Grado Microcosmo della Mitteleuropa

Lo scorso 27 aprile il circolo di Bruxelles dei Giuliani nel Mondo – che da diversi anni opera nella capitale europea con eventi volti a promuovere il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia – ha ospitato al Press Club Europe la conferenza “Grado Microcosmo della Mitteleuropa”, della professoressa Marina Bressan.La conferenza si è aperta con i saluti del presidente del Circolo di Bruxelles, dottor Giulio Groppi, e del segretario e responsabile del progetto, dottor Antonio Pavanello, seguiti dalla dottoressa Martina Rattinger della regione Carinzia e del dottor Gino Cormons della Regione Friuli Venezia Giulia, i quali hanno ricordato i profondi legami culturali, oltre che istituzionali, tra le due regioni.Nella sua conferenza la professoressa Marina Bressan ha ripercorso i momenti più importanti della storia contemporanea di Grado che, da antichissimo villaggio per lo più di pescatori, dove la vita era racchiusa in un “castrum” di calli, diventò sotto l’amministrazione austriaca la spiaggia più amata della monarchia austroungarica.Sotto l’amministrazione austriaca iniziò infatti per Grado un nuovo periodo di prosperità, favorito da una sapiente politica salutistica avviata nell’Ospizio Marino, culminata nell’assegnazione dell’ambito titolo di Kurort (località di cura), sostenuto anche dalla rete ferroviaria.Una volta divenuta italiana, Grado seppe superare le difficoltà dovute al cambio di amministrazione e alla frammentazione del vecchio Impero in nuovi Stati, consolidando il suo ruolo di importante centro turistico della regione giuliana e di tutta la nuova Europa centrale.Nel decennio successivo si confermò luogo di villeggiatura alla moda non solo per stranieri ma anche per italiani, aprendosi a un turismo non più solamente elitario ma che coinvolgeva gran parte della popolazione, favorito anche dalla costruzione del ponte che la collegava alla terraferma.A partire dagli anni ’50 Grado si espanse ulteriormente attraverso nuove colate e diventò luogo di villeggiatura di tutti, nonché meta preferita dei gitanti domenicali.La professoressa ha corredato la presentazione con foto storiche, nonché con la lettura di testi di Biagio Marin e articoli tratti da giornali dell’epoca, che hanno illustrato al pubblico la trasformazione di Grado nel corso del tempo.La relatrice si è soffermata sulle foto della Grado austriaca di inizio secolo, dove erano sorti alberghi, hotel, impianti talassoterapici, promenade, viali, nuovi stabilimenti per garantire all’ospite ogni comodità.Ampio approfondimento è stato dato inoltre alla figura del pittore Josef Maria Auchentaller e alla moglie Emma, che hanno trasformato Grado in un cenacolo operoso di pittori, artisti e architetti secessionisti, insomma una “piccola Vienna mondana”.Non sono mancati poi i più iconici manifesti pubblicitari di Grado, da quelli di impronta secessionista di Auchentaller a quelli simbolo degli anni ’30, come il celebre “Estasi in laguna” di Marcello Dudovich.La conferenza ha visto la partecipazione di un ampio pubblico, tra cui numerosi ospiti esterni, anche provenienti delle istituzioni europee, spinti da una grande e genuina curiosità nei confronti di Grado.