Il genio transfrontaliero di Tone Kralj

A Gorizia la cultura ha sempre oscillato tra stili meridionali e settentrionali, soprattutto nelle belle arti, ma anche nell’architettura, nella letteratura. Ciò è dovuto al fatto che il nostro territorio era sempre al crocevia del mondo romanico, slavo ed anche germanico, tra mondo di montagna e di pianura, un incrocio tra popolazioni del nord e popolazioni del sud. Questa condizione fu ampliata poi dal sistema politico e giuridico-ecclesiastico, dal patriarcato di Aquileia, dall’impero asburgico, e da tutte le guerre, che qui imperversarono, più terribili che mai e che portarono a delle conseguenze disastrose soprattutto a livello di relazioni.  Oltre duecento anni fa, Gorizia è entrata stabilmente nella scena artistica europea anche con artisti sloveni, nati nella nostra città, come Franc Kavcic e Giuseppe Tominz. Il primo si è inserito nel circolo artistico di Vienna e il secondo a Gorizia. Da allora le belle arti si sono di anno in anno arricchite, finché questa promettente prosperità fu violentemente interrotta dalla prima guerra mondiale. Molti artisti hanno lasciato la vita sul campo di battaglia e tanti altri sono emigrati durante la guerra e successivamente. Niente è rimasto più come prima: il governo era cambiato, e il primo dopoguerra non ha portato miglioramenti, anzi, all’orizzonte si addensavano nuvole oscure. Sotto il fascismo la vita si mostrava dura per gli sloveni e si intravedeva il pericolo della distruzione totale della loro cultura: abolizione della stampa, trasferimenti della classe docente, soppressione delle banche e delle cooperative, divieto dell’uso della lingua slovena. In questo vuoto culturale irrompe la genialità di Tone Kralj. Egli è un intellettuale cattolico, credente e contrario a ogni dittatura ed è perciò che sarà perseguitato dai tre regimi più sanguinosi nell’Europa del primo dopoguerra: dal fascismo prima, poi dal nazismo e infine dal comunismo. Basta visitare la chiesa di Piuma presso Gorizia per accorgersi del suo genio. Trasferitosi nel Goriziano, l’artista intuisce che deve dar voce ad un popolo sofferente, a cui la dittatura ha tagliato le ali. Nelle pareti della chiesa di San Silvestro si susseguono immagini sofferenti di persecuzione di vecchi e bambini che vengono condotti in pasto alle belve feroci. Dal porticato l’imperatore in trono con i suoi pretoriani ed altri spettatori attende l’inizio dell’atroce spettacolo. È raccontato il martirio dei primi cristiani. I credenti e i partecipanti alle messe domenicali non avevano difficoltà a collegare la loro sofferenza con il supplizio dei cristiani dei primi secoli. Le scene dei cristiani, vestiti con pelli di animali, seminudi, sono rappresentati attraverso il lessico espressionista dei corpi deformati. Le immagini furono dipinte nel 1929 e l’artista potè liberamente disporre dello spazio, poichè le pareti erano nude. Infatti la chiesa fu appena ricostruita dal suo amico architetto Max Fabiani. Più giovane di Fabiani anche Tone Kralj si era formato nell’ambiente mitteleuropeo dell’impero asburgico. Dopo aver concluso il ginnasio nell’istituto vescovile di Šentvid presso Ljubljana nel 1920, si era iscritto all’accademia di Praga. Ma le sue grafiche erano già apparse nell’antologia di Dante, pubblicata prima a Ljubljana nel 1921 e due anni più tardi a Gorizia dalla casa editrice Paternolli. Intanto Kralj continua gli studi a Vienna, a Parigi a Venezia. Egli voleva diventare un artista totale ed è per questro che aveva studiato anche architettura a Roma ed aveva cercato di esprimersi in opere differenti nella pittura, nella scultura, nella grafica. Il suo desiderio era quello di poter costruire l’edificio e di pitturarlo interamente. Tone Kralj fu un artista molto prolifico e moltissime sue opere andarono distrutte durante i regimi dittatoriali. Sicuramente rimane un caso unico il suo nella storia e nell’arte europea poiché dal 1921, quando si dedicò alla pittura della prima chiesa nel Litorale, quella a Prem sul Carso triestino, aveva decorato ed affrescato circa 50 chiese in un territorio vasto che va da Trieste al santuario barocco della Madonna di Monte Lussari.