Perché è importante coltivare e conoscere la storia associativa

Il mese di dicembre e il prossimo gennaio saranno mesi in cui andremo a chiudere con tre importanti appuntamenti il nostro centenario.In questo percorso di preparazione, di riordino e recupero di tutti i materiali storici della nostra AC,  ho inteso qualche volta la domanda, “ma ha senso fare tutto ciò; ha senso impegnare tempo, persone, risorse per questo tipo di lavoro?”Domanda legittima a cui va data una risposta. Conoscere e coltivare la storia associativa è  fondamentale perché ci aiuta a trovare spunti, risposte e soluzioni a problemi attuali, ma anche è soprattutto a fare memoria e ricordare tutti quelli che in AC ci hanno preceduto, in tempi ed in epoche diverse e complesse come la nostra.Non si tratta quindi, e non è il senso del progetto, quello di  fare archeologia associativa, che per quanto importante è un esercizio fine a stesso, ma piuttosto a riscoprire le radici della nostra fede e del nostro impegno nella Chiesa e nella società civile, politica ed economica  del nostro territorio. A riscoprire il senso ed anche l’orgoglio di appartenere ad una associazione che tanto ha dato e tanto potrà dare con il suo progetto, e l’impegno di tutti alla Chiesa ed al paese. ” La nascita dell’Azione Cattolica Italiana fu un sogno, nato nel 1867  dal cuore di due giovani, Mario Fani e Giovanni Acquaderni, che è diventato nel tempo percorso di fede per molte generazioni, vocazione alla santità per  tante  persone: ragazzi, giovani e adulti che sono diventati discepoli di Gesù e, per questo, hanno provato a vivere come testimoni gioiosi del suo amore nel mondo”. Lo ha detto il Papa, nel discorso rivolto ai giovani di AC in Piazza San Pietro, a Roma il 30 aprile 2017 per la festa dei 150 anni dell’Aci. È la storia – ha continuato Il Papa – di un popolo formato da uomini e donne di ogni età e condizione, che hanno scommesso sul desiderio di vivere insieme l’incontro con il Signore: piccoli e grandi, laici e pastori, insieme, indipendentemente dalla posizione sociale, dalla preparazione culturale, dal luogo di provenienza.Fedeli laici che in ogni tempo hanno condiviso la ricerca delle strade attraverso cui annunciare con la propria vita la bellezza dell’amore di Dio e contribuire, con il proprio impegno e la propria competenza, alla costruzione di una società più giusta, più fraterna, più solidale”. Azione cattolica è passione cattolica. L’adesione all’Ac ci porta ancora oggi a rinnovare  la disponibilità, a vivere un cammino personale e di servizio rivolto alle necessità delle nostre comunità locali. Aderire personalmente e responsabilmente all’Ac, oggi, vuol dire stare nella Chiesa da laici e da cristiani nel mondo. Vivere la scuola di democrazia che è la vita associativa e formare cristiani  testimoni credibili nella vita quotidiana. L’adesione all’Ac pero’ richiede anche la responsabilità di “far convivere”, nelle nostre associazioni parrocchiali le diverse generazioni, i ragazzi con gli adultissimi, i giovani con gli adulti. Attraverso tutti questi elementi passa, ancora oggi, la scelta di aderire all’Azione cattolica, che è chiamata ad “essere sempre più degna della sua storia bellissima” (Paolo VI). Partecipiamo allora a questa nostra grande festa di compleanno, portiamola nelle nostre Parrocchie, guardiamo attraverso gli occhi del Sinodo il nostro essere laici corresponsabili, stiamo vicini ai nostri Pastori, partecipiamo attivamente alla vita associativa, guardiamo con positività il cambiamento, trasformiamo i problemi in soluzione. Solo cosi daremo testimonianza di cosa significa essere di Azione Cattolica.