Quaresima: tempo per mettere ordine nella propria vita

Nella serata di mercoledì 22 febbraio – Mercoledì delle Ceneri, giornata che dà inizio al cammino quaresimale – l’arcivescovo monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli ha presieduto la Liturgia eucaristica presso la Cattedrale a Gorizia.La serata è stata anche l’occasione per distribuire ai fedeli presenti una copia de “Il cammino continua”, sussidio quaresimale che, come da tradizione, viene proposto annualmente a tutte le comunità da parte del Centro missionario diocesano.Per la sua omelia l’arcivescovo ha desiderato partire da Sant’Ignazio di Loyola, il quale “propone come scopo degli esercizi spirituali il “mettere ordine nella vita”. Scrive precisamente così: “Esercizi spirituali per vincere sé stessi e ordinare la propria vita” (ES n. 21). Possiamo dire che anche la Quaresima ha la stessa finalità: giungere a Pasqua avendo messo ordine nella propria vita, un ordine secondo il Signore”.Monsignor Redaelli ha quindi posto le tematiche ignaziane all’interno dell’attualità che ci circonda: “penso che tutti siamo d’accordo su questo – ha espresso l’arcivescovo -. Viviamo tutti una vita molto frammentata, piena di emozioni, di sentimenti, di immagini, di suoni, di notizie… Una vita che spesso non ci soddisfa, non corrisponde a ciò che nel cuore – nei momenti purtroppo rari di lucidità – percepiamo come ciò che vale, ciò che conta per davvero. E allora ci sentiamo dispersi, confusi, disorientati. Ma se siamo così, allora la Quaresima è un dono proprio per noi. È realmente un “momento favorevole”, come ha affermato san Paolo nella seconda lettura, per un cammino verso un vero ordine, un orientarci verso ciò che siamo realmente cioè figli e figlie di Dio”.Non sono mancati poi riferimenti ai passi del Vangelo proposti durante la Liturgia, ancora una volta cogliendone la grande attualità e il nostro essere in relazione agli altri: “Il passo del discorso della montagna ci indica tre azioni, che erano e sono tipiche della religiosità ebraica e che quindi Gesù prende dalla propria esperienza religiosa: l’elemosina, la preghiera, il digiuno. Vorrei invitarvi a rileggere queste tre realtà come capitoli di un cammino di riordino della propria vita, tre capitoli rivolti ad altrettante relazioni che costituiscono la nostra vita: quella con gli altri, con le cose, con Dio. Relazioni che possono essere disordinate, cioè distorte, disarmoniche e persino prive di senso. Gli altri, infatti, possono diventare non fratelli e sorelle da amare e da aiutare, quanto piuttosto soggetti da mettere a nostro servizio, con cui competere, da cui difenderci, da giudicare e condannare. Quale disordine c’è nella mia vita a proposito del mio relazionarmi con gli altri? L’elemosina, intesa non nel senso banale del termine, ma come sguardo di compassione e tenerezza verso l’altro e come aiuto concreto, può essere una strada per vivere una relazione autentica con gli altri. Persino nella relazione con Dio ci può essere del disordine. Si può infatti andare a Messa, recitare le preghiere del mattino e della sera, magari leggere qualche volta il Vangelo e non incontrare realmente e profondamente il Signore. Perché la relazione con Dio è la relazione con una persona e come succede con le persone umane, se non ci si frequenta, se non ci si ascolta, se non ci si parla, se non si ha il piacere e la gioia di stare insieme in intimità e profondità, la relazione si perde.L’invito a pregare in questa Quaresima, allora, non è l’invito a riprendere una o più pratiche, ma a riallacciare una relazione, quella con Dio”.