“Capaci di amare secondo la misura di Dio”

Solennità del Corpus Domini all’insegna del rispetto delle normative anti-Covid ma con il mantenimento della dignità e della solennità necessarie anche a Grado. Un momento, senza la processione esterna, molto partecipato non solo dalla locale comunità gradese ma anche dai numerosi turisti che hanno preso parte alla Santa Messa e alla Benedizione Eucaristica. Momenti accompagnati dalla sezione maschile della Corale Santa Cecilia che ha eseguito la Messa a Tre Voci d’Uomo “Cerviana” di Lorenzo Perosi assieme a numerosi canti popolari. L’Inno Eucaristico del Friuli del Vasinis ha concluso musicalmente un momento già di per sé toccante. A fornire un concreto ausilio alla celebrazione anche un gruppo di volontari dell’Associazione Portatori della Madonna di Barbana, oltre all’immancabile servizio d’ordine dei volontari parrocchiali.  “È la festa della comunione: a riportare nel mondo questa verità, a riscoprire questo immenso vocabolo è stato Gesù. Senso definitivo del nostro andare e lottare, del nostro piangere e costruire, che si estende ad abbracciare tutto ciò che vive quaggiù sotto il sole, i nostri fratelli minori, le piccole creature, il filo d’erba, l’insetto con il suo misterioso servizio alla vita, in un rapporto non più alterato dal verbo prendere o possedere, ma illuminato dal più generoso dei verbi: donare”, ha precisato monsignor Michele Centomo durante l’omelia.”Qual è il significato, allora, del versetto che ci ha introdotto a questa semplice riflessione? Lasciamo la parola a papa Francesco che ci dice: “La carità di Cristo, accolta con cuore aperto, ci cambia, ci rende capaci di amare non secondo la misura umana, sempre limitata, ma secondo la misura di Dio. E qual è la misura di Dio? Senza misura! La misura di Dio è senza misura. Tutto! Tutto! Tutto! E allora diventiamo capaci di amare anche chi non ci ama”. Ci impegniamo a riscoprire la grandezza dell’Eucaristia, Cibo che dona vita Ci impegniamo a diventare pane spezzato”, ha proseguito ancora l’arciprete. “Anche noi abbiamo un Cibo, il Corpo di Cristo, che è un Sole da seguire perché è la nostra Vita e noi vogliamo vivere per Lui”, così il parroco nella conclusione del pensiero omiletico. Dopo la celebrazione la processione interna alla Basilica la benedizione, dal sagrato di Sant’Eufemia, all’intera città per affrontare con uno spirito di fede e speranza il momento.