Alla scoperta della natura sublime

Il “sublime”, quel misterioso e affascinante insieme di sensazioni che è possibile provare di fronte a grandi spettacoli della natura, è il protagonista della nuova mostra della Fondazione Coronini di Gorizia.L’esposizione “Verde sublime. Il parco Coronini Cronberg e la rappresentazione della natura tra Neoclassicismo e Romanticismo” ricostruisce la storia del Parco – voluto dal conte Alfredo Coronini – , seguendone l’evoluzione per mezzo di fotografie e documenti d’epoca, conservati nel vasto Archivio Storico e Fotografico Coronini Cronberg e nell’Archivio di Stato di Gorizia. Allo stesso tempo, attingendo alle opere delle collezioni Coronini ma anche a quelle di alcuni importanti enti regionali, illustra come l’immagine della natura – che, tra l’età neoclassica e quella romantica, sta all’origine dei giardini paesaggistici all’inglese – trovi riflesso nella contemporanea rappresentazione artistica del paesaggio. La realizzazione del Parco Coronini negli ultimi decenni del XIX secolo si inserisce in un momento storico particolare: quello in cui Gorizia, coltivando l’ambizione di presentarsi come “Nizza austriaca”, vide un gran fiorire di parchi e giardini, tanto pubblici quanto privati. La scelta del conte Alfredo di sistemare la vasta area prospiciente il Palazzo secondo i criteri di un giardino paesaggistico all’inglese, suggeritagli da diversi illustri modelli, trova però radici nel XVIII secolo, con l’affermazione di un nuovo approccio nei confronti della natura e del paesaggio. L’Ottocento poi, fu il secolo nel quale si assistette a un crescente interesse per la botanica, sollecitato dal continuo arrivo in Europa di nuove specie provenienti da ogni parte del mondo, rinvenute durante le spedizioni scientifiche. Fu così che piante e fiori invasero il settore delle arti, anche quelle decorative.La passione per i decori floreali fu fortemente alimentata anche da un altro fenomeno tipico del XIX secolo: il “linguaggio dei fiori”, l’insieme dei significati simbolici a questi attribuiti, utilizzati nell’ambito nella poesia, nei libri di ricordi e nei biglietti di auguri. È quindi nel corso del XIX secolo che la botanica, diffusa da numerosi periodici illustrati, entrò significativamente a far parte anche dell’educazione delle giovani, per le quali lo studio e la riproduzione pittorica delle piante era considerata un’occupazione particolarmente appropriata. Di tale attività resta testimonianza nei delicati acquerelli a tema floreale e nelle composizioni di fiori secchi custoditi in alcuni album di ricordi provenienti dalle collezioni della famiglia Coronini.Per la prima volta inoltre sono esaminati anche gli interventi più recenti al Parco, eseguiti dopo la morte del conte Guglielmo, a cominciare dall’importante ruolo avuto dal professor Luciano Viatori, cui si deve la sistemazione della zona intorno alla piscina, fino ai lavori di messa in sicurezza e pulitura degli ultimi anni, effettuati sulla base di un preciso progetto a lungo termine che punta a restituire al Parco la sua essenza originale di giardino paesaggistico.La mostra, che rimarrà aperta fino al 10 gennaio 2021, è visitabile da mercoledì a venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18; il sabato e la domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19.