lavori di consolidamento del manufatto, la cerimonia dell’inaugurazione ha avuto luogo domenica 16 dicembre. Erano presenti il Sindaco di Ruda, Franco Lenarduzzi, alcuni consiglieri del Comune e numerosi abitanti del luogo. Il parroco, don Giampietro Facchinetti, ha benedetto l’opera e ha voluto ricordare e nominativamente ringraziare tutti coloro che hanno attivamente operato per ridare nuova stabilità e funzionalità  alla torre campanaria. In particolare, l’architetto Ennio Snider, coadiuvato dall’architetto Antonio Scagliarini, a cui è stato affidato il progetto del restauro e la direzione dei lavori, l’ingegner Stefania Pinat, che ha curato il piano organico del consolidamento strutturale, l’architetto Augusta Sanson, quale coordinatore della sicurezza, l’impresa di Giovanni, Dante e Marcello Colossetti che ha eseguito l’opera, la ditta Simet, che ha provveduto al ripristino del sistema campanario, il sacrista Luigi Rendina e anche coloro che, con le consulenze o interventi, hanno assicurato il buon esito dell’operazione. In corso d’opera erano pure emersi particolari problemi: l’uno riguardante l’antico orologio meccanico del 1750 che fu sostituito cinquant’anni fa da uno elettrico e che giaceva all’interno del campanile usurato e coperto dalla ruggine; l’altro concernente la scala interna lignea logorata in molte sue parti e, quindi, pericolante. Due parrocchiani, Giovanni Perissin, esperto nel settore della meccanica, e Francesco Milocco detto Carlo, abile artigiano del legno, hanno brillantemente e generosamente risolto i problemi: l’orologio è stato da Peressin rifatto nelle parti mancanti e rimesso a nuovo (ora si trova all’interno della casa canonica dove può essere ammirato), mentre la scala interna lignea è stata sostituita da Milocco con una nuova. Il Parroco ha voluto anche precisare che il restauro è stato finanziato, in parte con fondi della C.E.I., in parte con il contributo della Regione, in parte con il contributo del Comune e in parte con fondi della Parrocchia e offerte dei fedeli. Un momento significativo della cerimonia è stato quando Giancarlo Politti ha letto, a nome di tutti i parrocchiani, un caloroso e fervido ringraziamento a don Piero non solo per la sua incessante e valida opera di Pastore, ma anche per le tante iniziative da lui assunte per il restauro di cinque Chiese presenti nel territorio comunale. Viva è stata la gioia di tutti i presenti alla cerimonia che hanno potuto riascoltare il canto delle campane che è una voce importante nella costruzione, nell’identificazione e nella rappresentazione dell’identità di ciascuno. Su quella recentemente fusa in sostituzione della maggiore rimossa per ragioni statiche c’è un’iscrizione in lingua latina dettata dal Parroco in questi termini: “Benedicite, gentes, Deum nostrum et audiam facite vocem laudis Eius” (Benedite, o genti, il nostro Dio e fate che possa udire la voce della sua lode).Quando la solenne celebrazione si è conclusa, tutte le campane hanno suonato a distesa anche per solennizzare la restituzione alla comunità di un bene che poteva andare perduto.