In foto le edicole votive della pietà popolare

Lungo le strade, sulle facciate delle case, in mezzo ai campi troviamo un grande numero di immagini sacre, che hanno ciascuna una storia e un’origine particolare, ma che nel complesso sono espressione di una fede sentita e vissuta in modo diretto e sincero. Sono espressione di solito di una devozione popolare che nel corso del tempo ha sentito il bisogno di lasciare segni e testimonianze concrete. Si tratta di statue, dipinti, croci, cappelle più o meno strutturate e complesse, opere semplici o raffinate, a volte ben evidenti e note, a volte nascoste e difficili da trovare. Un patrimonio di fede e di arte popolare che va curato e custodito, che in molti casi continua ad essere incrementato e che segna le nostre terre. Con la volontà di porre una rinnovata attenzione verso questo patrimonio, oltre che di offrire a sua volta una ricca testimonianza di esso, è stata realizzata la mostra fotografica “Edicole votive nella pietà popolare dell’isontino – Ljudska pobo¬na znamenja v Poso¤ju” che, dopo essere stata proposta a Sagrado, venerdì 22 ottobre alle 16.00 viene inaugurata presso la Biblioteca Pubblica del Seminario Teologico Centrale. La mostra, dedicata a Paolo Bonassi, propone le immagini realizzate dai fotografi del gruppo Facebook “Isonzo fiume d’Europa – So¤a evropska reka” coordinato da Aleksandra Devetak. Ci sono quindi immagini di Arnaldo Gabriele Selmi, Aristide Visintin, Adriano Macchitella, Achille Luchitta, Carlo Ghio, Davide Brissi, Igor Croselli, Kelly Traino.La mostra è realizzata dal Comune di Sagrado, l’Associazione I ferai de la rosta, l’Associazione Culturale Bisiaca, il Circolo Culturale di Sdraussina, la Pro Senectute di Sagrado, l’Auser di Fogliano-Redipuglia e Sagrado, con il patrocinio del Club Unesco di Gorizia e sarà visitabile negli orari di apertura della Biblioteca.Questa iniziativa nasce nel solco di un lavoro di schedatura delle ancone votive del Goriziano che era stato svolto da Paola Tomasella in collaborazione del fotografo Paolo Bonassi per conto dell’Amministrazione Provinciale di Gorizia nel 1992/93. Lo scopo del lavoro consisteva nel catalogare opere di varia tipologia, tra pitture o sculture inserite dentro nicchie sulle facciate delle case, capitelli ed edicole posti lungo le vie o agli incroci stradali, accomunate dall’essere espressione di fede e religiosità delle comunità locali, o della spiritualità di singoli fedeli devoti. A suo tempo erano state individuate e schedate oltre 160 opere. La mostra che si va ad inaugurare presenta un lavoro di ricognizione che ha ampliato notevolmente i limiti spaziali e temporali della prima indagine. Il confronto con la ricognizione del 1992/93 permette di verificare lo stato di conservazione di molte opere, di aggiungere delle altre non considerate allora o realizzate ex novo. Il territorio interessato va oltre i confini della provincia goriziana, allargandosi anche verso il Carso, il Collio e il Goriziano sloveno, recuperando in parte i tratti di quella complessa unità territoriale che ricadeva un tempo sotto la giurisdizione dell’Arcidiocesi di Gorizia. Ecco quindi emergere un vissuto religioso intenso e articolato, dove, ad esempio, le tante immagini della Beata Vergine esprimono le tante forme e modelli in cui la devozione mariana si è espressa, spesso riprendendo – tratto significativo – le immagini legate ai santuari locali. Di molte immagini non si conoscono autori o origine, mentre di alcune sappiamo bene il legame con fatti particolari – come la Grande guerra – oppure il ringraziamento per la fine di una pestilenza. Queste opere nel complesso sono testimonianze di una fede viva e spontanea; possono essere molto antiche o anche recentissime, vicine o lontane dalla sensibilità odierna, ma sempre dobbiamo essere consapevoli della loro appartenenza al nostro vissuto collettivo.