Un grande esercizio di discernimento

Tra poco meno di un mese, domenica 5 novembre, le comunità della diocesi saranno chiamate a rinnovare i propri Consigli pastorali parrocchiali.Come suggerito dal Centro Pastorale nell’opuscolo inviato a tutte le parrocchie (ed allegato la scorsa settimana al nostro settimanale) l’occasione del rinnovo può rappresentare il momento per la redazione di una breve “memoria del cammino svolto” dal Consiglio pastorale e dalla comunità nel quadriennio in modo da rendere presente alla comunità parrocchiale il cammino svolto, “lasciandolo in eredità” al nuovo consiglio che verrà eletto. Il testo così prodotto potrà essere presentato, durante il mese di ottobre, all’intera comunità parrocchiale.Nelle scorse settimane abbiamo pubblicato l’esperienza vissuta dalle comunità di Cervignano, Muscoli e Strassoldo; in questo numero diamo spazio alla testimonianza della parrocchia di Sant’Anna a Gorizia.L’attuale consiglio pastorale parrocchiale di S.Anna a Gorizia, eletto, al termine del cammino di preparazione quattro anni fa, si era dato delle priorità da svolgere: – Programmare le proprie attività avendo come riferimento la Parola e le lettere pastorali dell’Arcivescovo; – Predisporre insieme e approvare lo Statuto del Consiglio, in base alle indicazioni del Direttorio;- Riflettere e programmare attività per ravvivare la comunità cristiana e avvicinare i lontani.Le prime due sono state raggiunte, anche grazie alla disponibilità del moderatore che ogni anno commentava le lettere pastorali, di cui si è proposta la lettura comunitaria a piccoli gruppi.Dopo ampie e articolate discussioni si è arrivati all’approvazione condivisa dello Statuto.Vi sono state varie proposte per ravviare la comunità, con risultanti altalenanti.Durante i quattro anni abbiamo sperimentato le difficoltà di una presenza costante e attiva da parte di tutti i membri, in particolare dei più giovani.L’aspetto più significativo di questo mandato, sono sicuramente stati i primi sette mesi di quest’ultimo anno. Ci siamo ritrovati senza parroco, a causa di una delicata operazione e di una lunga convalescenza presso la casa d’accoglienza del clero. Durante questo periodo, abbiamo potuto vivere una particolare occasione di vita comunitaria, dovendo continuare, tramite il consiglio pastorale parrocchiale, a programmare le attività, autoconvocandoci, e tenendo costantemente informato don Diego. È stato un grande esercizio di discernimento e di maturità cristiana, che ci ha aiutato a rafforzare il pensiero che la comunità sono le persone che ne fanno parte. L’essere riusciti a camminare da soli è frutto dell’essere capaci di vivere la propria fede e testimoniarla nella vita quotidiana di ciascuno e comunitaria,  continuando, come ci ha invitati l’Arcivescovo, nella lettera scritta al parroco in occasione del suo giubileo sacerdotale, affinché le persone possano esclamare “Guarda come si vogliono bene.”