Pietro, il diacono della carità

Presieduti dal vescovo Carlo, si sono svolti sabato a San Vito al Torre i funerali del diacono permanente Pietro Basile. Nato in provincia di Pescara nel 1932, Pietro aveva ricevuto l’ordinazione diaconale dalle mani del vescovo padre Antonio Vitale Bommarco il 25 settembre 1993.Lo ricordiamo con le parole che, al termine della liturgia esequiale, ha voluto rivolgergli il diacono permanente Franco Baggi.Carissimo Pietro, sono certo di esprimere con queste poche e semplici parole quello che noi tuoi confratelli diaconi sentiamo e abbiamo nel cuore.27 anni fa ci siamo incontrati per la prima volta, per intraprendere un cammino nuovo per noi e per la Chiesa goriziana, abbiamo cercato di verificare, insieme al delegato diocesano per il diaconato permanente don Adelchi, la chiamata del Signore a svolgere questo, per molti ancora sconosciuto, ministero diaconale di servizio nella Chiesa.Nel cammino di preparazione e poi, dopo l’ordinazione avvenuta il 25 settembre del 1993, mentre noi con trepidazione ed entusiasmo, tipico dei neofiti, non vedevamo l’ora di immettersi nel servizio pastorale, magari ai primi posti, tu ci dicevi che bisognava lasciar fare al Signore, attendere con pazienza e inchinarsi alla volontà di Dio. Quando intervenivi nei nostri incontri di formazione o nei ritiri spirituali, lo facevi sempre con tono pacato; riflessioni, ragionamenti e argomentazioni facevano sempre riferimento alla Parola di Gesù, ai suoi insegnamenti i quali erano l’unico punto fermo del tuo pensare e agire.Infatti, tutti ti conoscono come il diacono della carità. Ti sei messo all’ultimo posto, ti sei messo il grembiule, non per metterti in mostra, ma all’ultimo posto, nel silenzio. Ti sei sempre prodigato per soccorrere tutti quelli che si sono rivolti a te per avere un aiuto. Indipendentemente dal colore della pelle, della razza o religione. Insieme alla tua Olimpia in diverse occasioni avete messo a disposizione la vostra casa per ospitare persone in difficoltà.Hai gioito e ringraziato il Signore, quando qualcuno di noi riceveva un incarico parrocchiale o diocesano. E tu continuavi a servire nel silenzio, perché vivevi la carità che, «tutto scusa, tutto crede, tutto sopporta». (1 Cor 13,7)Ultimamente facevi servizio nelle parrocchie di Versa e Romans. Oltre ad accudire la tua Olimpia, ti dedicavi il più possibile anche alle persone anziane delle comunità, aiutavi il parroco nel servizio agli ammalati portando loro la Comunione, e non sono pochi.La tua spiritualità era semplice, ma incisiva come la tua testimonianza.Non ti serviva il diploma in teologia per parlare di Dio, la Sua Parola era sempre fra le tue labbra, la tua stessa vita ha parlato a tutti noi di Dio Amore. Come mi dicevi sempre, richiamando San Paolo: se non avessimo la carità, saremmo come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. (1 Cor 13,1)Insomma l’inno alla carità lo avevi sempre impresso nella mente e nel cuore.Carissimo fratello Pietro, siamo convinti che Dio stesso ti consegnerà la laurea in carità e amore.Prega per noi, Pietro, la tua fedeltà e la tua testimonianza rimanga per noi esempio le tue preghiere ci aiutino, a renderci capaci di essere veri diaconi, servi del Signore e dei fratelli,  come lo sei stato tu.Mandi Pietro.