Ritornare

Volentieri viene usato nel modo imperativo o almeno congiuntivo, ma può essere anche un grande pasticcio, un grande deterrente. Infatti, si può tornare sulla strada percorsa nel passato, ma ritrovandosi al punto di partenza. Oppure tornare sulla stessa strada, ma riprendendo dal punto in cui si ha abbandonato il percorso o smarrito le tracce. Anche tra gli unitalsiani “serpeggia” volentieri e di frequente lo stesso imperativo. Che significato assume per noi, che abbiamo abbandonato la strada del pellegrinaggio e della normale attività sociale? Tornare al punto di partenza: NO! Sarebbe un cancellare, negare i passi della nostra storia. Ripartire dal punto in cui ci si è fermati: NO! Sarebbe pericoloso, perché il tempo che abbiamo vissuto ci ha comunque insegnato qualcosa. Quindi: come e dove riprendere la strada?Riprendiamo dalle nostre radici, che non significa tornare al seme che ha generato l’albero secolare. Le radici sono la parte dell’arbusto che mantengono la propria posizione e motivazione. Sempre. L’albero può (anche deve) essere potato, forse ferito dalla tempesta, forse sfrondato per dare più vigore alla crescita, ma la radice è sempre la stessa. Le nostre radici sono la traduzione in opere visibili di un amore invisibile che parte d Dio verso l’uomo e dall’uomo verso Dio. Passando attraverso la testimonianza di soggetti storici che ne hanno fatto da cornice: la Madre di Dio, s. Bernardetta, G.B. Tomassi e molti altri. Ritornare per noi significa riprendere in mano queste figure e attualizzarne la fecondità che dalla loro epoca si protrae fino ai nostri giorni. Non vogliamo essere mere “fotocopie”, ma protagonisti di una nuova stagione dell’UNITALSI (e della Chiesa) che non ha bisogno di inventare cose nuove, ma mettere in pratica il bagaglio dei tesori che queste figuri storiche ci hanno tramandato.Lo Statuto di un’Associazione è uno strumento pressoché giuridico, ma al suo interno sono conservati i motivi, gli stimoli, le proposte, le azioni di una società. Nel nostro è sottolineato a chiare lettere che nel DNA si fondono: la Fede, come fonte della nostra energia personale e relazionale, la Carità, come azione quotidiana verso tutti, ma specialmente i sofferenti nel corpo e nello spirito, la Speranza, come postura di un corpo che non osserva se stesso in modo narcisistico, ma protende nel futuro il proprio pensiero, la propria attività, la crescita individuale e sociale.Ripartiamo! Non dal febbraio u.s., ma dalle motivazioni del nostro essere unitalsiani!