Un ascolto fatto in prima persona – Gocce di Carità

Da poco più di un anno, precisamente il 5 ottobre 2019, memoria di San Luigi Scrosoppi, apostolo della carità e fondatore delle Suore della Provvidenza, abbiamo inaugurato il Centro di ascolto a San Canzian d’Isonzo, opera segno fortemente voluta dal parroco, don Francesco Maria Fragiacomo per rispondere ai bisogni delle comunità presenti sul territorio. Una novità per l’Unità pastorale Santi Canziani martiri che è stata accolta con grande entusiasmo e che ci ha impegnate fin da subito su più fronti: dall’allestimento di una stanza il più possibile bella e funzionale, all’acquisizione dei metodi operativi, fino all’inserimento in rete con le altre opere Caritas presenti sul territorio. Il percorso vero e proprio è però iniziato a maggio 2019, quando abbiamo avuto la possibilità di seguire un corso di formazione organizzato dalla Caritas Diocesana che ci ha introdotte in questa particolare realtà, che ben presto abbiamo capito essere come un fiume carsico: scorre sotterranea, profonda e silenziosa per poi erompere improvvisamente, in superficie. I relatori hanno voluto trasmetterci ad una sola voce il reale scopo di Caritas, specificando che non si risolve in un insieme di opere di carità. Con il sostegno dello Spirito Santo, l’operato dei volontari vuole essere Amore spezzato per i poveri nella ricerca incessante del volto di Cristo nei loro tratti, un modello educativo per la comunità allo scopo di aiutarla a maturare nella sensibilità verso la sofferenza e gli ultimi. Gli strumenti più efficaci per raggiungere gli obiettivi che incarnano concretamente questo spirito sono l’accoglienza, l’ascolto, la compassione e il dono. Un’opportunità per le nostre vite, uno stimolo a ripartire ancora, per riuscire a spostare il nostro focus e riflettersi nell’altro per riflettere su di sé. Nel corso di quest’anno e mezzo diverse persone hanno bussato alla porta del Centro di Ascolto, qualcuno con più forza, qualcun’altro più sommessamente perché abbattuto dal dolore che la solitudine inevitabilmente produce. Ci siamo rese conto che le persone hanno un bisogno fondamentale: che qualcuno possa fermarsi ad ascoltarle riconoscendo la loro sofferenza e facendosi carico del loro dolore, cum-passio, appunto. Nella compassione che cerchiamo di esprimere, sospendendo il giudizio sulla loro vulnerabilità, cerchiamo di resistere alla tentazione di soffrire al loro posto o addirittura ad anticiparli in un impeto di generosità. Non spetta a noi curare ma l’essere presenti è importante quanto la cura! Questo è lo spirito con il quale ci impegniamo a percorrere un tratto di strada con i poveri che si rivolgono a noi e che si declina nei diversi tipi di interventi che abbiamo fino ad ora sostenuto. Abbiamo scelto, assieme a don Francesco, di essere sempre disponibili telefonicamente, se possibile, cerchiamo di pianificare dei piccoli progetti per apportare dei cambiamenti duraturi nella vita delle persone, abbiamo contribuito a risolvere delle difficoltà economiche temporanee, ad aiutare nella gestione ordinaria delle utenze, a distribuire vestiario ed alimenti. Abbiamo avviato una raccolta permanente di cibo predisponendo delle ceste sul fondo delle chiese dell’Unità pastorale. Sono state organizzate delle raccolte di fondi per aiutare particolari situazioni di criticità utilizzando spesso la cassetta della posta del parroco sia per depositare le buste che per segnalare, nell’anonimato, particolari bisogni. Cerchiamo di rimanere in contatto con gli altri volontari Caritas confrontandoci e, Covid permettendo, cercando di avviare altri progetti con cui poter venir incontro ad una situazione di disagio sociale crescente. La comunità è periodicamente informata sulla nostra attività, ci sta sostenendo con la preghiera, qualcuno offrendo la propria competenza professionale e rispondendo generosamente con offerte e buoni spesa. Siamo sempre più convinte che in qualunque situazione ci si possa trovare, la vita di ciascuno di noi non basta a sé stessa: avremo sempre bisogno dello sguardo dell’altro che ci guarda da un altro punto di vista, con un’altra prospettiva e magari con un altro senso dell’umorismo. La vita si può risolvere individualmente solo in modo intermittente, perché il suo significato si coglie soltanto nella condivisione e nel dono.Cristina Nocent, Rosanna Cosma, Valentina Angius -volontarie Caritas

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“A scuola di cittadinanza – Ecologia integrale”

Per il terzo anno consecutivo l’ISIS “G. Galilei” di Gorizia ha aderito al progetto proposto dalla Caritas diocesana alle Scuole della Diocesi. Quest’anno il titolo scelto è stato “A scuola di cittadinanza- Ecologia integrale”.  L’Istituto ha inserito il progetto nel proprio PTOF e nella programmazione d’Istituto di Educazione Civica.Nel corso degli incontri, iniziati la scorsa settimana, saranno coinvolte tutte le classi seconde per un totale di 146 alunni. Il tema è stato affrontato alla luce dell’Enciclica di Papa Francesco “Laudato sii” soffermandosi in particolare sull’amore verso il creato.Il progetto prevedeva un incontro di due ore per gruppi di classi, durante il quale il Direttore diacono Renato Nucera e gli operatori della Caritas diocesana dottoressa Valentina Busatta e il dottor Simone Orsolini, hanno aiutato gli alunni, attraverso delle attività interattive, dove gli stessi sono stati i protagonisti, ad affrontare i temi dell’ecologia integrale, della gestione delle risorse, dei rifiuti e dell’economia dello scarto.I ragazzi hanno avuto occasione di capire che i poveri piangono assieme alla Terra, invitandoli a riflettere su cosa possano fare modificando gli stili di vita. L’attenzione all’ambiente e al pianeta intesa come nostra casa comune, infatti, coinvolge i nostri stili di vita personali e implica aspetti economici, sociali e politici, orientati all’equità e alla solidarietà.La solidarietà quindi, nel senso più ampio di attenzione e amore verso gli altri e la terra, è fondamentale, poiché, proteggendo e salvaguardando la natura, non fa altro, che realizzare pienamente la nostra umanità.Inoltre, il progetto ha anche lo scopo di far vivere concretamente la solidarietà per interiorizzarla e farla propria in modo tale che diventi uno stile di vita.prof. Michele Bressan

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Ringraziamenti

La Caritas diocesana vuole ringraziare di cuore il signor P.F. che ha donato 200 euro e il signor M.F. che ha donato 500 euro a favore delle famiglie impoverite dall’emergenza sanitaria e che si rivolgono alla rete Caritas nell’Arcidiocesi di Gorizia per chiedere un sostegno.La famiglia dei coniugi C.S. e C.A. ha voluto sostenere gli Empori della Solidarietà presenti sul territorio della Diocesi di Gorizia con un’offerta di 250 euro, come il signor C.S. che ha donato 100 euro: anche a loro vanno i più sinceri ringraziamenti della Caritas diocesana.L’Emporio della Solidarietà di Gorizia nei giorni scorsi ha ricevuto una generosa e abbondante spesa da un benefattore anonimo di cui non possiamo che ringraziare con un sentito e commosso Grazie!

(foto d’archivio)