Religiose insieme, sui cantieri del Sinodo

Il ritiro spirituale per le Religiose di Gorizia, in preparazione al santo Natale, si è svolto quest’anno presso il monastero Totus Tuus di Gorizia, sabato 26 novembre. L’USMI, l’organismo che in Italia segue la vita consacrata femminile, nell’organizzare i ritiri spirituali dedica solitamente un primo tempo a un tema  formativo-informativo.Questa volta il tema è stato quello del Sinodo della Chiesa e la Lettera pastorale del nostro arcivescovo venuto a presentarla di persona. Partecipa all’incontro anche don Giorgio Giordani, biblista che guiderà la riflessione sulla Parola di Dio di questo tempo di Avvento.L’ambiente raccolto e la presenza orante, oltre la grata, delle care sorelle Clarisse, hanno favorito l’incontro. L’Arcivescovo ha introdotto con la preghiera e l’invito a vivere l’attesa del Natale con speranza, quella speranza che racchiude i molti desideri. Oggi – è l’amaro commento – notiamo che i desideri si sono abbassati, complice la crisi che affligge l’umanità per la pandemia e le molte forme di violenza, anche le guerre. Urge rialzare i desideri e rafforzarli  per una vita nuova, di pace, di vera fratellanza. Aprendo la riflessione sul cammino sinodale, il tema formativo dell’incontro, ci ha illustrato, nei particolari, la genesi  e l’avvio del grande evento ecclesiale. Partito dai Vescovi, ha incluso e attivato, per volere di papa Francesco, tutto il Popolo di Dio che ha risposto prontamente e con gioia. Stiamo davvero vivendo un Sinodo mondiale, straordinario, per  molti versi ripete lo stile del Vaticano II e ne racchiude le speranze. Dall’alto dei quattro grandi cantieri del Sinodo (Cantiere della strada e del villaggio; Cantiere dell’ospitalità e della casa; Cantiere delle diaconie e della formazione spirituale; Cantiere dell’iniziazione cristiana: un cantiere di accoglienza e di ascolto) l’arcivescovo Carlo ci ha invitate a riflettere sopratutto sul quarto Cantiere che nella lettera pastorale prende il primo posto perché riguarda noi, il popolo di Dio di Gorizia, come è stato richiesto a tutte le diocesi per evidenziare i bisogni e le scelte delle singole Chiese.Commentando il Cantiere dell’Iniziazione cristiana dei bambini e degli adulti, un cantiere di accoglienza e di ascolto – ha ricordato che da tempo la diocesi riflette e si confronta per trovare le giuste rinnovate strade nell’importante ambito della catechesi. Ha notato con rammarico che si tende ancora a fare da soli mentre è aiutandosi e camminando insieme che si cresce e si migliora. Ha concluso esprimendo il desiderio che in tutta la diocesi, sempre più uniti, si riprenda l’impegno nella ricerca e nella testimonianza delle giuste vie per annunciare e trasmettere  la fede oggi.Il secondo intervento, sulla Parola di Dio nel tempo liturgico che viviamo, è di stato curato da don Giorgio Giordani, biblista e delegato arcivescovile per la vita consacrata. Ci conosce e ci segue da molti anni. Ci ha insegnato e continua a insegnarci a entrare nel cuore delle parole della Vangelo, a imparare a scoprirne l’alto annuncio e viverlo con gusto, consapevolezza e gioia. Ha introdotto con una domanda: Avvento, tempo da vivere o da fare?Rispondiamo sicure che l’Avvento è da vivere. Purtroppo  sappiamo che nella società viene dato più spazio al fare, così nell’educazione ricevuta, nelle nostre famiglie e anche nella vita religiosa il fare, l’avere, il contare hanno  occupato, forse occupano ancora il primo posto.Don Giorgio riprende la conversazione dedicandola al tema della nostra identità, la figliolanza divina. Proviamo qui a riportare alcune sue frasi, le più ripetute, e cogliere almeno un po’ della luce e della bellezza del contenuto.Siamo figli di Dio e la nostra vita è il luogo della sua presenza.L’Avvento e il Natale sono certamente un tempo speciale per pensare e vivere la grande verità, non astratta ma reale: “Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi” annuncia San Giovanni nel  suo  Prologo. Carne siamo noi, Dio si fa uomo come noi, uno di noi. Natale è accogliere e celebrare Dio che viene in ognuno di noi,  ci fa sentire tutti fratelli e ci insegna ad amare ed esprimere quella ricchezza di Dio che è Amore. Oggi il mondo ha molto bisogno di questa luce e della testimonianza che la nostra vita è il luogo privilegiato dove gustare la presenza di Dio. Don Giorgio ha aggiunto la bella spiegazione del termine “Parusia”, parola di origine greca che nella liturgia spesso la leggiamo come “Avvento” o “annuncio degli ultimi tempi” ma anche come attesa di Gesù. Il suo vero significato è molto più bello, è sentire sempre Qualcuno che ti viene accanto. Questo qualcuno è Dio e viene sempre, in ogni istante, viene per rimanere con noi. Ringraziamo don Giorgio e all’augurio Parusia aggiungiamo quello di poter continuare a lungo a farci dono della Parola.