Cultura

L’Italia perse definitivamente Istria e Dalmazia e migliaia furono i profughi che abbandonarono le loro terre per ricominciare una vita altrove

Uno sguardo al mondo dell’arte del nostro territorio assieme a Paolo Figar, scultore e tra gli esponenti più attivi del panorama artistico goriziano, ospite, assieme a Massimiliano Busan, della pinacoteca di Palazzo Attems Petzenstein con la mostra "Profili d’arte"

Durano ormai da anni la ricerca e la sperimentazione dell’artista gradese che ha rappresentato la regione anche all’esposizione al Quirinale

La vicenda di Antoine-Félix Leyris D'Esponchez, vescovo di Perpignano, esule in Friuli, come altri ecclesiastici d’oltralpe, al tempo della Rivoluzione francese

Le cronache del marzo 1857 riportano la visita effettuata dal sovrano e dalla consorte Elisabetta nell’allora capoluogo della Principesca Contea

Presentato il riordino dell’archivio parrocchiale di Aquileia, una fonte importante per studiosi e per la conservazione della storia religiosa e civile

Riordinati dopo due anni di lavoro gli archivi delle parrocchie dei SS. Ermacora e Fortunato di Aquileia e di S.Antonio Abate di Belvedere, che verranno presentati giovedì 29 settembre in Sala Romana nella città patriarcale

Quasi un centinaio le persone presenti alla presentazione di "Visco 1943 - Un campo di concentramento in Friuli" curato da Tania Zanuttini

La Gorizia del Secondo dopoguerra / 3 - "Nell’abitato di Ugovizza ci vennero messi a disposizione i locali, non ultimati, di una futura latteria, si trattava di poco ma a noi bastava"

Il 2 maggio 1766 l’imperatore Giuseppe II appose la sua firma al documento che concedeva il titolo all’arcivescovo Carlo Michele d’Attems e ai suoi successori. Esso divenne operativo il 13 luglio, giorno della dedicazione della Chiesa Aquileiese, sede dell’antico patriarcato

"Signor Capitano... i gas asfissianti!!... Io non sapevo, né immaginavo la potenza di quel gas! Beh! Dissi, non impressionatevi, non è nulla... - venite un po’ verso la cima"

L’antica liturgia aquileiese del Sabato Santo si svolgeva nell’intervallo tra il tramonto del sabato e l’aurora della domenica di Pasqua. Si trattava di una lunga veglia notturna (vigilia) che il vescovo aquileiese San Cromazio chiamò "nox magna"