Avviata la “Cattedra di Aquileia”

Una cinquantina di persone –coordinate dall’Istituto di scienze sociali  N.Rezzara di Vicenza, dal Istituto per gli incontri mitteleuropei e dal centro studi A.Rizzati- hanno dato inizio al percorso che li vede impegnati, ad un anno di distanza dalla firma di un comune impegno anche con le università, la diocesi ed altri centri istituzioni, a costruire le premesse per un progetto chiamato “Cattedra di Aquileia”. Obiettivo della Cattedra è quello di un confronto fra i gruppi culturali dei vari Paesi europei, con le quali stabilire contatti e collaborazioni; studiare varie forme di superamento dei confini per favorire i flussi, le relazioni, gli interessi di regioni limitrofe omogenee; di elaborare insieme un pensiero culturale socio-politico in vista del futuro dell’Europa.Analogamente,  due “cattedre” sono state avviate da dieci anni a cura dell’Istituto di Vicenza rispettivamente sul Mediterraneo (con l’Università di Palermo) e sui Balcani ( a Bari con l’Università pugliese). La cattedra, denominata “Mitteleuropea”, si propone di essere occasione utile a prefigurare lo scenario auspicabile dell’Europa del futuro fondata sul dialogo e collaborazione tra le tre aree socio- culturali bagnate dal Mediterraneo. La cattedra di “Aquileia” è stata individuata come luogo geo-politico ed istituzionale e come segno di una riproposizione della cultura del confronto e del reciproco rispetto da mettere a base delle relazioni internazionali e quindi in particolare dell’Europa da costruire. La situaz«ione dell’Europa mitteleuropea con i suoi egoismi e le sue chiusure pone interrogativi a tutti.L’incontro –realizzato a Gorizia ed Aquileia, presso la Fondazione della Cassa di risparmio ed a Aquileia insieme alla Fondazione per la conservazione della basilica- ha avuto lo scopo di preparare il Forum Internazionale previsto nel 2018 a Gorizia; le conclusioni dell’incontro daranno avvio formale alla “Cattedra”.Al centro della riflessione delle due mezze giornate –caratterizzate da una quindicina di comunicazioni che hanno spaziato sulla storia e soprattutto sul territorio- un tema preciso ed impegnativo: “Con la memoria progettare il futuro:l’eredità del patriarcato di Aquileia”. Un invito puntuale a guardare al domani dei popoli e degli Stati, traendo motivazioni e valori utili per un futuro da costruire insieme un ‘Europa credibile.Guardare all’Europa, ma a partire dalle periferie cioè dai territori –non solo geografici ma anche umani cioè crogiolo di presenze diversificate- ed alla scoperta di valori unificanti che possano riconoscere insieme le differenze e utilizzando il metodo del confronto e dialogo, costruire luoghi di incontro dove sciogliere i nodi per un futuro di convivenza e di pace: queste le conclusioni di un progetto che –come hanno sottolineato l’arcivescovo Carlo  ed il sindaco di Aquileia- possano aiutarci a guardare in avanti con  fiducia e a consegnare alla società valori unitari (non ideologie) perché umani e condivisi.La discussione del duplice simposio non si pone fra “memoria e futuro”, quanto sulla capacità di  riscoprire (o meglio rimettere alla luce) l’eredità di Aquileia, della sua storia e della storia delle sue molte tradizioni e della sua vicenda di “centro” che ha una storia bi millenaria per capire il presente e, appunto, progettare il futuro. Aquileia, dunque, come fonte e testimonianza di valori effettivi (cioè non spettacolari ed emotivi) e diversi, che possono trovare nella dimensione spirituale (cioè di fede e non solo di religione) una chiamata per rispondere all’impegnativo compito di dare senso all vivere ed alla convivenza tra i popoli.Una riflessione, quella del simposio, che si anima dei convincimenti coltre cinquantenari degli istituti promotori, del contributo delle università e dei circoli culturali che intendono spendersi per entrare in relazione con i popoli che considerano il Mediterraneo non un mare che divide ma che unisce.Una ricerca appassionata perche fondata sull’intendimento che l’Europa si costruisce a partire dai territori e dalla periferie in quanto portatori di esperienze significative; di raccogliere esperienze anche diverse e contrastanti ma capaci di vivere il pluralismo e di guardare oltre i confini: l’obiettivo è di mettere mano ad un progetto che tenga conto di una storia condivisa e comunque condivisibile e reciprocamente accettabile perche ricostruita con l’accettazione, il dialogo ed il confronto, la purificazione della memoria ed il perdono…contribuendo ad abbassare ogni muro reale ed ideologico e, infine, mettendo in atto tutte le ricchezze presenti sul territorio per rendere più facile l’incontro, il convenire insieme, la condivisione. Nessuno si illude che manchino gli ostacoli e le prevenzioni, ma occorre proprio per questo conoscersi e incontrarsi, parlarsi e spiegarsi, condividere soprattutto.Tutti valori che integrano quelli dei mercati delle merci e dell’economia, che impreziosiscono le unità e diversità dell’arte, rendono forte e sostenibile la stessa politica e consentono, proprio perché impegnate ad alzare il livello, di individuare valori spirituali capaci di motivare la vita e la convivenza. Infine, è stato reclamato come assolutamente indispensabile uno spazio pubblico per la discussione e, soprattutto, uno spazio pubblico per le religioni, bandendo atteggiamenti talebani e autoreferenziali. Aquileia, periferia e centro, diventa una lezione di vita ed una opportunità. Vivere la speranza non significa infatti inventarsi un futuro utopico, ma lavorare perche il presente con la nostra dedizione  sia trasformato.