Un Emporio che non si ferma

Fare rete, lavorare insieme per il rispetto della dignità della persona e al contempo dell’etica. Questi alcuni dei punti che stanno alla base degli Empori della Solidarietà dislocati sul territorio nazionale, tra i quali si conta anche quello di Monfalcone, uno dei quattro Empori presenti in diocesi.Lo scorso 10 febbraio la Caritas diocesana di Gorizia, il Comune di Monfalcone – Ente gestore dell’Ambito Carso Isonzo Adriatico -, Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e Croce Rossa Italiana – Comitato di Monfalcone, si sono ritrovati attorno al “Tavolo tecnico sull’Emporio della Solidarietà”, nuovo appuntamento che avrà cadenza annuale e consentirà di monitorare le linee di indirizzo, condividere l’esperienza sul campo, nonché le idee e le opportunità che, di volta in volta, potranno emergere nell’ambito dei temi inerenti l’inclusione sociale e il sostegno ai percorsi di emancipazione dalle condizioni di vulnerabilità e di marginalità dei soggetti più fragili.All’interno dell’incontro si è anche provveduto al rinnovo del Protocollo d’Intesa per l’Emporio della Solidarietà monfalconese, che sarà valido per il prossimo triennio.Inaugurato nell’aprile del 2015, l’Emporio della Solidarietà di Monfalcone – la cui gestione è stata affidata alla Caritas Diocesana di Gorizia (che, come per gli altri Empori, ha incaricato per la gestione del servizio l’associazione “La Ginestra” Onlus) in collaborazione con Croce Rossa Italiana Comitato di Monfalcone -, fornisce beni di prima necessità e accompagnamento a persone in condizioni di disagio socioeconomico, verso percorsi di sostegno e di emancipazione sociale. Fondamentale in questo il grande lavoro di rete con il Servizio Sociale dei Comuni dell’Ambito e con i Centri di Ascolto parrocchiali: l’Emporio monfalconese infatti si rivolge ad un bacino di utenza ampio, che comprende tutto il Mandamento, Grado e diversi comuni della zona limitrofa.In questa grande rete giocano poi una parte fondamentale i donatori di beni alimentari: Banco Alimentare del Friuli Venezia Giulia, grande distribuzione, supermercati, aziende agricole locali e panifici, soggetti che con continuità approvvigionano l’Emporio e ne sostengono l’azione di riduzione degli sprechi alimentari.A questi si aggiungono il fondamentale sostegno dei Fondi 8xmille alla Chiesa cattolica, nonché le numerose donazioni – in beni alimentari o economiche – tanto da soggetti pubblici che da privati, desiderosi di sostenere la progettualità.”Gli Empori della Solidarietà consentono di portare un grande aiuto alle persone, senza che queste debbano chiedere ma consentendo loro di poter scegliere e acquistar attraverso i punti della tessera ciò di cui hanno bisogno; una forma di attenzione alla persona, volta a conservarne e a restituirne la dignità – ha spiegato il diacono Renato Nucera, direttore della Caritas diocesana -; tutto questo è possibile grazie ad un grande lavoro di insieme, alla bella collaborazione, ormai consolidata, che abbiamo trovato qui a Monfalcone. Un grande grazie va anche a tutti i volontari, senza il cui contributo l’Emporio non potrebbe funzionare”. Nucera ha inoltre portato il ringraziamento per tutti da parte dell’arcivescovo, monsignor Redaelli.”L’Emporio della Solidarietà di Monfalcone non ha mai chiuso – ha aggiunto il direttore di Caritas diocesana – nemmeno durante il periodo di lockdown. In quel momento si è sentita forte la collaborazione con il Comune, poiché tutti i generi alimentari raccolti presso i supermercati dalla Squadra Comunale della Protezione Civile sono stati distribuiti attraverso all’Emporio”. Nucera ha inoltre ricordato che, per continuare ad offrire un servizio di qualità a tutte le famiglie che si rivolgono all’Emporio monfalconese e ottemperare ai protocolli governativi previsti per ridurre il contagio da Covid – 19, l’orario del servizio è stato ampliato, passando da tre a cinque giorni di apertura la settimana.L’importante collaborazione e il supporto di tanti attori del territorio sono stati ricordati e ringraziati anche dal sindaco, Anna Cisint, e da Michele Luise, vicesindaco e presidente dell’Ambito Socioassistenziale del Basso Isontino, il quale ha richiamato la centralità del volontariato, che va “promosso, in particolar modo tra i giovani, ai quali dobbiamo trasmettere e far capire il valore della solidarietà”.Presenti all’incontro anche Alberto Bergamin, presidente della Fondazione Carigo, e Stefania Zatti consigliere con delega al Sociale del Comitato di Monfalcone della CRI, nonché alcuni dei volontari che prestano la loro opera all’interno del servizio.