Le storie dei volontari irredenti

Dopo l’uscita del volume di Federico Pagnacco del 1930 “Volontari delle Giulie e di Dalmazia” è apparso nelle librerie del Friuli Venezia Giulia, in questi giorni, un nuovo lavoro di ricerca vertente sull’irredentismo nelle “Terre liberate” della prima guerra mondiale (circoscritto però solo alla Contea di Gorizia e Gradisca). Il titolo: “I volontari irredenti della Contea di Gorizia – Tutti i nominativi” è frutto di una lunga ricerca dello storico Giorgio Milocco di Cervignano.  In distribuzione a cura della Casa Editrice “Nuove Edizioni della Laguna” di Mariano del Friuli e dell’Associazione Culturale “Alsa” di Cervignano (Patrocinio del Comune di Cervignano): la prefazione è del prof. Paolo Malni. Il libro conta 144 pagine, numerose illustrazioni e riproduce inediti documenti raccolti nel corso degli ultimi vent’anni. Sono stati visionati molteplici fondi archivistici presenti negli archivi statali e comunali e una miriade di altre fonti. Grazie al contributo fattivo di persone amanti della storia locale si è potuto recuperare materiale di indubbio valore storico. Al momento attuale non sono state programmate conferenze per illustrare il contenuto dell’opera. Verranno messe in cantiere più avanti nel Mandamento di Cervignano e nella stessa Provincia di Gorizia quando la pandemia in corso lo consentirà.Il fenomeno dei volontari irredenti, di quelli cioè che cittadini austriaci scelsero non solo di parteggiare e di sperare nella vittoria italiana nello scontro con l’Austria-Ungheria, ma anche di partecipare a  quella guerra nelle file dell’esercito italiano, è certamente stato illustrato, descritto ed esaltato già a guerra in corso, ma soprattutto in maniera ampia e diffusa a eventi bellici terminati, venendo poi ulteriormente sottolineato quando il fascismo prese il potere. Si trattava di far vedere che gli obiettivi della guerra, la liberazione e l’annessione dei territori trentini, friulani e giuliani erano stati sostenuti dalle popolazioni interessate, che in gran parte anelavano a tale liberazione, partecipando in massa a quel sentire e attivamente a far sì che tali fini venissero raggiunti. Perciò si susseguirono cerimonie, commemorazioni e inaugurazioni di lapidi a ricordo di quei volontari e naturalmente in particolare di coloro che avevano perso la vita negli eventi bellici e studi e pubblicazioni che ne ricordassero imprese e nomi. Si tratta perciò di un mondo apparentemente già sondato, anche nei territori del Friuli austriaco. In realtà questi lavori hanno però gonfiato il numero di coloro che meritavano il nome di volontari (ovviamente per motivi di propaganda) attraverso ripetizioni di nomi o inclusione di persone nate sì nella Contea di Gorizia, ma senza essere cittadini austriaci oppure includendovi i prigionieri austriaci sul fronte russo che avevano optato per l’Italia.Milocco con questo lavoro cerca di rivedere la vicenda. Un altro tassello di una ricerca che impegna lo studioso da diversi decenni nel mettere in luce fatti, eventi e persone della grande Guerra nei nostri territori. In particolare riportando alla luce tutti i combattenti nelle file austro-ungariche, rimasti finora nell’ombra proprio per le ragioni a cui precedentemente avevamo fatto cenno. Ridando loro dignità e il giusto ricordo. Ne esce non un semplice elenco di nomi, ma una serie di piccole biografie, di vicende, alle volte conclusesi tragicamente con la morte. Una scelta che deve essere valorizzata perché libero frutto di intima convinzione e perché difficile, in quanto pericolosa non solo per sé, ma pure per i familiari, guardati con sospetto dalle autorità austriache, quando non internati e che poteva concludersi con la morte in battaglia, ma pure con la cattura e l’impiccagione per tradimento o diserzione.