Quale percorso di catechesi per i bambini?

Gli Orientamenti Pastorali della CEI, “Educare alla vita buona del Vangelo”, definiscono l’Iniziazione Cristiana come “esperienza fondamentale dell’educazione alla vita di fede […] non una delle tante attività della comunità cristiana, ma l’attività che qualifica l’esprimersi proprio della Chiesa nel suo essere inviata a generare alla fede e realizzare se stessa come madre” (n. 40). Questa affermazione riprende la “Nota per l’accoglienza dei catechismi”: “Per iniziazione cristiana si può intendere il processo globale attraverso il quale si diventa cristiani. Si tratta di un cammino diffuso nel tempo e scandito dall’ascolto della Parola, dalla celebrazione e dalla testimonianza dei discepoli del Signore attraverso il quale il credente compie un apprendistato globale della vita cristiana e si impegna a una scelta di fede e a vivere come figli di Dio, ed è assimilato, con il battesimo, la confermazione e l’eucaristia, al mistero pasquale di Cristo nella Chiesa” (n. 7).In Italia il magistero della Chiesa già da diversi anni, attraverso la pubblicazione di documenti, ha iniziato una riflessione sull’Iniziazione Cristiana e ha proposto alcune strade da percorrere: si pensi alle tre note CEI del 1997, 1999 e 2003 oppure agli “Orientamenti per l’annuncio e la catechesi in Italia” del 2014. I documenti hanno ribadito la necessità di intraprendere la strada del “ripensare costantemente l’iniziazione cristiana nel suo insieme e gli strumenti catechistici che l’accompagnano” (Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, n. 57). Nel documento “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia” al n. 7 si ribadiva: “Un ripensamento della pratica dell’IC si impone, se si vuole che le nostre parrocchie mantengano la capacità di offrire a tutti la possibilità di accedere alla fede, di crescere in essa e di testimoniarla nelle normali condizioni di vita”.E così in molte diocesi italiane sono in atto sperimentazioni circa l’itinerario di Iniziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi. Il motivo che le ha portate a elaborare nuovi itinerari di Iniziazione cristiana non è costituito solo dall’obbedienza alle sollecitazioni della CEI. Vi è la constatazione dell’esito insoddisfacente dell’attuale prassi. Infatti, nonostante siano investite molte risorse in tempo e persone spesso non si riesce a raggiungere lo scopo fondamentale dell’Iniziazione Cristiana, ossia l’inserimento effettivo nella vita cristiana. Certamente questo avviene per una serie di concause. Tuttavia, forse il motivo principale è costituito dal fatto che il modello di Iniziazione Cristiana non è adatto al nostro tempo. È finito il cristianesimo sociologico, cioè il cristianesimo per eredità. Sta nascendo una forma nuova di cristianesimo. Un cristianesimo che ha la connotazione di entrata libera, di scelta più consapevole e responsabile. Tutto ciò suppone una maggiore capacità propositiva da parte della comunità ecclesiale. Se dovessimo esprimere un giudizio dovremmo dire che la situazione attuale non è meno favorevole a quella del passato. Non è certamente favorevole a un cristianesimo civile, ma è spostato sul fronte di un cristianesimo per scelta, per decisione libera e personale. Occorre creare un apprendistato alla vita cristiana.Questo è il motivo per cui siamo chiamati ad un cambio di mentalità e di prassi, a prendere una direzione diversa. Non cambiare è una scelta di passività, di rinuncia e di sterilità, poiché così facendo la Chiesa non genera. D’altra parte la storia della stessa Chiesa ci insegna chiaramente che, se si è sempre mantenuta la realtà dell’IC, sono però cambiati i modelli e le modalità di attuazione, a secondo dei mutamenti storici: modello catecumenale, modello medioevale, modello tridentino.Per quel che ci riguarda quale direzione intraprendere? La proposta diocesana vuole lavorare ad un duplice livello: uno teorico e uno pratico. Da una parte, attraverso le serate di formazione proposte ai C.PA.PA, quest’anno allargate ai catechisti/e della diocesi, cercheremo di acquisire un quadro teorico sull’iniziazione cristiana: sarà la nostra prospettiva per poter osservare la prassi delle nostre comunità. Dall’altra, avvieremo una prima sperimentazione sui cammini di iniziazione cristiana 6-8 anni con alcune parrocchie. Le comunità che hanno aderito alla proposta sono San Rocco di Gorizia, San Rocco di Villesse, Sant’Ignazio di Gorizia, Santa Maria Annunziata di Romans d’Isonzo, Santi Ilario e Taziano Cattedrale di Gorizia, Santi Pietro e Paolo di Staranzano, Santi Vito e Andrea di San Vito al Torre, Unità pastorale dei Salesiani di Gorizia. Se altre comunità parrocchiali volessero aderire, anche solo come contributo di idee, ne saremmo ben lieti. Queste due realtà, quella teorica e quella pratica, interpellandosi vicendevolmente, ci offriranno quel circolo virtuoso per operare quella conversione pastorale che dia concretezza alle decisioni pastorali.