Veglia di Pentecoste: le testimonianze

Teresa e Andrea: perchè battezzare nostra figlia?

Siamo Teresa e Andrea, siamo stati invitati a testimoniare il perché abbiamo scelto di battezzare nostra figlia Caterina.Io ho 28 anni, e sono insegnante di scuola elementare; Andrea ne ha 29, ed è perito agrario.Ci siamo sposati a ottobre 2013; ci eravamo conosciuti nel 2010: io avevo 22 anni, Andrea 23; due importanti esperienze per la nostra storia sono state la GMG di Madrid nel 2011 e il pellegrinaggio per giovani in Terra Santa nel 2012. La partecipazione al corso per fidanzati ad Assisi ha contribuito a maturare la scelta di sposarci e quindi a renderci disponibili ad accogliere la vita.L’8 settembre 2014 è nata Caterina. L’8 dicembre ha ricevuto il Battesimo, nella chiesa della nostra parrocchia. Abbiamo scelto di battezzarla durante la messa a cui di solito partecipiamo e animiamo. Oltre ai genitori, al padrino e alla madrina, infatti, c’era la comunità, che si è impegnata ad accogliere e a prendersi cura della sua crescita nella fede.Abbiamo scelto l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata, per affidare Caterina in modo particolare a Maria, madre con la “M” maiuscola.Perché abbiamo voluto battezzarla? Il dono del battesimo che abbiamo ricevuto per volontà dei nostri genitori è stato fondamentale e prezioso nel corso della nostra vita e ciò non ci ha fatto dubitare dell’offrirlo anche a nostra figlia.Attraverso questo sacramento l’abbiamo messa sulla Strada della fede, l’abbiamo resa figlia di Dio e crediamo che ciò la renda aperta alle grazie dello Spirito Santo, che la guiderà nel corso della vita.Chiedendo il battesimo e offrendo questo dono, ci rendiamo conto della responsabilità che abbiamo come genitori di educarla alla fede; abbiamo il compito di introdurla alla preghiera fin da piccola, ancor prima di frequentare il catechismo; abbiamo il compito di farle scoprire la “chiesa domestica”.

Teresa e Andrea

Marco e Giulia: l’inno alla Carità

Siamo Marco e Giulia. Ci siamo conosciuti ad un ritiro di spiritualità per giovani 5 anni fa e dopo 4 anni da fidanzati abbiamo deciso di sposarci. Nei primi momenti insieme abbiamo visto e apprezzato l’essere dell’altro, abbiamo visto come poteva completarci. Ci siamo confrontati sui nostri progetti di vita, sulle scelte che avevamo e che avremmo fatto, e molti di questi elementi convergevano. Anche i nostri percorsi di fede erano comuni e scegliere di sposarci ha voluto dire consacrare il nostro stare insieme davanti a Dio. Per il matrimonio abbiamo scelto come lettura l’inno alla carità perché ci ricordasse come dev’essere l’amore tra noi nella vita di ogni giorno. Qualche giorno fa lo abbiamo riletto assieme al commento del Papa e abbiamo fatto il punto su quali sono le cose essenziali per vivere una vita di famiglia e di sposi.Vogliamo esprimere il nostro pensiero con la stessa semplicità che usa Papa Francesco.L’amore è paziente:nessuno è perfetto e abbiamo dei limiti: l’amore non è fermarsi a guardare e giudicare quelli dell’altro, ma avere pazienza, accettare le idee, i suoi modi di essere e di fare anche se diversi dai propri.L’amore è carità:per noi significa essere felici di donarsi all’altro senza misura, senza pretendere nulla in cambio, non attribuire a se stessi la priorità assoluta o vantarsi delle cose fatte, ma con umiltà capire che tutto fa parte del bene che desidero per dell’altro.L’amore non è geloso:tra di noi non ci può essere invidia, per qualcosa che l’altro fa meglio di me o per un suo successo, bisogna invece festeggiare insieme ogni piccolo traguardo ed essere felici perchè l’altro è felice.L’amore è perdono:pensiamo che il centro di tutto stia qui. Siamo per natura persone che sbagliano, ma se lo sappiamo è più facile perdonare. E bisogna farlo con l’atteggiamento positivo di disponibilità alla comprensione, alla tolleranza e alla riconciliazione. È importante capire ed anche accettare i momenti di debolezza della coppia, limitare i giudizi e mai finire la giornata senza fare pace.Nel nostro primo anno di matrimonio, queste semplici regole ci permettono di superare le sfide di ogni giorno, scegliendo sempre il bene reciproco. Questo sentimento d’amore vogliamo trasmetterlo all’esterno della nostra famiglia, condividendo la nostra gioia nelle vite degli altri.

Marco e Giulia

Christian: nella Confermazione l’esperienza dello Spirito Santo

Mi chiamo Christian. Sono siciliano, ho 41 anni, sono sposato e sono titolare di un’impresa di costruzioni.Sono arrivato in Friuli 10 anni fa per seguire un cantiere presso lo stabilimento di Fincantieri e poi sono rimasto e… devo dire che mi trovo proprio bene qui!Un anno fa, mentre stavamo ristrutturando un edificio di fronte la chiesa di Staranzano, ho avuto la fortuna di conoscere Don Francesco. Di getto ho chiesto al padre cosa potevo/dovevo fare per poter ricevere il Sacramento della cresima. Dopo un po’ Don Francesco mi chiamò invitandomi ad un percorso di fede “Spicca il Volo”.Per me i primi incontri erano un dovere; ma non mi rendevo conto che il Signore stava iniziando ad operare in me tramite lo Spirito Santo, infatti vedevo e sentivo che i miei ordinamenti spirituali si diversificavano sempre più e più saldamente.Ho avuto la fortuna d’incontrare un gruppo di credenti nel Signore, ed ognuno con la sua bellezza hanno contribuito a tratteggiare a colori il volto di Cristo dentro di me; lasciandovi un’impronta comunque profonda per la mia vita… Con questo percorso ho scoperto lati di me che nemmeno conoscevo. Ho capito cosa significa “Vivere una vita nella pienezza secondo la volontà di Nostro Signore”.Tutto il percorso di fede è stato costruttivo ed incentrato sulla necessità di riconquistare la voglia di un impegno spirituale e a fare la Sua volontà. Grazie a quegli spunti e a quegli insegnamenti che il Don, incontro dopo incontro, spiegava e dispensava, suscitavano in me varie domande su cosa rappresentava Lui nella mia vita. Iniziai a vedere la mia condotta da cristiano e mi accorsi che ero un credente di nome ma non di fatto. Continuavano questi incontri e ripetutamente continuavo a ricevere messaggi d’amore: Egli mi amava, Egli era morto anche per me, Egli donava salvezza a tutti coloro che andavano a Lui con cuore sincero e pentito; non potevo essere indifferente davanti a questo sublime gesto d’amore!Il giorno che ho ricevuto il Sacramento della cresima ero emozionato ma nonostante ciò ho vissuto con pienezza quei momenti: ero lì bisognoso a chiedere perdono a Lui; ma la cosa bella era che sentivo di non dover dare in cambio qualcosa, se non semplicemente il mio cuore al Signore.Uscii fuori dalla chiesa pieno di gioia, ero più leggero, come se qualcosa mi fosse stato ulteriormente tolto di dosso, avevo sperimentato in pienezza il Suo grande amore verso di me.Ricevere questo sacramento in età adulta ti permette di viverlo con una consapevolezza e maturità che da adolescente non puoi avere. Quindi a gran voce posso dire di aver trovato un amico fedele, di aver trovato un sicuro e stabile punto di riferimento.Certamente continuo e continuerò a sbagliare, sono un peccatore, non c’è nessuno perfetto, nessuno è giusto dinnanzi a Lui; ma il mio desiderio è: giorno per giorno osservare i Suoi comandamenti, fare la Sua Volontà e stare in comunione con Lui.Vorrei concludere ringraziando, inoltre, il Signore di aver messo lungo il mio cammino una buona guida spirituale; quindi direi che… “Quando il caso ti sconvolge la vita, non è un caso”!

Chistian