Una solidarietà che si costruisce ogni giorno
16 Dicembre 2020
Una canzone di Luca Carboni ci dice: “Lo sai cos’è Dovremmo stringerci le mani O è Natale tutti i giorni O non è Natale mai”. Luca Carboni in questa canzone ci fa riflettere che possiamo vivere il Natale ogni giorno se sappiamo nelle piccole scelte generare solidarietà, condivisione e rafforzare i legami comunitari. Questo Natale caratterizzato dalla pandemia può essere un momento di conversione per cambiare i nostri stili di vita come ci chiede Papa Francesco.Nell’Enciclica “Fratelli Tutti” Papa Francesco parlando della pandemia dovuta al virus COVID-19 scrive al numero al numero 32: “Una tragedia globale come la pandemia del Covid-19 ha effettivamente suscitato per un certo tempo la consapevolezza di essere una comunità mondiale che naviga sulla stessa barca, dove il male di uno va a danno di tutti. Ci siamo ricordati che nessuno si salva da solo, che ci si può salvare unicamente insieme. Per questo ho detto che “la tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. […] Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli”. Continua al numero 33 “Il dolore, l’incertezza, il timore e la consapevolezza dei propri limiti che la pandemia ha suscitato, fanno risuonare l’appello a ripensare i nostri stili di vita, le nostre relazioni, l’organizzazione delle nostre società e soprattutto il senso della nostra esistenza.”Infine al numero 36 continua “Inoltre, non si dovrebbe ingenuamente ignorare che “l’ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrà provocare soltanto violenza e distruzione reciproca”.Il “si salvi chi può” si tradurrà rapidamente nel “tutti contro tutti”, e questo sarà peggio di una pandemia”” Questi nuovi stili di vita Bergoglio li ha già indicati nell’Enciclica “Laudato Sì” al numero 211. Si tratta di “evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via. Tutto ciò fa parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano.Riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da motivazioni profonde, può essere un atto di amore che esprime la nostra dignità.”Accanto a queste attenzioni che ci fanno contribuire concretamente alla salvaguardia del creato ci sono altre scelte semplici con cui possiamo sostenere le persone più povere: destinare una percentuale di ciò che guadagniamo in donazione a progetti in aiuto delle persone più fragili, dedicare parte del nostro tempo libero nel volontariato, tenere i contatti con le persone che noi conosciamo e vivono da sole (in certi casi è sufficiente soltanto una chiamata), accorgersi di qualcuno che vive accanto a noi che sta vivendo un momento di difficoltà e dimostrare la nostra vicinanza (condividendo ad esempio il pranzo domenicale o delle feste).
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La riflessione di Paolo CurtazE l’angelo appare loro, racconta Luca. Non all’imperatore tronfio dei suoi possedimenti, non a Erode che pensa che Dio sia un pericolo per la propria realizzazione, non ai sacerdoti pieni delle loro convinzioni assolute, non alla brava gente di Gerusalemme troppo presa dalle festività imminenti per desiderare veramente la venuta di Dio.Loro, i pastori, non si pongono nemmeno il problema. La maggioranza ha qualche guaio con la legge, nessuno ha il tempo di frequentare una sinagoga, nessuno rispetta il riposo dello shabbat, nessuno sale al tempio appena rifatto tre volte all’anno, non scherziamo. A loro non interessa il Messia, a loro non importa di Dio, né Dio si interessa di loro, ci mancherebbe.E invece. Quell’annuncio, quel battaglione di angeli in stile hollywoodiano, quel canto che augura la pace per chi si sente amato da Dio, ribalta ogni prospettiva, stravolge il mondo.Andate a vedere, dice l’angelo, vedrete come segno una mangiatoia. Per voi, non per gli altri, è nato il Salvatore. Per voi che non sapete nemmeno cos’è, la salvezza.Mangiatoia-pastori. Come pesce per i pescatori o stoffa per il sarto. Il segno che l’angelo dona ai pastori è ciò che conoscono meglio. Non alza l’asticella: possono incontrare Dio esattamente con ciò che sono, con ciò che conoscono. È Dio che si è fatto loro incontro, senza porre condizioni. E loro vanno, e vedono, e capiscono. Ecco Dio, voi che lo aspettate. Ecco Dio, voi che non ne sentite il bisogno. Ecco Dio, professionisti del sacro. Eccolo, inatteso, sconvolgente, stordente, folle. Un Dio che si annuncia a chi non se lo merita, a chi non lo prega, a chi maledice la vita tre volte al giorno. Un Dio che si fa riconoscere dai segni quotidiani, che si nasconde nelle piccole cose. Un Dio che cambia la vita che se anche resta la stessa, assume una luce diversa. Un Dio che percorre l’ospedale da campo che è diventato il mondo, col camice imbrattato del sangue e le braccia pronte ad abbracciare. Lui per primo povero, perdente, inquieto per amore. Se Dio è così significa che ama l’umanità al punto da diventare uomo. Se Dio è così significa che Dio è accessibile e ragionevole, tenero e misericordioso. Che la fragilità degli uomini è il luogo che Dio vuole abitare.
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