“Petali di Gorizia 2”: riflessioni e testimonianze da un centenario

A un anno dalla pubblicazione di “Petali di Gorizia”, lo studioso Vanni Feresin pubblica la seconda parte della sintesi dei suoi lavori di ricerca storica riguardanti la città di Gorizia.Variegato e interessante ventaglio di argomenti affrontati nel secondo volume. In apertura vengono presentate le cronache delle visite Imperiali dal 1660 in poi, partendo da quella di Leopoldo I, analizzando le tre visite di Giuseppe II, quella di Ferdinando I e i ben cinque passaggi in città di Francesco Giuseppe I, letti attraverso i racconti de “L’eco del Litorale” ma anche scorrendo le dettagliate pagine delle cronache del monastero delle Orsoline. Per quanto riguarda la storia sociale e religiosa l’autore analizza le lettere pastorali dei Principi Arcivescovi che hanno governato la diocesi a cavallo dei secoli XIX e XX, ovvero il cardinale Giacomo Missia e gli arcivescovi Andrea Jordan e Francesco Borgia Sedej, quest’ultimo trovatosi ad affrontare, dopo il rientro dall’esilio, la situazione disperata, sia temporale sia spirituale, in cui si trovavano a vivere le popolazioni loacali e quelle dell’Europa, completamente devastata dalla guerra.Grande Guerra che trova grande spazio in questa pubblicazione, vista da più angolature e versanti. Il lettore infatti può immedesimarsi nella vita del soldato friulano in Russia attraverso i ricordi dei diari di guerra del sacerdote Francesco Ulian, nato a Ruda nel 1899, per quarant’anni parroco di Medea, che descrive durissimi quindici giorni di vita quotidiana durante la marcia verso Leopoli, lontano da casa e affetti. Dalla lontana Russia alla martoriata Gorizia: come nel primo volume, continua la pubblicazione dei diari delle Madri Orsoline (patrimonio plurisecolare preziosissimo, integralmente ricopiato da Feresin ed edito con il permesso dell’Ordinariato Arcivescovile che oggi è proprietario del fondo), questa volta del triennio 1916-1918. La penna della superiora Cecilia Sablic e quella di suor Matilde Grcar offrono una quantomai singolare testimonianza della caduta di Gorizia e dei numerosi bombardamenti che causarono ingenti danni anche agli edifici centrali della città.Una parte significativa tratta invece la profuganza dei goriziani nei campi di Wagna e Leibniz, attraverso la riproposizione di articoli coevi apparsi sull’ “Eco del Litorale”scritti da diversi cronisti, riguardanti la vita quotidiana nei campi di prigionia.Conclude il volume la riproposizione della “Sagra di Santa Gorizia”, lunga lirica di Vittorio Locchi, per anni considerata un tributo all’italianità di Gorizia, oggi traducibile come un inno di ringraziamento e suffragio a chi è caduto nell’Inutile Strage.Le ricerche di Feresin, paleografo, archivista, ricercatore e storico locale, come per il primo volume, hanno trovato terreno fertile per la pubblicazione nell’ambito del Centro per la Conservazione e la Valorizzazione delle Tradizioni Popolari di Borgo San Rocco, presieduto da Laura Madriz Macuzzi. L’autore, oltre ad essere un “Borghigiano Doc” e a collaborare con il Centro da più di un decennio, è da tre anni anche direttore della rivista a numero unico annuale “Borc San Roc”, che pubblica lavori di ricerca storica locale.Il volume, arricchito da immagini inedite della città scattate durante il primo conflitto mondiale, è realizzato dallo studio grafico Pantanali di Aiello del Friuli e verrà presentato giovedì 15 dicembre alle ore 17 dal dott.Feliciano Medeot, direttore della Società Filologica Friulana, presso la “Sala Incontro” della parrocchia di San Rocco a Gorizia.