Un mese con Maria

Carissime  e carissimi!Indubbiamente è la più breve e concisa lettera del suo pontificato. Mi riferisco alla Lettera al Popolo di Dio che Papa Francesco ha rivolto e indirizzato ai cristiani di tutto il mondo, invitando a vivere il mese di maggio con la meravigliosa Compagna della nostra vita, Maria. La forma dello scritto è molto semplice e essenziale. Lo è per motivi ovvi: il Papa per primo desidera mettere in pratica un attributo che include e propone a tutti all’interno del testo: la semplicità. Secondo lui questa è la chiave di una buona preghiera del s. rosario.La semplicità. Riprendo questo termine e mi permetto di allargarlo: non soltanto semplicità nel rapporto orante con il Signore e con Maria, attraverso la meditazione delle stazioni cruciali della vita del Salvatore; ma anche la semplicità dei rapporti tra di noi. In questo periodo, caratterizzato dalla mancanza dei rapporti fisici e visibili, abbiamo modo di chiarire, puntualizzare, approfondire, allargare o restringere le nostre relazioni. Non uso a caso gli ultimi due verbi, e voi lo avete capito da soli. Infatti, se da una parte si sono intensificati gli incontri virtuali tra noi (per mezzo del telefono o cellulare, delle piattaforme mediatiche o scritti pubblicati su diversi siti), dall’altra parte scopriamo che alcune relazioni interpersonali sono soltanto di circostanza. Esse sono concrete mentre siamo impegnati nello svolgere lo stesso lavoro, lo stesso servizio, ma venuto meno l’impegno pragmatico (come ad esempio in questo periodo), anche le relazioni si prosciugano. Fatto puramente casuale o sociologico o naturale? Mi chiedo: esistono due (o più) diversi modi di rapporto tra gli unitalsiani? La nostra, prima che un’associazione, è una famiglia. All’interno della famiglia le relazioni si distinguono per età e ruolo: diverso è il rapporto mamma-papà, diverso figli-genitori; diverso se i figli sono bambini ed adolescenti, diverso ancora se si sono ormai costituiti una propria famiglia. Ma il rapporto tra i componenti di una famiglia è sempre rapporto famigliare (o almeno dovrebbe essere tale). Possiamo definire anche i nostri rapporti (pur nella diversità di età e servizio), rapporti famigliari? O non si è forse infiltrato nella famiglia unitalsiana il metodo di “differenziazionismo”: con uno/una costruisco, approfondisco, mantengo un rapporto forte, con un altro/altra solo un rapporto effimero o neanche quello? La nostra Sottosezione è ristretta, l’elenco degli iscritti è breve. Ci conosciamo uno ad uno. Eppure tra di noi ci sono alcuni componenti della famiglia “fuori dal giro”, non coinvolti, soli per conseguenza e non per scelta.Il periodo della quarantena ci porta a scoprire chi siamo e dove siamo: se il soppesare le proprie relazioni personali ci scopre carenti, abbiamo ancora tempo per rammendare i fili sgualciti. Un po’ come ci invita Papa Francesco: se la nostra preghiera è soffocata dalla superficialità, dalla ripetitività, dalla distrazione, una rinnovata semplicità di orazione ci porterà alla verità della preghiera.Buon cammino di maggio, con Nostra Signora!