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Un’estate tutta da incorniciare

Immagini e testimonianze dai campi estivi proposti dall’Azione cattolica

Parole chiave: Azione Cattolica (106), campo estivo (21)
Un’estate tutta da incorniciare

L' estate per noi adulti è sinonimo di riposo: si rallentano i ritmi, ci si dedica alle proprie passioni, si gode del tempo lungo delle giornate.
Ma è anche l’opportunità per ricentrare se stessi, fermarsi sotto l’ombra di una quercia per capire se la strada che si sta percorrendo è quella che siamo chiamati veramente a percorrere.
Tanti adulti e giovani hanno dedicato tempo ad trasmettere il valore di questo Pit- stop a giovani e bambini,e nell’arco di una settimana hanno sperimentato non solo la vita in comune, ma anche il discernimento.
Ad educatori, aiuti e cuochi che hanno speso il loro tempo a preparare e a vivere questi momenti  va il nostro ringraziamento, perché senza di loro i bambini ragazzi e giovani non avrebbero avuto una grande opportunità di vivere un tempo di Estate da incorniciare.

L’ACR di Capriva a Malborghetto

"Il fuoco e la brezza. Con Elia fra il deserto ed il monte"

Dal 13 al 20 luglio 2019 una trentina tra ragazzi ed educatori dell’A.C.R dell’unità pastorale di Capriva del Friuli e Moraro si sono recati a Malborghetto nella casa "Mons. Cocolin" per vivere insieme come una grande famiglia la conclusione del cammino annuale.
Il tema sviluppato quest’anno e suggerito dalle linee nazionali dell’AC è stato "Il fuoco e la brezza- con Elia, tra il deserto e il monte".
Il percorso ci ha accompagnato a scoprire la figura del profeta Elia che ogni giorno ci ha spronato a mettere in pratica atteggiamenti per diventare "discepoli" di Cristo, metterci al servizio dell’altro ed essere annunciatori della bellezza dell’essere cristiano alle persone che ci circondano. Abbiamo sperimentato il "silenzio" per riuscire ad ascoltare la Parola di Dio e per riuscire a rileggere la realtà di tutti i giorni liberi da idoli e senza compromessi.
Attraverso attività formative mirate, grandi giochi a squadre e serate a tema, i ragazzi hanno avuto sia la possibilità di riflettere, sia di mettere in pratica gli atteggiamenti di vita cristiana forniti proprio da Elia, come l’accoglienza, la fiducia, lo stupore, il discernimento, la gratitudine, l’ascolto, la disponibilità e la responsabilità.
L’esperienza del campo-scuola risulta sempre efficace per raggiungere al meglio lo scopo delle attività perché i ragazzi hanno l’opportunità di portare gli insegnamenti contenuti nella Bibbia, apparentemente astratti e lontani, nella loro vita di ogni giorno. Inoltre in questo modo essi imparano sin da piccoli a vivere a stretto contatto con i coetanei e non, per un’intera settimana.
Nel corso della stessa il continuo confronto tra opinioni differenti e l’imprescindibile rispetto per le necessità altrui aiutano coloro che partecipano alla proposta a crescere in una vera e propria grande famiglia e a partecipare in comunità.
L’ultimo giorno, assieme alle famiglie, abbiamo concluso l’esperienza con un tranquillo pic-nic sul lago del Predil.
Gli educatori ACR

L’ACR di Cormons a Ravascletto

Un campo... dragoso!

Un campo "dragoso": ecco la nuova parola che i bambini ed i ragazzi dell Acr di Cormòns hanno coniato per raccontare quanto hanno vissuto a Ravascletto nel campo estivo 2019.
Ambientato nella cornice del film di animazione "DragonTrainer" i partecipanti al Campo aiutati dagli Educatori hanno potuto riflettere, usando la fantasia e il gioco su molti temi contemporanei: i pregiudizi su chi é diverso da noi, sulla necessità di impegnarsi e non stare a guardare, sul mondo che non ci appartiene ma che ci è stato affidato...
Ad accompagnare i ragazzi oltre agli educatori ed il don quest’anno c’era anche Bassem: un giovane seminarista egiziano che nel mese di agosto ha prestato servizio in Parrocchia a Cormons.
È stato bello e significativo ascoltare la sua storia che ci ha permesso di allargare gli orizzonti e di guardare il mondo con occhi diversi.
Ducevamo, all’inizio, "dragoso": perché l’avventura ci ha permesso di capire la bellezza dell’amicizia che va oltre le differenze... Un grande grazie anche da queste pagine di Voce Isontina alla Staff Cucina: le nostre cuoche... loro si che sono state super dragose.

L’ACR di Cervignano e Gradisca a Pierabech

Guidati dal profeta Elia

Il profeta Elia è stato per i ragazzi dell’ACR di Cervignano del Friuli e Gradisca d’Isonzo, la guida speciale del campo scuola 2019 dal titolo "Il fuoco e la brezza". Le sue avventure, presentate durante il lancio delle attività della mattina con delle scene animate e vissute attraverso giochi, attività,riflessioni personali e di gruppo, hanno accompagnato i ragazzi attraverso atteggiamenti quali l’accoglienza, la fiducia, lo stupore, il discernimento, la gratitudine, l’ascolto e la disponibilità
La cornice che ha accolto il gruppo dal 14 al 21 luglio, la località montana di Pierabech (Forni Avoltri); un luogo dalla natura strepitosa che durante la camminata abbiamo assaporato intensamente, attraversando le gole delle forre che scendono dai laghi di Bordaglia accompagnati da don Sinuhe.
Lui e Amir,seminarista egiziano in servizio nella parrocchia di Cervignano durante l’estate, hanno quotidianamente celebrato con i ragazzi la parola di Dio spiegando la e permettendo loro di sentirla parte della vita quotidiana.
Nonostante la pioggia, l’ultima sera del campo   si è conclusa introno al fuoco, dove l’emozione dei ragazzi che "passano" dall’ACR (6-14) al gruppo giovanissimi (15-17) e dai giovanissimi al gruppo giovani (18-30), si è semplificata e diventata significativa per tutti i presenti educatori compresi.
Il campo si è concluso con un importante mandato per i  ragazzi presenti: portare, a chi non ha partecipato, tutto quello che hanno scoperto durante la settimana, diventando così profeti ed evangelizzatori.
La settimana è terminata con la messa e il pranzo condiviso con le famiglie, con canti e balli di festa  prima del rientro nelle parrocchie.
Proponiamo, infine, due testimonianze significative dei ragazzi che concludono il cammino nell’Acr
Chiara: Il momento più intenso del campo è stato il falò, in quella serata oltre a essermi divertita tanto ho capito di essere legata a persone che all’inizio non avrei mai pensato diventassero così importanti. Di sicuro di questo campo mi porterò dietro le nuove amicizie, i momenti divertenti e i momenti di attività dove mi sono potuta esprimere liberamente. Il passaggio nei gimmy per me significa crescita, è una nuova tappa del mio percorso.
Riccardo: Il campo di quest’anno è stato molto bello e pieno di sorprese. Molto bella è stata la camminata che ci ha visto tutti insieme, con fatica raggiungere la meta. In particolare per me è stato l’ultimo campo Acr perché dal prossimo anno divento un giovanissimo di Ac. Per me questo è molto importante e spero di poter vivere questa nuova esperienza assieme ai miei amici.

Il campo Giovanissimi di Cervignano

Salire per vedere, scendere per accogliere

I Giovanissimi della Parrocchia di San Michele Arcangelo di Cervignano quest’anno hanno condiviso l’esperienza del  campo estivo insieme ai bambini e ragazzi dell’ACR di Cervignano e Gradisca.
Mantenendo la mattina come momento privilegiato per l’attività di riflessione e la sera come tempo di spiritualità, hanno avuto modo anche di svolgere un breve servizio per i più piccoli aiutando gli educatori della gestione dei giochi pomeridiani.
Il tema del campo è stato "La Relazione: salire per vedere, scendere per accogliere" ed è stato un percorso attraverso il quale i ragazzi hanno scoperto e sperimentato la fatica e la bellezza del mettersi in gioco a mani aperte e con le proprie virtù nelle relazioni con gli altri e con Dio.
Particolare attenzione ha avuto il momento della Riconciliazione, sulla senso della quale i ragazzi hanno riflettuto e si sono interrogati per vivere il sacramento in modo più libero, sincero e consapevole.
Non sono mancate camminate, divertimento, risate, condivisione e impegno…tutti ingredienti indispensabili per camminare assieme, bambini  ragazzi ed educatori, verso Gesù.

I Giovanissimi di Ronchi a Ravascletto

Quelle tonalità proprie del coraggio

 Era lunedì 9 luglio e domenica 4 agosto, a Ravascletto, si è svolto il campo estivo per il gruppo dei "giovanissimi" dell’Azione Cattolica di Ronchi dei Legionari. Guidati ed accompagnati dagli educatori Giulia e Francesco, sostentati dall’ottimo cibo che quotidianamente i cuochi Lele e Bepi hanno preparato con affetto e grande impegno, e la presenza premurosa delle Ancelle della Carità di Zovello, i ragazzi si sono dovuti confrontare su un tema che più che da giovanissimi è da adulti: il coraggio.
Durante tutto l’arco della settimana ai ragazzi sono state proposte dagli educatori varie attività; la principale di queste, che si ricollegava al tema di fondo della settimana, è stata l’analisi condivisa su alcune tonalità proprie di chi ha coraggio: crescere, riconoscendo quali siano le dipendenze sane e quelle invece da eliminare; affidarsi, smettendo di considerare la fiducia una strada semplice e per persone deboli che non hanno alternative; scegliere, dimostrando coraggio nel rinunciare a tutte le allettanti alternative e decidendo con serietà e fermezza il percorso da intraprendere; amare, rinunciando all’illusione che le persone siano come noi vogliamo che siano e, evangelicamente, stando pronti ad amare anche chi ci fa del male; ed infine testimoniare, abbracciando completamente ciò che siamo e avendo la forza di mostrarlo e condividerlo con gli altri in tutte le situazioni della vita.
Ad ognuna di queste espressioni della persona coraggiosa, ogni giorno sono state affiancate la lettura e la meditazione guidata di un brano scelto dalla Parola di Dio, curate da Matteo, seminarista e don Mirko, mentre venerdì, a tutti è stato concesso un momento di riflessione e di silenzio personali per considerare, proprio con coraggio, il risultato delle nostre libere scelte e di portarle davanti al Signore nel sacramento della riconciliazione.
Durante i vari pomeriggi invece gli educatori hanno ritenuto importante far riflettere i ragazzi su temi che nella società contemporanea esigono, appunto, il coraggio di una presa di posizione.
Tra questi il tema dell’aborto, la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche, l’immigrazione… temi quindi su cui è necessario esporsi e sui quali però non si può capire qualcosa se non dialogando, cosa che, con maturità ed impegno, i ragazzi hanno saputo fare.
Oltre a tutte queste proposte, ai ragazzi è stata presentata anche la visione di un film di Mel Gibson, "La battaglia di Hacksaw Ridge", in cui viene raccontata la storia vera del primo obiettore di coscienza, Desmond Doss, che per motivi di fede decise di andare sotto le armi come medico volontario ma senza l’utilizzo di armi da fuoco.
Detto tutto questo, potrebbe anche sembrare sciocco meravigliarsi della bravura e della maturità che ragazzi quasi maggiorenni e che frequentano l’AC possono dimostrare nelle numerose attività proposte se quest’ultime vengono preparate con precisione da altrettanto bravi educatori, ma forse non è scontato. Davanti a temi difficili, complessi, "da adulti", questi ragazzi hanno sempre saputo dire la loro con impegno e spessore intellettuale, valoriale e soprattutto umano. Un’attività in particolare ha colpito molto sia don Mirko sia chi scrive: la condivisione dei ragazzi sul coraggio di amare.
Al compito di rappresentare l’amore su di un foglio bianco, e successivamente di elencarne i vari gradi, le risposte che sono state date hanno avuto dello straordinario.
C’è chi ha risposto con semplicità e schiettezza: "L’amore non ha gradi, non posso scomporlo, l’amore è amore". E chi ha mostrato il suo foglio rimasto bianco affermando che "l’amore non si può rappresentare". Sempre su questa scia qualcun altro ha disegnato un punto di domanda dicendo: "l’amore è un’incognita che ci dona tante certezze". C’è chi poi ha disegnato un abbraccio, riconoscendo che "l’amore è relazione, è ciò che ci lega all’altro".
Cosa dire di più di questo sull’amore? Cosa insegnare di più a ragazzi che riescono, se spronati, a parlare dell’amore in maniera così alta con nient’altro che una consegna, un foglio bianco, dei pennarelli e la loro interiorità? Forse, alla fine, la nostra parte, l’unica che ci venga realmente richiesta, è solo quella di fargli collegare i punti, di indicargli nelle loro esperienze dove si può e si lascia trovare Dio, quel Dio che, come dice san Giovanni, è Amore.

I giovani di Gorizia e Venezia

#oltreiconfini

Esperienza singolare ma arricchente il campo - gemellaggio fra i giovani della diocesi di Gorizia e i giovani di Venezia che si è svolto dal 12 al 18 agosto a Montefosca di Pulfero.
Il titolo del campo è stato "#oltreiconfini" e le riflessioni affrontate dai 18 ragazzi presenti al campo hanno ruotato intorno alla concezione di "confine", non solo geografico ma anche storico, culturale, politico e su come questo sia superabile. I primi giorni del campo hanno visto come filo conduttore il tema della Grande Guerra: sia dal punto di vista storico, visitando i luoghi- simbolo del conflitto come il Monte Matajur e Caporetto, sia come spunto per i giovani per riflettere sulla loro vita ora, su quali siano i "punti fermi" e quanta attenzione e cura vi prestino.
Nei giorni seguenti il percorso storico si è incentrato sul tema delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata per poi arrivare alla Repubblica di Jugoslavia e alla sua dissoluzione; i ragazzi sono stati guidati con riflessioni molto personali e profonde, vivendo anche molti momenti di silenzio, prima attraverso l’esperienza di deserto e poi la veglia a Gesù Eucarestia.
Sabato il filone storico che ha guidato il gruppo è stata la formazione dell’Unione Europea e la scoperta delle figure di De Gasperi, Adenauer e Schuman, l’attività ha visto la ripresa della riflessione sui "punti-fermi" della vita dei giovani e la condivisione di un impegno concreto da portare avanti alla fine del campo.
La settimana di attività si è conclusa domenica, con la visita della città di Gorizia, la sua famosa Piazza Transalpina e poi il Sacrario Militare di Redipuglia, tomba di oltre 100.000 soldati.
Un grazie particolare va a Marco, Giulia, Pietro e Silvia che hanno preparato le attività e organizzato le visite di questa settimana e a Don Marco, assistente dell’AC di Venezia, per aver accompagnato e camminato insieme ai ragazzi. I giovani di entrambe le diocesi sono stati molto contenti di questa esperienza che ha portato a conoscere giovani lontani da noi che vivono la nostra stessa realtà associativa con cui hanno costruito legami saldi di amicizia, con la promessa di rivedersi per il campo invernale 2020, nella casa della diocesi di Venezia a San Vito nel Cadore!
I giovani di AC

Un’estate tutta da incorniciare
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