Quando la solidarietà entra nelle aule scolastiche…

La scuola è quel microcosmo dove, oltre ad imparare dalle materie studiate, si imparano anche a vivere le relazioni, sperimentando quello che poi si troverà all’esterno, una volta entrati nel lavoro, nel mondo universitario, in famiglia. È proprio in questo microcosmo che i più giovani possono imparare ad “ascoltare”: non un mero sentire, ma una vera e propria attenzione verso l’altro, un andare in profondità delle persone e delle situazioni – a volte sommerse – che esse vivono.La Caritas diocesana di Gorizia lancia quindi, proprio in occasione dell’Avvento, un concorso indirizzato a tutte le Scuole secondarie di II grado della diocesi, che mira a promuovere l’ascolto dell’altro, l’osservazione e la riflessione sulla realtà quotidiana.Il premio finale consisterà nell’apertura da parte della Caritas di un Fondo di Solidarietà scolastico pari a 2.000 euro che la classe o gruppo vincitore utilizzerà per sostenere le siutazioni di fragilità e povertà rilevate all’interno dell’istituto scolastico di appartenenza.Ai ragazzi viene chiesto di individuare una situazione di difficoltà che sentono particolarmente vicina, conoscerla e approfondirla, proponendo in un elaborato video della durata massima di 3 minuti un progetto finalizzato a contrastarla.L’iscrizione al concorso andrà consegnata presso gli uffici della Caritas diocesana o inoltrata tramite mail all’indirizzo caritas@arcidiocesi.gorizia.it o ancora spedita a Caritas diocesana di Gorizia – Piazza san Francesco 1 – Gorizia 34170 entro il 15 dicembre. I progetti andranno consegnati poi entro il 31 gennaio 2019.Gli elaborati verranno quindi esaminati dalla giuria, composta da operatori della Caritas e predieduta dal direttore Renato Nucera, e il vincitore verrà annunciato il 15 febbraio, giornata in cui verrà anche organizzato un evento dove tutti i gruppi partecipanti potranno allestire uno stand per presentare il proprio progetto agli altri studenti partecipanti.”Questo concorso desidera non solo aiutare una situazione di bisogno – ha commentato Nucera – ma anche avvicinare i più giovani alla solidarietà, per far capire loro come potersi mettere in gioco ed essere in prima persona segno e sostegno per la propria comunità”.