“Torniamo al gusto del pane”

Si è tenuto a Matera dal 22 al 25 settembre scorsi, il 27° Congresso Eucaristico Nazionale che ha visto riuniti nella città lucana un migliaio di delegati, tra vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose e laici in rappresentanza di tutte le diocesi d’Italia.Tra queste c’era anche la nostra diocesi di Gorizia rappresentata da don Mirko, da me che scrivo e Chiara e da Anna e Corrado. Un evento che ha radici lontane, il primo Congresso Eucaristico si svolse nel 1881 a Lille in Francia,, dieci anni dopo nel 1891 per la prima volta in Italia a Napoli e poi a Torino, Milano, Orvieto, Venezia,Pompei, Assisi, a Udine nel 1972,a Pescara, Bologna, Ancona,fino al più recente che si è svolto a Genova nel 2016. Il tema di quest’anno era:”Torniamo al gusto del pane” per una Chiesa eucaristica e sinodale” ed è stata scelta Matera come sede, città famosa non solo per i suoi Sassi ma anche per il buon pane, la cui lavorazione è particolare. Come ha spiegato molto bene il vescovo di Matera-Irsina Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo.” Anticamente le mamme di questa città, iniziavano la lavorazione dell’impasto per il pane con il segno della croce, poi per risparmiare spazio nel forno e mettere più pani, si sviluppò la tecnica di crearlo in modo che lievitasse in altezza, una tecnica che si basa sulla teologia della Santissima Trinità. Una lavorazione che ricorda la doppia natura di Gesù, umana e divina.” Il pane diviene così il segno della comunione, della fraternità, dell’appartenenza all’unica famiglia che si nutre dell’unico pane che è sacro, che viene spezzato dal capo famiglia e distribuito ai suoi componenti,come Gesù quando istituì l’Eucarestia. Una cultura del pane che è eucaristica. Concetti ripresi anche dal cardinale Matteo Zuppi, Presidente della CEI che nell’aprire il congresso ha detto:” In questo cammino che come Chiesa siamo chiamati a fare insieme, la prima forma di sinodalità, è stare con Gesù Eucarestia. Questo congresso è una sosta contemplativa all’interno del cammino sinodale. Più mettiamo al centro Lui,più saremo una cosa sola; più condivideremo il pane del cielo, più sapremo condividere il pane quotidiano con i fratelli. Date voi stessi da mangiare, disse Gesù agli apostoli davanti alle folle,dobbiamo allora nutrirci del corpo di Cristo, per saperci donare e amare il prossimo. Tornare a gustare il sapore del pane, per dare sapore alla vita, mangiare il pane della vita per saziare poi tutti i fratelli con la compassione e tessendo relazioni solidali.Un altro momento formativo lo ha portato Mons. Marco Busca vescovo di Mantova tracciando quattro tipi di tavole collegate al pane. La tavola della creazione dove il contadino semina il grano, lo miete, plasma la pasta e quel chicco di grano poi sull’altare diventa il corpo del Signore; sulla patena c’è il frutto della terra e della fatica sell’uomo. La tavola della casa poi, scuola di vita, pane della condivisione, dello stare insieme, dove si esercita l’ascolto, si sperimenta il rispetto, l’attenzione all’altro, l’accoglienza all’ospite. Reimparare a mangiare per imparare a celebrare e viceversa. La terza tavola è quella dell’altare dove l’Eucarestia fa la chiesa , “beati gli invitati..”e la riceviamo non come un diritto ma come un dono. Dovremmo gustare la santa Messa come un dono relazionale dove prima si “mangia” la Parola e poi il Pane e si crea comunione tra tutti.L’Eucarestia non termina sull’altare, ma ci rimanda al servizio, quel pane entrando in noi deve cambiare la nostra vita per convertirla con la forza della carità. Infine la tavola del Regno, il Pane celeste, il Maranathà dove il Signore al suo ritorno servirà noi. In questo viaggio del pane siamo chiamati a non separare questi quattro tipi di tavole, se vogliamo mantenere il sapore del pane che è il sapore della vita donata e condivisa.La Via Lucis al centro di Matera, la processione Eucaristica che si è snodata per le vie della città, le testimonianze ascoltate ed i momenti di convivialità tra noi delegati,le celebrazioni divisi nelle dieci parrocchie della città, l’attenzione ospitale e il calore umano dei tanti volontari, ha reso questa esperienza un momento molto arricchente per ognuno di noi, sia dal punto di vista umano che spirituale. Si è vissuta la comunione fraterna tra Chiese di diverse tradizioni, il gusto dello stare insieme con il profumo ed il il sapore buono del pane di Matera, ma uniti dall’unico pane dell’Eucarestia.In una parola, ci siamo sentiti a casa! La santa Messa nello stadio assieme a papa Francesco ha concluso e suggellato questo 27° congresso Eucaristico. Il Santo Padre ha ricordato nella sua omelia che il Signore si fa pane per noi, che l’Eucarestia ci fa vedere la vita con uno sguardo nuovo che ci rende liberi per amare i fratelli e strumenti per sfamarli, come profezia di un mondo nuovo, che ci fa passare dall’egoismo all’amore. Sognamo una chiesa eucaristica che si spezza nella carità, nella tenerezza, col lievito della speranza, che si piega sulle sofferenze dei poveri. Non c’è culto eucaristico se non c’è compassione per i tanti Lazzaro di oggi, ritorniamo al gusto del Pane Eucaristico per rimettere al centro Gesù che rinnova la nostra vita.