Il Porto Vecchio di Trieste vissuto da Annibel Cunoldi

Il Porto vecchio di Trieste, approdo storico della Mitteleuropa, rappresenta per l’artista goriziana Annibel Cunoldi Attems un luogo d’incontro non solo di merci, ma anche di valori legati alle culture e civiltà della città. Un porto sospeso, deserto, in alcuni casi scomparso, è protagonista della mostra allestita fino al 30 settembre nel Museo del Castello di Dobrovo, sul Collio sloveno, a pochi chilometri dall’ex confine. L’esposizione è una complessa e affascinante installazione composta da grandi fotografie e oggetti in ferro ritrovati nel complesso che dialogano e saldano un rapporto fra contenuto artistico e contenitore storico.Gli scatti in bianco e nero sono stati realizzati nel 2002. “In questi lavori, commenta Annibel Cunoldi Attems, appare chiara una delle mie matrici stilistiche, ridonducibile alla xilografia, una tecnica incisoria grafica connotata da segni marcati e innumerevoli sfumature di grigi.” Sono queste le linee distintive che hanno in nuce un richiamo alle tavole “Carceri d’invenzione” che Giovanni Battista Piranesi realizzò a metà del Settecento, intrecci architettonici dalla forte suggestione surreale.Il percorso espositivo è racconto, testimonianza e spunto di riflessione che hanno come punto di sviluppo e declinazione lo studio e l’originale interpretazione dell’artista del rapporto con siti storici, del confronto tra culture, e di interpretazioni attualizzate del passato e del presente.”Queste opere sono un racconto, allo stesso tempo, d’insieme e di dettaglio, prosegue l’artista. Le ombre e le luci sono protagoniste assieme alla materia, fissata anche nella deformazione e decadenza della ruggine dei colonnati e delle macchie di deterioramento delle strutture murarie. Contemporaneamente accanto ai manufatti in pietra, ferro e ghisa, appare anche la natura: piccole piante che vivono nonostante il degrado.” Già nel 2011, in occasione della Biennale diffusa del Friuli Venezia Giulia, promossa dalla Biennale internazionale di Venezia e allestita nel Magazzino 26 del porto vecchio, Annibel Cunoldi Attems, dedicò un’installazione fotografica al porto. Un scelta dettata della convinzione che il complesso, unico nel suo genere in Europa, sia stato un luogo di incontro di merci ma anche di valori legati alle culture e alle civiltà della città. Un’area che può tornare ad essere centrale in occasione delle iniziative che si terranno nel 2020, quando Trieste sarà Città capitale europea della scienza.L’artista, come già in opere esposte a Parigi, Berlino, Lubiana e in altre città europee, ha scelto di inserire in alcuni scatti delle citazioni dello scrittore Claudio Magris, già suo docente. Termini che esprimono singoli concetti che identificano Trieste come: confine, partenza, vicino e lontano, appartenenza e non appartenenza. La mostra, curata da Klavdija Figelj, è corredata da un catalogo trilingue, in italiano, tedesco e sloveno. L’ingresso alla visita è libero da martedì a venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 13 alle 15, il sabato e la domenica dalle 13 alle 17.