Vivere per-dono: lo stile dei testimoni

Una chiesa della Marcelliana gremita ha fatto da cornice alla Veglia Missionaria nella serata di venerdì 21 ottobre, celebrata anche quest’anno assieme al Mandato ai catechisti della diocesi.”Di me sarete testimoni” è lo sviluppo tematico scelto dalla Chiesa italiana per l’ottobre missionario. Celebrando la Veglia abbiamo scoperto che “Vivere per-dono” è lo stile che ha accompagnato la vita di tanti testimoni, vite vissute che ci ricordano che il Vangelo è il dono più grande capace di indicare dinamiche di gratuità e riconciliazione. Dopo l’invocazione allo Spirito Santo ci siamo messi sotto lo sguardo della Madonnina proveniente da Batnaya – in Iraq – così come è stata svelata: sfigurata dalla violenza dell’intolleranza religiosa e della persecuzione. Questa statua proviene dal villaggio di Batnaya che si trova nel nord dell’Iraq, a una ventina di chilometri da Mosul, la seconda città più importante del Paese. Essa appartiene alla locale comunità cattolica, che era composta da un migliaio di famiglie. Famiglie che sono state costrette ad abbandonare le proprie case dopo gli attacchi dell’ISIS del 2014. Distruzioni, incendi e devastazioni non hanno risparmiato nemmeno chiese, cimiteri e monasteri, con profanazioni e vandalismi ripetuti e violenti. Icone lacerate, altari violati e statue decapitate o usate per il tiro al bersaglio sono state il macabro bottino dei terroristi. Ad alcuni anni di distanza solo una piccola percentuale degli abitanti è riuscita a rientrare in patria e la recente visita di papa Francesco del marzo 2021 è stata un ulteriore segno di speranza per la pacificazione e il dialogo. Per sostenere la presenza e il ritorno dei cristiani in Iraq grazie a diversi progetti e iniziative c’è anche il pellegrinaggio di questa statua – promosso dalla Fondazione Aiuto alla Chiesa che Soffre – partito nel giugno del 2021 dalla Lombardia, dove è stato fatto il restauro, conservando volutamente i segni della profanazione. La mano destra, che era stata amputata, è collocata vicino ai piedi, le fattezze del volto e della corona sono rimaste incomplete, dopo aver ripristinato la testa che era stata mozzata.La serata animata dal coro parrocchiale della Marcelliana, prevedeva poi la narrazione di diverse esperienze di vita e di Missione: testimonianza di martirio e di gioia.La testimonianza del martirio è stata affidata al sacerdote caldeo iracheno don Martin Matti Alqiryo che ha portato la sua personale esperienza di cristiano che ha dovuto abbandonare il proprio paese sotto la pressione dei terroristi. Il suo racconto è stato davvero toccante, soprattutto quando ha parlato della vita e del martirio del sacerdote caldeo Ragheed Aziz Ganni, martirizzato dai terroristi dopo la Messa di Pentecoste domenica 3 giugno 2007 e oggi Servo di Dio.Ma la Missione è anche gioia. In Costa d’Avorio, nella città di Bouaké si trova il Centro Notre Dame des Sources che accoglie bambini abbandonati e in difficoltà. Più di 50 bambini trovano lì le cure indispensabili, l’educazione e il calore di una famiglia. Lì opera la nostra missionaria  laica Claudia Pontel. Con speranza e con un sorriso per le belle immagini che sono state raccolte in un video, abbiamo quindi ascoltato il racconto di Lorena Cucit, giovane psicologa originaria della Parrocchia di Mossa, sulla sua esperienza estiva con i “bambini di Claudia” ma in particolare sui cambiamenti interiori e personali che questa esperienza di Missione ha comportato.Nella sua significativa omelia l’Arcivescovo ha voluto riprendere le testimonianze collegandole con il mandato ai catechisti. “Mandati per che cosa? Dico una cosa grande e insieme tremenda, che può spaventarci tutti, ma in particolare i genitori dei ragazzi che vi vengono affidati. Mandati per preparare dei possibili martiri e comunque dei testimoni con tutta la loro vita del Signore Gesù. Niente di meno”.Infatti, prosegue ancora l’omelia: “Anche in situazioni meno drammatiche e più ordinarie, come la nostra, l’essere cristiani esige comunque coraggio, costanza e perseveranza davanti alle incomprensioni, ai dubbi, alle opposizioni dentro e fuori di noi. Non ci si può sottrarre all’impegno di testimonianza, se si è veramente cristiani”.Dopo la riflessione sono stati accolti ufficialmente in Diocesi i sacerdoti studenti che saranno fra noi per la formazione e per il ministero dell’annuncio del Regno, consegnando loro la croce della Missione. Li conosciamo già entrambi: don Nicaise Amani, della Arcidiocesi di Bouaké (Costa d’Avorio) studente in Architettura e in servizio pastorale nella U.P. “Porta aperta”- Gorizia e don Naveen Kumar, della Diocesi di Varanasi (India) studente al Dottorato in Sacra Scrittura e in servizio pastorale nella U.P. “Campanili Riuniti” e che tornerà il prossimo 4 novembre.Al termine la preghiera e il mandato ai catechisti, a cura di Fra Luigi Bertié, ai quali l’Arcivescovo ha poi consegnato personalmente il “Quaderno di Betania”, un piccolo taccuino con penna, se vogliamo un simbolo, che sarà utile per annotare le cose belle che ascolteranno dai ragazzi e dai genitori – secondo le indicazioni della Lettera Pastorale per questo anno – in modo da custodirle e farne tesoro per il loro impegno.Per i catechisti e per tutti i partecipanti alla Veglia ’augurio è quello di vivere per Gesù nella gioia della Missione. La gioia di chi ha trovato un tesoro e non può non metterlo a disposizione di altri. L’intercessione delle Vergine di Batnaya ci sostenga nel nostro impegno.