Perchè “abbiamo paura di dire che ci vogliamo bene”?

Molto è stato detto e scritto su mons. Dino De Antoni. Alla luce di questo, noi non abbiamo molto da aggiungere se non quello di sottolineare quello che il nostro arcivescovo di Gorizia, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli ha già detto nella sua splendida sintesi che riportiamo: fu un uomo “di grande cuore, saggio, umile, buono, attento alle persone e alle comunità”. Ha fatto sempre presa proprio questa sua eccezionale umanità che, durante il suo cammino fra noi, si è distinta ad ogni livello. Un uomo di Dio, la cui umanità, per la sua fede, è stata divinizzata. E un uomo divinizzato è più pienamente uomo perché vive l’essenziale del comandamento dell’amore, come si legge nella prima lettera di Giovanni “Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore”. Concetto ripreso da S. Ireneo che si esprime così: “Per questo Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventasse Dio”. Negli ultimi giorni durante, un breve saluto, è uscito con questa espressione tutta sua: “Sto pensando, quanto siamo stupidi! Abbiamo paura di dire che ci vogliamo bene”! Altra nota è la scelta di predilezione fatta nei nostri confronti. Infatti, dopo aver conosciuto per intero il responso medico, ha trascorso nella nostra Casa di Riposo oltre quattro mesi del suo ultimo pellegrinaggio. E qui ha cercato di testimoniare serenamente una normalità di vita durante le sue “lunghe” giornate, nonostante la gravità della situazione ed il peso che si portava dentro. Non perdeva occasione per dare gli ultimi consigli, aiuti e attenzioni alle persone che lo visitavano e lo circondavano di benevolenza. Per Natale, nonostante fosse fisicamente provato, ha voluto fare il giro delle madri ammalate (una ottantina) per la sua ultima benedizione. Molto attenti e affettuosi sono stati i sacerdoti della parrocchia. Non lo hanno mai trascurato. A pranzo si turnavano, perché in compagnia, potesse pranzare meglio. A cena, invece, veniva in comunità.Così ha vissuto il suo “noviziato per il cielo”, come diceva a suo tempo il nostro Padre e fondatore, San Luigi Scrosoppi. Trascorso il quale, purificato e santificato, è entrato nella Casa del Risorto e da lassù veglia su quanti ha amato quaggiù.E qui in terra rimangono  i  segni visibili della bontà paterna di Dio che lui ha manifestato .Con riconoscenzale Suore della Provvidenza  di Cormons