Alojz Gradnik: poeta e traduttore del Collio

Oggi non c’è dubbio che i tre poeti più rappresentativi della poesia slovena della prima metà del XX secolo furono Oton Župan¤I¤, Sre¤ko Kosovel e Alojz Gradnik.Ma c’era sempre un po’ di imbarazzo, quando si parlava di Gradnik nella letteratura del dopoguerra.Anzi di lui si doveva parlare pochissimo, probabilmente perché era in servizio al ministero a Belgrado durante il governo che precedette la salita al potere del partito socialista in Jugoslavia.Soltanto dal 1990, dopo l’indipendenza della Slovenia, si è cominciato a conoscerlo meglio.Alojz Gradnik nasce il 3 agosto 1882 e muore nel 1967 a Medana del Collio.Suo padre, calzolaio, era sloveno, sua madre Lucia Godeas friulana, nata a Mariano del Friuli.La madre ha avuto nel corso degli anni dieci figli.Gradnik ha completato la scuola elementare a Medana, frequentò il ’’Staatsgymnasium’’ a Gorizia, una delle istituzioni scolastiche più prestigiose del suo tempo, però poi passò al ginnasio del seminario arcivescovile dove ha avuto come professore Anton Mahni¤, il futuro arcivescovo.Continuò gli studi a Vienna e divenne avvocato, più tardi giudice.Durante e dopo l’università per alcuni anni, per poter mantenere gli studi, insegnava privatamente ai figli di nobili famiglie come quella dei baroni Formentini o dei conti Attems che nei primi anni del Novecento si erano trasferiti nei possedimenti di Sagrado. Dopo il diploma entrò nel tribunale di Gorizia come praticante e uditore, si trasferì a Pola come giudice nel 1908.Nel 1912 prese servizio a Gorizia e a Monfalcone.Dal 1920, dopo la caduta dell’Impero austro-ungarico, lavorò per il ministero della giustizia nella capitale Belgrado come consigliere.Subito dopo la seconda guerra mondiale fu mandato in pensione e “messo da parte”. Tornò più volte nella sua cascina di Medana sul Collio per assaporare le stagioni che così vividamente cantava nelle sue poesie.Gradnik pubblicò le sue prime poesie già alle elementari, ma il suo percorso poetico iniziò proprio al ginnasio goriziano, quando intraprese a pubblicare poesie su varie riviste.Nel 1916 pubblicò la sua prima raccolta di poesie Padajo¤e zvezde (Stelle cadenti), in cui diede rilievo ad un tipo di lirica d’amore così reale, elementare e drammatica che ricorda molto la poesia del Prešeren.Le raccolte successive mettono in rilievo Gradnik come un grande artista nelle cui poesie si rispecchiano motivi del paesaggio e della vita del Collio: Nedelja (domenica), Pomladni veter (Il vento di primavera), No¤ v Medani (Notte a Medana), Gost ob trgatvi (Ospite tra le vigne), Olj¤ni gaji (Uliveti), Motivi iz Brd (Motivi, impulsi dal Collio), Vsi sveti v Brdih (Tutti i Santi sul Collio), ecc.Nella sua poesia la volontà di Dio si realizza sempre.Solo ciò che vive nell’uomo è da lui raggiungibile e realizzabile, come nei versi di Kmet govori Bogu (Il contadino parla a Dio).L’impegno per la grandezza di ognuno non può che essere totale: fisico, emotivo, mentale e spirituale.Gradnik è anche un grande traduttore.Tradusse prosa e poesia principalmente dall’italiano, dal serbo-croato e dall’inglese. In italiano tradusse per esempio i sonetti di Michelangelo, di Petrarca, parte della Divina Commedia di Dante, la poesia di Foscolo, di Carducci, di Leopardi, alcune poesie di D’Annunzio.Nel 1964 sono state pubblicate a Londra le poesie di Gradnik in lingua inglese (Selected poems), e appena qualche anno fa in italiano dalla casa editrice Britan di Cormons.